Capitozzatura dei frassini: il sindaco Cicero scrive alla cittadinanza

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che il sindaco Mario Cicero ha indirizzato ai cittadini di Castelbuono in merito alle recenti polemiche sulla capitozzatura dei frassini in viale Castello
Continua il dibattito sui social in merito alla potatura e il taglio degli alberi, ma molto spesso l’interesse propositivo da parte di alcuni viene trasformato in polemica da parte di pochi.
L’ultimo commento su facebook, è molto articolato a firma del Sig. Bonomo Antonio, a cui vanno i complimenti per l’impostazione che ha dato e per la rievocazione storica che ha fatto, permettendo ad ognuno di noi di riflettere sull’attività che si sta portando avanti. Il Sig. Bonomo fa anche un’analisi sui tempi e i modi di come si stanno potando i frassini del Viale dietro il Castello.
Ribadisco che ogni Potatore e ogni Agronomo ha un suo modo di attuare tale operazione, come ho affermato in un commento su facebook, la potatura è come “ la caponata”, ognuno ritene che la sua, quella della Nonna, della Mamma sia la migliore.
Non entro nel merito delle valutazioni fatte sia da persone esperte, ma anche da incompetenti che si ergono ad abili agricoltori, evidenzio soltanto un aspetto che riguarda l’intervento del Sig. Bonomo Antonio, dipendente dell’Istituto Agrario. Nel suo commento, sono state ricordate alcune date che evidenziano come sono state effettuate le potature in passato con le relative critiche e considerazioni avvenute già nel 1984 (vedi foto pubblicate dallo stesso Bonomo). Anche le foto pubblicate dall’Arch. Polisi, nelle settimane passate, hanno evidenziato come le potature effettuate negli anni 2006, 2011, hanno provocato sterili polemiche.
Gli operatori che hanno effettuato questi interventi sono persone diverse ed ognuno ha un proprio metodo, sottolineo anche che, i funzionari e gli amministratori sono stati diversi nei vari anni. Morale della favola dobbiamo abituarci che in ogni attività intrapresa ci sarà sempre qualcuno che evidenzierà una sua posizione che non coinciderà con le attività in corso.
Come amministratori abbiamo il compito di governare i processi, dare risposte ai cittadini, rendere servizi efficienti alla collettività, offrire opportunità ai cittadini e ai visitatori di vivere il loro tempo, il loro presente in armonia con il tessuto monumentale, ambientale e culturale che noi abbiamo ereditato e che abbiamo il dovere di tramandare alle future generazioni.
Dispiace che in tutti questi interventi nessuno, neanche il Sig. Bonomo che è un esperta abbia trovato il tempo di fare delle considerazioni, riguardanti le piante del centro urbano che negli ultimi anni sono state abbandonate o sulle piante che abbiamo allocato ( oleandri ) nelle buche che erano vuote sui marciapiedi del nostro centro storico.
Nessuno ha evidenziato se abbiamo fatto bene o male a concimare le piante dislocate nel nostro centro urbano, cosa mai fatta prima.
Ringrazio comunque per l’attenzione che i cittadini dimostrano in modo sereno, nel verificare l’attività che si porta avanti per il bene pubblico. Feriscono i giudizi affrettati, le valutazioni espresse sull’onda emotiva.
Un uomo, un amministratore, un insegnante, un artigiano uno scienziato non si giudica su un fatto singolo, ma sull’attività che porta avanti ogni giorno, sulla storia che porta sulle spalle e sulle idee che mette in campo per dare un senso alla sua vita e alla Sua attività.
Concludo ribadendo il piacere di vivere e amministrare questa vivace comunità, costituita da gente operosa, laboriosa e onesta che ogni giorno si attiva per creare, nel suo piccolo e in modo corale una comunità come quella di Castelbuono, “un sistema paese” che affrontare le sfide della società moderna . Questa serenità ci viene dal calore umano che il paese reale ci trasmette, ci dà la determinazione di andare avanti senza preoccuparci delle “minacce” che qualche forza politica ci ha inviato circa “ l’inflessibilità che terranno su questo argomento”: siamo pronti a dare i dovuti chiarimenti in Consiglio Comunale nel rispetto delle istituzioni.
Il Sindaco, Sig. Mario Cicero
La ringrazio Signor Sindaco per i complimenti ricevuti da Lei per l’impostazione che ho dato al mio post sul “Capitozzamento “ ( più che potatura) degli alberi di Frassini del Viale dietro il Castello dei Ventimiglia e per la rievocazione storica che ho descritto. In un nostro precedente incontro , prima di pubblicare il post, le riferivo il mio spirito propositivo più che polemico, come Lei scrive la nostra è una comunità vivace, laboriosa, onesta come tale ritengo ben venga questo dibattito sui social in tutte le sue sfumature…Tuttavia come Tecnico Agrario iscritto da oltre 30 anni all’albo professionale e dipendente per altrettanti anni di diversi Istituti Agrari sono fermamente convinto al di là di tutte le considerazioni… ( caponata o meno) che la migliore potatura rimane sempre quella che non si vede, che non stravolge la forma e la fisiologia della pianta.
Come sempre, anche questa volta esterna la sua dote migliore di paroliere……ma ormai non ci casca più nessuno, la comunità ha finalmente aperto gli occhi ormai ha tutto chiaro………basta!
Gennaro….. ma chi dici?
Non ci casca più nessuno fino alla prossima volta.
Poi la comunità chiude gli occhi…
e lui gli dà……. un cucchiaio di caponata.
