Benito Mussolini resta cittadino onorario. No alla revoca a Castelbuono

Benito Mussolini cittadino onorario di Castelbuono? Sì, nessuna revoca della vecchia deliberazione del Consiglio comunale, il riconoscimento per il capo del fascismo rimarrà anche «post mortem». E’ quanto riporta Giuseppe Spallino in un articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia.

Andrea Prestianni, capogruppo di maggioranza dei «Democratici per Castelbuono» e iscritto all’Anpi, fa un passo indietro. «Non ci sono le condizioni per portare avanti la mia iniziativa che comunque ritengo valida e attuale», afferma.

Il caso era scoppiato l’estate 2016, quando dall’Archivio storico era emersa una deliberazione del Consiglio comunale datata 23 maggio 1924 con cui il consesso consiliare votava all’unanimità dei presenti il conferimento della cittadinanza onoraria a Mussolini. Allora il capogruppo del centrosinistra Giuseppe Fiasconaro si era espresso favorevole alla revoca, ma poi era iniziata la campagna elettorale per le amministrative e la vicenda era passata nel dimenticatoio.

Fino a quando l’aveva fatta riemergere l’attuale capogruppo dei «Democratici per Castelbuono», la compagine che appoggia il sindaco Mario Cicero.

La sua proposta, però, non ha trovato la maggioranza necessaria in seno al Consiglio comunale, anzi ha riscontrato l’opposizione della destra del suo movimento, come la vice presidente del consesso consiliare Lucia Sapuppo e il consigliere Angelo Puccia.

Lo stesso primo cittadino, che in un primo tempo lo aveva spronato, poi ha preferito non prendere posizione. «Fermo restando che il consigliere Prestianni è libero di esprimere il suo parere, personalmente non esprimo nessun parere, poiché la richiesta di revoca non è un aspetto amministrativo, ma politico, se ne dovrà discutere all’interno del movimento», ha detto.

Determinante è stata la lettera aperta dello storico Orazio Cancila, professore emerito di Storia moderna all’Università degli studi di Palermo e originario di Castelbuono, in cui rispondeva picche alla proposta di revoca.

E così Andrea Prestianni, dopo essersi dimesso da capogruppo (dimissioni poi respinte), oggi rinuncia alla sua battaglia.

«Non ci sono le condizioni per portare avanti la mia iniziativa che comunque ritengo valida e attuale», afferma, « ho preso atto che la mia proposta non aveva trovato ampia condivisione e a malincuore ho dovuto fare un passo indietro».

 

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