Carnevale 2013! Quanto Amore, ma quanta Passione!!!

Il Carnevale che abbiamo da pochi giorni lasciato alle spalle, ahimè, non posso annoverarlo tra i migliori che io ricordi! Premetto, che parlo da appassionato, non per altro! Ma è ovvio che una premessa, prima di parlare delle maschere, sia doveroso, ma sarò breve. Nel recente passato nessuna amministrazione ha forse mai veramente creduto nella manifestazione del Carnevale (tranne rare eccezioni!) Questa di oggi, o causa del recente insediamento o per continuità con “la tradizione dell’arrivare all’ultimo minuto”, anche per quest’anno ci ha propinato il solito copione riciclato (che quest’anno gli si è pure sgretolato in mano). E pertanto spero che, siccome “un po’ farì chiù scuri i menzannotti” mi auguro che prima del Carnevale 2014, vedremo una nuova luce! (Macari pinsannici, puri prima!)

 

Ma mi permetto di passare in rassegna le varie maschere di quest’anno! E vi premetto che l’ordine con cui ne parlerò rappresenta una mia personale classifica, in base alla mia poca esperienza di amante del Veglione, oltre che per i miei modesti trascorsi giovanili nel gruppo di satira dei “Puddrasciuna”!

 

Personalmente, di tutte le maschere che ho visto quest’anno, la migliore in assoluto è quella del gruppo dei “Chinnicchiennacchi”! E vi spiegherò i miei perché. Anche se vi devo confessare che il livello rispetto agli anni passati e stato leggermente più basso. Per questo chiedo anticipatamente scusa a tutti, soprattutto a chi mi legge, so cosa significhi fare un copione (sono della scuola del grande Peppe Russo ed Antonio Di Garbo dei “Niputi da Zzà Cicca”) per questo mi permetto l’ardire!

 

I Chinnicchienacchi sono la conferma che, “il buon sangue non mente”, e che spesso gli allievi superano i maestri! E’ chiaro che il mio riferimento va a Gabriele Perrini figlio d’arte di Vincenzo Perrini, componente storico del gruppo dei “2001”! Che in teoria non dovrebbero essere inseriti in un giudizio comune a tutte le maschere, perché è difficile oramai definire semplicemente quella dei 2001 “Una maschera di Carnevale”, ma né parlerò dopo!

 

Tornando ai Chinnicchienacchi, per me è stata la migliore interpretazione, perché la più completa e curata nei minimi particolari! Dal testo, dalla mimica, le imitazioni, la scenografia, la musica, i testi e soprattutto l’originalità! Una maschera che scende dal tradizionale, verso il cabaret mantenendo il sottofondo della classicità narrativa del Veglione! Lasciando interpretare a delle persone comuni (le tre esilaranti vecchiette) i problemi quotidiani di tutti noi. Che narrano il vivere quotidiano in cui tutti abbiamo rivisto certamente le nostre abitudini ed i nostri problemi (La Posta “spostata”, l’acqua che manca etc. etc.) nonché la parte fondamentale di ogni copione, ovvero, la politica e i suoi personaggi. Interpretati in maniera magistrale dai tre attori principali! Con una caricatura ben soppesata e realistica, che davano ancor più lustro al copione medesimo! Per non parlare poi delle canzoni e le musiche, molto curate e dettagliate! L’originalità è stata il cavallo vincente, l’uscire senza troppo strafare, grazie a anche una scenografia ben congeniata, descrivono un quadro di un’opera che si avvicina molto a quelle creazioni, quelle opere teatrali che sono per l’appunto quelle dei 2001! Voto 10 e lode!

 

I 2001! Io, ogni anno quando poi li incontro dopo le loro rappresentazioni, sono arrivato al punto che non so più che parole usare per fargli i complimenti! Ma voi vi starete chiedendo perché per me sono secondi dietro ai Chinnicchienacchi? Perché secondo me hanno un limite, che volutamente non vogliono superare! Che di per sé non è un male, ma anzi, è un marchio di fabbrica! Cioè comporre opere che trattano prevalentemente di vicende politiche! Solo con rari riferimenti al quotidiano di tutti noi! Perché dico che un limite? Perché per quanto l’opera dei 2001 sia di una levatura irraggiungibile o quasi, (testi curatissimi con l’utilizzo di motti e modi di dire desueti, tipicamente castelbuonesi grazie alla maestria del prof. Massimo Genchi. Battute rifinitissime, musiche, coreografie da opere teatrali paragonabili al teatro di avanguardia, con una punta di cabaret e della “Scuola Petrolini”). D’altro canto, può accadere che certe sfumature, chi non segue costantemente le vicende politiche che costantemente accadono, non riesce a coglierne la fine ironia! Diversamente da quello fatto dai gruppi più giovani che magari sulla politica non sono ferrati come i loro maestri! Ma ripeto! Non vuole essere una critica! In realtà come dicevo prima parliamo di due scuole di pensiero differenti! E’ come voler confrontare la comicità di Totò con quella di Eduardo De Filippo! Sempre di due “mostri sacri” parliamo! E così è per me, parlando dei 2001 a paragone con tutti gli altri gruppi!