Teccà mancia!
se in campagna da me taglio un ulivo e passa la forestale mi denunzia
quì non passa la forestale?
ma mancu i carabinera, per non parlare de i vigili
i vigli sono talmente vigili a mettere autovelox in via geraci ma poi passano a chicane per le vie del paese senza accorgersi di macchine parcheggiate in divieti di sosta
via benedettini
via roma
via alduino ventimiglia
a chiazzetta
Se il Sindaco scambia la pretesa di una discussione rigorosa ( il termine inflessibile indica proprio questa volonta’) richiesta , leggittimamente dalla forza politica di opposizione per una minaccia ( anche se virgolettata) allora siamo veramente alla frutta! Stia sereno Sindaco noi non adoperiamo , per costume e per cultura , ne minacce ne ricatti nel portare avanti la nostra azione politica .
il coordinatore di Castelbuono in Comune
… Mi permetto di riprendere un vecchio commento che a distanza di tempo è sempre attuale e pertinente!!! “il titolo di sindaco, a Castelbuono, abilita a tutte le professioni. Qui il sindaco diventa ingegnere, architetto, avvocato, medico e giornalista. Pure scenziato e notaio. È in grado, con la stessa disinvoltura, di eseguire una complessa operazione chirurgica o di manovrare le saracinesche dell’acquedotto comunale.” Oggi apprendiamo con grande felicità per tutta la Comunità che è anche Agronomo e Chef esperto in caponate. Auguri
più che caponate pasticci di lasagne
Quando ero piccolo io i capelli li tagliavo a tunna così si risparmiava perché per sei mesi non andavo più dal barbiere. Con gli alberi é lo stesso.Per due tre anni siamo a posto.
Gli alberi si rifaranno nei prossimi anni colpisce la presupponenza e l’essere “spierti”esperto tuttologo ,voi non capite niente ,IO TUTTO ,del nostro sindaco ,na vota tu potti dari u voto m’aviavani a cadiri i mani
Ma siccome non ti sono cadute stai tranquillo, tu e iddu puri, che glielo ridarai.
Votare per il nostro sindaco è come mangiare la caponata.
Appena la mangi la prima volta non te la puoi più levare dalla bocca.
Qualsiasi cosa verrà fatta da questa amministrazione comunale … fosse anche portare la GIOCONDA di Leonardo in comune, sarà per molti fonte di polemiche e malumori. Nulla mai potrà sedare la sete di polemiche che in molti hanno sviluppato. Essere obbiettivi e valutare il tutto … pro e contro è una cosa impossibile. Su tutto ci sarà sempre da ridire da recriminare sulle cose giuste e sulle cose sbagliate. Qui non si tratta di buon senso ma di SENSO UNICO. La parola d’ordine è una ATTACCARE SEMPRE … CRITICARE FINO ALLA FINE … POLEMIZZARE POLEMIZZARE e se si riesce POLEMIZZARE.
Tienitelo caro il tuo sindaco. Vedrai che qualche striscia te la farà dipingere o qualche albero te lo farà tagliare.
Facciamo nel nostro piccolo quello che i tuoi amici hanno fatto in grande per cinque anni.
Te lo sei scordato??????Non te lo puoi scordare
Ma certo che a scrivere sono sempre gli stessi., ancora sto boccone amaro un ci po’ calari…
Presentare interrogazioni, aprire un dibattito, chiedere spiegazioni è polemizzare? specialisti in tutto cosa pensi del polemizzare per 5 anni del tuo amato sindaco Cicero? NON SOLO POLEMIZZATO MA BEN ALTRO…ha carpito l’adesione di consiglieri deboli ed interessati…ha organizzato l’Aventino…non ha partecipato ad incontri propositivi ..ha polemizzato per ogni sospiro…e ora commette errori grossolani, approva quanto prima disapprovava…prevarica i dirigenti …adesso rispondi se approvi il comportamento del tuo sindaco,,se hai argomenti…e non ripetute e vuote affermazioni. Il tempo fara’ giustizia…
Oggi, quanto di quelle 723 firme verrebbero riconfermato? Amici del sindaco provate ha chiedere alle 723 persone il loro parere(su tutto).
Io in famiglia ne ho già 2 di quelle firme, provate ad immaginare, l’esito!
Dare la parola ad un bravo botanico e nota di biasimo ad un sindaco ignorante.
Ma di che cosa stiamo parlando ?!?! Occorre governare i processi del sistema paese. Tutto il mondo ci guarda: giù le mani dalla caponata!
A me la caponatina mi piace senza mulinciane e con la mafalda pizziata nel suco
La caponata (capunata in siciliano) è un prodotto tipico della cucina siciliana.
Si tratta di un insieme di ortaggi fritti (per lo più melanzane), conditi con sugo di pomodoro, sedano, cipolla, olive e capperi, in salsa agrodolce. Ne esistono numerose varianti, a seconda degli ingredienti.
La caponata, diffusa in tutto il Mar Mediterraneo, è generalmente utilizzata oggi come contorno o antipasto, ma sin dal XVIII secolo costituiva un piatto unico, accompagnata dal pane.
L’etimologia rimanda allo spagnolo “caponada”, voce di significato affine. Va considerata una vera e propria etimologia popolare quella che fa risalire “caponata” a “capone”, nome con il quale in alcune zone della Sicilia viene chiamata la lampuga, un pesce dalla carne pregiata ma piuttosto asciutta che veniva servito nelle tavole dell’aristocrazia condito con la salsa agrodolce tipica della caponata. Il popolo, non potendo permettersi il costoso pesce, lo sostituì con le economiche melanzane. Ed è questa la ricetta giunta fino a noi. Qualcuno sostiene che il nome del piatto derivi dalle “caupone”, taverne dei marinai.