Il Parco per l’abbattimento dei cinghiali invasori

L’Ente Parco delle Madonie in prima linea nella battaglia per l’abbattimento dei cinghiali che hanno invaso il territorio del parco. «Abbiamo tentato di reintrodurre la legge sugli abbattimenti nella finanziaria regionale del 2011 ma la norma venne messa da parte – commenta il presidente dell’Ente Parco Angelo Pizzuto – nel silenzio generale abbiamo riproposto all’ARS l’ennesimo emendamento che prevedeva l’abbattimento selettivo dei suidi in area di Parco, supervisionato dalla forestale, così come previsto per altri Parchi nazionali». Per questo, però, occorre una modifica alla legge 23 che oggi, a differenza di quanto accade in altre aree protette italiane, non consente in Sicilia la commercializzazione.

 

Vengono così bloccati i piani di abbattimento selettivo per l’assoluta mancanza dei fondi necessari. «Consideriamo i suidi – continua Pizzuto – una calamità naturale che oltre ad ingenti danni economici per i residenti e le attività produttive del Parco causa un enorme danno agli ecosistemi ed al patrimonio naturale delle Madonie, in molti caso unico in Europa».

 

Per il presidente del Parco va anche considerata la concreta minaccia alla pubblica incolumità che comporta la massiccia presenza di suidi nelle aree limitrofe ai centri abitati, adesso anche nel territorio di Cefalù. «Confidiamo nella sensibilità del legislatore – chiude Pizzuto – per addivenire ad una soluzione definitiva di questa emergenza e facciamo appello a tutta la comunità madonita. In questa battaglia il territorio deve fare fronte comune mettendo da parte per una volta le polemiche strumentali».

 

Nel 2008 su spinta dell’Ente Parco l’ARS ha approvato una legge che consentiva gli abbattimenti. Per una impugnativa della LAV, il commissario dello stato bocciava 3 dei 4 articoli di cui si componeva il testo di legge. I sindaci interessati, però, procedevano ugualmente ai piani di abbattimento selettivo fino al giugno del 2009, quando a causa di un nuovo ricorso della LAV il TAR emanò una sospensiva al fine di bloccare immediatamente i piani di abbattimento in atto. Il ricorso veniva accolto perché non veniva specificato nei documenti del Parco la quantità dei suidi presenti e quindi l’eventuale soprannumero. Il Parco ha così acquisito un piano di gestione per il censimento dei suidi. che è stato regolarmente acquisito dall’Ente. Per avviare il piano di abbattimento sono necessari oltre 150 mila euro che il Parco non ha. La commercializzazione dei capi abbattuti consentirebbe il reperimento dei fondi necessari.

(Cefalunews.info – Mario Macaluso)

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