 

Un gruppo che mi ha colpito per l’originalità di impostazione della maschera è quello dei Babbi Priati! Che escono dallo schema classico del copione, trasformandolo in una pièce più cabarettistica che non stona comunque grazie alla parte musicale delle canzoni tipicamente appartenenti al Veglione Castelbuonese. L’unica pecca è l’utilizzo di canzoni con una tonalità troppo alta che a causa dell’impostazione di voce di Daniele Piro (prettamente baritonale) trova difficoltà negli alti della canzone “Uno su mille ce la fa” di Gianni Morandi utilizzata per l’occasione. Bellissime “le collaborazioni esterne”, che hanno dato quel tocco di effetto inaspettato (il colpo di scena!) abbinato alla comicità “involontaria” (?) di Spallino componente dell’orchestra, che quest’hanno più che mai hanno avuto, in tutte le maschere, un ruolo di rilievo importantissimo! D’altronde parliamo di professionisti, visto che molti di essi suonano nella magistrale banda diretta dal Maestro Toscano!

 

E proprio il punto forte della maschera del gruppo di satira dei “Comi veni si cunta” è stata proprio, la parte musicale e cantata. Belle le musiche e belli i testi! Addirittura più carichi di battute dei testi recitati! In cui si evince una frettolosità da parte di Simone Sottile nella recitazione. Apro una parentesi, mi permetto perché, il nostro indimenticato “padrino” Peppe Russo ci rimproverava spesso che avevamo il vizio di “arruzzulari” le parole rendendo poco chiaro ciò che recitavamo! E ci faceva fare tantissime prove per perfezionare la recitazione che doveva essere chiara e non cantilenante, come per esempio mi è sembrata la recitazione dell’unico componente femminile tra i gruppi. Cosa che però l’aiutava tantissimo nell’esilarante interpretazione del Sindaco Tumminello! Su l’ultimo componente del gruppo Andrea Prestianni mi è sembrato poco incisivo e stentato durante la recitazione tranne nell’interpretazione di Stefano Polizzotto, molto ben interpretato! Ma alla fine questa maschera è da lodare perché in ogni caso si vede la sincerità di un gruppo che sta crescendo, che magari utilizza molto la rima baciata, ma che rimane sempre una garanzia! Per cui faccio loro, i miei complimenti, perché rappresentano assieme a tutti gli altri, le basi per la prosecuzione futura della tradizione del Veglione Castelbuonese! In una parola! Bravi!!!

 

Rimangono solo i ragazzi del gruppo dei “Giullari di Corte” che non ho lasciato alla fine perché giudico la loro opera inferiore alle altre! Ma perché meritano un discorso a parte! Loro hanno fatto una scelta coraggiosa che io rispetto e ammiro! Hanno sacrificato in parte la loro opera, per lanciare un forte segnale in primis all’amministrazione e successivamente a tutti noi! Perché loro sono stati, nella persona di Giuseppe Vigneri leader del gruppo che si è speso sin dal mese di Agosto per portare avanti questa battaglia morale e di rispetto verso una manifestazione bistrattata e per niente valorizzata, coloro che hanno osato sfidare il pubblico sovrano! E capisco la loro delusione e scelta di “mutilare” la maschera! Concludendo con un monito di “Sua Maestà” Il Veglione! Che dal palco ha raccontato la sua rabbia e la sua delusione! Che è un po’ la delusione di tutti gli amanti, non solo del Veglione, ma del Teatro, della Commedia e della Cultura! Il mio voto per loro è a prescindere di 10 e Lode! Perché il coraggio di affrontare il pubblico sovrano che non dovrebbe essere mai coinvolto, ma cullato ed insinuato in loro la denuncia, attraverso l’arte dello sfottò, che demolisce il potente, lo mette a nudo e nulla può di fronte al giullare che in quel momento rappresenta lui la coscienza del volere popolare!

 

Pertanto concludo, facendovi notare quale grandezza vi è nei nostri ragazzi, nei nostri cittadini. La loro bravura, la loro maestria, che deve essere valorizzata, con priorità assoluta! Non sottovalutata è ridimensionata! Ma resa una parte fondamentale del panorama culturale castelbuonese che la nostra città merita di diritto! E mi auguro che non solo le amministrazioni se ne accorgano, ma tutti coloro che come me che amano l’arte della “Divin Commedia”, dell’Arte e della Cultura espressione di della nostra Castelbuono.

 

Chiudo chiedendo scusa per la prolissità, ma soprattutto per la mia presunzione, non arroganza, ma per il Veglione solo amore e passione!

 

Daniele Di Vuono

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