Castelbuonese, il valzer degli addii. Oggi hanno lasciato anche Lipari e Inguglia

E’ un mistero fitto quello che avvolge il club granata che, dopo aver vinto con pieno merito lo spareggio promozione contro lo Sporting Taormina, proiettandosi così nel calcio regionale che conta, non ha trovato più pace.
Da allora, dopo la scoppiettante campagna acquisti e l’avvio di importanti sponsorizzazioni (fra le quali ricordiamo quelle di Sicily By Car e Fiasconaro) si sono registrati una serie di strani abbandoni, quasi tutti apparentemente concordati, ma non meno “curiosi” sotto il profilo squisitamente sportivo.

Tralasciando gli addii polemici di alcuni dei protagonisti della promozione, avvenuti subito dopo lo storico spareggio, ci concentriamo sulla strana campagna acquisti che possiamo definire “sliding doors” cioè a porte scorrevoli: neanche il tempo di entrare che ti trovi subito fuori.

A cominciare questo strano balletto è stato il difensore Ivan Tarantino “Boom della Castelbuonese” titolavano i giornali nello scorso mese di luglio “arriva Tarantino, il decano dell’Eccellenza”. Si! arriva e se ne va, inaugurando così il “valzer degli addii”.

Dopo Tarantino stessa sorte tocca a Daniele Nuccio e Davide Carioto, entrambi accolti con mirabolanti aspettative ma andati via prima ancora dell’inizio della stagione. Per due attaccanti che lasciano un altro che arriva: Riccardo Ancione, una prima punta di lusso con all’attivo più di 80 gol fra eccellenza e serie D. Sembra subito amore con il popolo granata, ma anche questa volta l’addio è dietro l’angolo. Da dicembre infatti Ancione è andato a rafforzare le fila del Milazzo.
Di certo l’addio che ha fatto più discutere è quello di Francesco Arena, il capitano, l’anima della Castelbuonese. Scaricato dalla dirigenza granata (non si comprende ancora perché) senza neanche “l’onore delle armi” che purea avrebbe meritato. Adesso Arena gioca e segna per l’altra squadra di Castelbuono, la “terribile” A.s.d. Castelbuono 1975 che sta replicando, con uno score addirittura migliore, l’impresa riuscita lo scorso anno ai cugini granata. Primi in classifica con 11 risultati utili consecutivi (10 vittorie e 1 pareggio) fanno dei biancorossi una delle squadra più vincenti d’Italia: dalla serie A al campionato di promozione nessuna ha fatto meglio di loro.
Ai granata tocca invece un amaro contrappasso: dopo l’addio dell’idolo Arena, anche il top player Giuseppe Arnone fa le valigie, salutato in maniera poco cordiale dalla società. A questo punto sembra che nulla di peggio possa accadere alla società guidata da Fabio Capuana ma dietro l’angolo c’è la brutta vicenda legata alla partita Castelbuonese – Acireale che, per fatti ormai noti, costerà la panchina a Fabio Vitale. Anche lui costretto ad andare via, ma con un piccolo giallo legato ai ritardi dell’avvicendamento con mister Mutolo.

Un altro giallo, che la società si porta dietro da qualche tempo è l’ormai famoso “Aventino” degli ultrà granata che, per la prima volta e dopo anni di sostegno nei più polverosi e dispersi campi di Sicilia, hanno dato vita ad uno sciopero del tifo i cui veri motivi rimangono ancora misteriosi. Ma questa è un’altra storia.
Tornando al “valzer degli addii” si arriva ai fatti di cronaca di queste ore, con due abbandoni che hanno del clamoroso e che giungono l’uno a pochi minuti di distanza dall’altro: il capitano Fabio Lipari e la colonna difensiva Marco Inguglia vanno via. E pensare che Lipari solo questa estate aveva firmato un contratto che lo legava ai granata per altri 2 anni.
Cosa è successo? Perché questi continui abbandoni, anche da parte di chi aveva fatto della maglia granata una seconda pelle?
E’ chiaro a tutti che qualcosa non torna. Voci non confermate parlano di una situazione economica delicata. In ogni caso la Castelbuonese può ancora contare su due punti forti: la classifica che comunque sorride alle ambizioni granata e il nuovo tecnico da tutti considerato un vero e proprio “mago” del calcio siciliano. A questo punto però la prima fondamentale magia è fermare questa strana emorragia.

Fonte: www.madoniepress.it – di Michele Ferraro

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