Castelbuono Jazz Festival – “Il razzismo non è un punto di vista, ma un crimine”

Il 13 Agosto 2016, Valentina Vivona (Psicologa SPRAR e CCD Mete Onlus), salirà sul palco del CJF prima del concerto di Enrico Rava, per presentare la sua prima opera testuale, dal titolo: “Il razzismo non è un punto di vista, ma un crimine”.

CopertinaL’invito arriva da parte del Direttore Artistico del Festival, Angelo Butera, avendo dedicato l’edizione di quest’anno alla lotta contro il razzismo.
È la mescolanza perfetta tra: arte, musica, valorizzazione territorio, sapere, impegno umanitario internazionale, e tantissimo amore.

Mete è una associazione siciliana (presieduta da Giorgia Butera), molta attiva sul territorio, ed accreditata nel contesto dei Diritti Umani a livello internazionale.

Si occupa di promuovere cultura di pace, tutela dei diritti umani, rispetto e dignità della persona, senza porre alcuna distinzione di genere. L’attività verte su questioni di estrema criticità e centralità quali il rispetto dei Diritti Umani, l’integrazione, la convivenza civile.

“Il razzismo non è un punto di vista, ma un crimine” rappresenta un viaggio nel viaggio, quello dell’autrice, lungo le tante e diverse destinazioni dei giovani che lasciano le loro case per poggiare i piedi su terre ove, credono, gli sia ancora concessa la possibilità di sperare in un futuro migliore.

Passando attraverso le narrazioni fatte con un filo di voce da alcuni ragazzi ospiti dello SPRAR in cui Valentina Vivona (Psicologa) lavora; la seconda parte del testo è dedicata ad alcune ingiustizie sociali ed al tema della violazione dei diritti umani.

Valentina

Valentina Vivona

Afferma, l’autrice: “Violazione che si concretizza, tra le altre forme, nel cosiddetto fenomeno delle spose bambine, una piaga della società attuale, ma che trova espressione anche nelle inumane forme di escissione e infibulazione, nel turismo sessuale, aberrante fenomeno di portata globale, ma ancora negli attacchi sfiguranti con l’acido e, non ultima in alcuni paesi, nella sfida alla dignità delle donne mestruate, ritenute sporche e indegne”.

Trasversale all’intero volume è il tema del razzismo inteso come fenomeno sociale ma anche culturale, e presentato trattando argomenti che rimandano alla violazione dei diritti umani nonché a forme di etnocentrismo così come ad atteggiamenti passivi di insofferenza, pregiudizio, discriminazione.

A chiudere il testo una riflessione attenta sulla capacità del sentimento di humanitas a garantire il rispetto pieno dei diritti dell’uomo.

Il testo riceve favorevole apprezzamento da parte del Neo Presidente UN.I.S. (Unione Ivoriani in Sicilia, Kobena Ouattara Ibrahima, il quale afferma: “Il razzismo non è un punto di vista, ma un crimine, tale è il punto di vista della giovane psicologa Valentina Vivona. In questo libro una cittadina di questo paese ospitante al di là delle differenze visibili che ci caratterizzano, sottolinea la somiglianza e l’uguaglianza invisibili al comune dei mortali che dovrebbero esser i pilastri per una convivenza perfetta. Eh sì, siamo uguali, sentiamo le stesse emozioni e gli stessi sentimenti.
Ricordando, come lo diceva Martin Luther King: “Abbiamo imparato a volare come uccelli, nuotare come i pesci, dobbiamo dunque imparare a vivere come i fratelli!”

Il testo è espresso linguisticamente su più livelli, la ricerca empirica, l’autobiografia narrativa e le diverse testimonianze di chi le ingiustizie le sperimenta sulla propria pelle, il tutto impreziosito dal contributo del Cav. Avv. Ferdinando Gattuccio che ne ha curato la Prefazione e della Dottoressa Giorgia Butera, Presidente Associazione METE Onlus.
La Presidente in questo momento si trova in Canada, poiché in questi giorni interverrà al “World Social Forum” di Montreal.

Valentina Vivona ha scelto di essere una scrittrice indipendente per questo primo lavoro, preferendo la pubblicazione con Amazon, cui farà seguito la produzione del cartaceo.

La Foto in Copertina ritrae un momento di integrazione relazionale attraverso l’uso dell’arte e la sperimentazione corporea nell’ambito di un laboratorio condotto presso l’Asilo Nido “Girasole” di Palermo, ed è stata realizzata da Francesco Allegra.

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