A Castelbuono la Onlus degli orrori: pazienti psichici torturati e picchiati, 17 arresti

[Fonte: GDS.it] – Sono complessivamente 35 le misure cautelari: pazienti rinchiusi in una stanza-lager. Nell’inchiesta anche la truffa, la convenzione con l’Asp ottenuta in modo irregolare e con la complicità di un funzionario corrotto

Quella che veniva definita la “stanza relax” era in realtà la gabbia degli orrori: un locale di pochi metri quadrati dove i disabili venivano rinchiusi, molto spesso anche per ore, privati di assistenza, di servizi igienici, implorando di uscire, di avere acqua o cibo.

In quella stanza, ma non solo lì, i pazienti psichici venivano maltrattati, umiliati, percossi. L’aspetto disumano nella gestione della Onlus Suor Rosina La Grua di Castelbuono convenzionata con l’Asp di Palermo è l’elemento cardine dell’operazione condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Palermo che oggi ha portato a 35 misure cautelari emesse da Tribunale di Termini Imerese su richiesta della Procura.

Non ci sono solo le torture in questa inchiesta ricca di risvolti: c’è anche la truffa attraverso cui l’amministratore e i soci avevano ottenuto la convenzione con l’azienda sanitaria falsificando la documentazione, ci sono anche episodi di corruzione di un funzionario della stessa Asp. Complessivamente dieci persone sono finite in carcere, sette agli arresti domiciliari, cinque sono sottoposte all’obbligo di dimora nel comune di residenza e tredici sono destinatarie della misura interdittiva del divieto di esercitare attività professionali per un anno. Con lo stesso provvedimento, il Gip ha disposto il sequestro preventivo dell’associazione, ma anche di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 6,7 milioni di euro.

I maltrattamenti

Le percosse, le offese, i maltrattamenti sono la componente più cruda e disumana dell’inchiesta nei confronti della Onlus che avrebbe dovuto fornire servizi di riabilitazione a 23 pazienti con gravi disabilità fisiche e psichiche ma che in realtà somigliava molto più a un campo di concentramento e di torture. Senza alcuno scrupolo per la fragilità psico-fisica dei pazienti del centro, tutti affetti da gravi disabilità intellettive e psichiatriche, il personale della struttura ricorreva sistematicamente a punizioni spietate come il digiuno, senza risparmiare strattonamenti, calci, schiaffi, oppure offese. In alcuni casi gli operatori del centro ricorrevano alla misura estrema: lasciare i disabili per ore in quel minuscolo locale chiamato “stanza relax” dove invece si consumava un dramma. Le accuse parlano chiaro: tortura, maltrattamenti, sequestro di persona.

I servizi sanitari non erano meno brutali: secondo quanto emerge dalle indagini, in modo arbitrario venivano somministrate terapie farmacologiche ai disabili senza che vi fosse la necessità, ma solo perché gli operatori volevano mantenere sedati i pazienti riducendo così il loro carico di lavoro.

La truffa e la corruzione

Le indagini condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo – Gruppo tutela spesa pubblica, si sono sviluppate in parallelo anche attraverso un altro filone che riguarda l’amministratore e i soci dell’associazione. Secondo l’accusa, con false documentazioni (planimetrie, relazioni tecniche, rendiconti trimestrali delle prestazioni erogate), riuscivano a farsi accreditare con la Regione e ottenere poi la convenzione con l’Asp di Palermo: dalle indagini risulta che negli ultimi 5 anni la Onlus abbia beneficiato di erogazioni pubbliche per 6,2 milioni di euro.

Una parte di questi fondi, oltre 470 mila euro, inoltre, anziché essere destinata ai fabbisogni dei pazienti o reinvestita nell’adeguamento della struttura, che era molto carente, veniva impiegata dai soci per scopi personali come la liquidazione di compensi non dovuti, l’acquisto di auto, il pagamento di viaggi e soggiorni in strutture ricettive, l’acquisto di gioielli o regali. Ma c’è di più: la truffa era possibile grazie anche ad alcuni episodi di corruzione di un funzionario dell’Asp di Palermo, che, secondo gli investigatori, avrebbe dedicato interamente e stabilmente la sua funzione agli interessi dell’associazione. In cambio avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio e della nuora. Gli è contestato anche il reato di frode nelle pubbliche forniture, essendo state fornite prestazioni sanitarie in favore dei pazienti ben lontane dagli standard qualitativi previsti.

Gli indagati

Ecco chi sono gli indagati nell’operazione Relax della Guardia di Finanza: in carcere sono stati portati il presidente e legale rappresentante dell’associazione “Suor Rosina La Grua onlus G. D. M., catanese di 71 anni, l’inserviente F. M., 56 anni, di Castelbuono e otto operatori socio sanitari: M. P., di Caccamo, 40 anni; A. V., di Castelbuono, 37 anni; R. G., di Cefalù, 57 anni; L. G., monrealese di 45 anni; P. C., di Castelbuono, 37 anni; M. C., 32enne di Castelbuono; P. B., 34 anni, di Casteldaccia; G. A., 36 anni, di Castelbuono.

Ai domiciliari: C. M. D. M., 43 anni, Mascalucia (in provincia di Catania), socia dell’associazione; V. P., 65 anni, di Bagheria, collaboratore amministrativo presso l’unità operativa complessa assistenza riabilitativa territoriale dell’Asp di Palermo; A. D. G., 64 anni, di Caltanissetta, direttore sanitario della struttura residenziale per disabili gestita dall’associazione; gli infermieri di Castelbuono F. C., 34 anni, e C. R. M., 38 anni; S. M., 33 anni, operatrice socio sanitaria di Castelbuono; G. M., 31 anni, di Caccamo, operatore socio sanitario.

Obbligo di dimora per gli impiegati amministrativi D. P., 39 anni, di Bagheria e R. C., 38 anni, entrambi bagheresu.

Obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria per i soci dell’associazione le catanesi C. D. M., 31 anni, e C. M. V.D. M., 40 anni, e per A. R., 69 anni, di F. S. (in provincia di Messina.

Misure di interdizione dall’esercizio delle attività professionali per un anno, invece, per L. C., 37 anni, di Collesano, educatrice in servizio presso l’associazione; V. D. M., 41 anni, di Castelbuono, inserviente; le educatrici E. F.o, 31 anni, di Pollina (Palermo), le castelbuonesi V. I., 42 anni, P. L. R., 37 anni, R. M. 41 anni, S. R., 45 anni, R. S., 37 anni; la logopedista C. S., 27 anni, di Castelbuono; la fisioterapista F. S., 31 anni, di Castelbuono; C. P., 48 anni, Belpasso (Catania) – Psicologa in servizio presso l’associazione “Suor Rosina La Grua Onlus”; G. G., 50 anni, di Castelbuono (Pa), assistente sociale; A. G., 26 anni, di Palermo, operatore socio sanitario.

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