Castelbuono – Cefalù: maxirissa tra donne, due condanne

Rissa fra donne a colpi di scopa. Il «casus belli» l’incessante richiesta da parte della signora più anziana di vedere il figlio. Una rivendicazione negata dalla nuora e dalla consuocera. Quindi la maxirissa, l’intervento dei carabinieri e gli arresti. Due anni dopo il fatto è stata pronunciata la sentenza del giudice monocratico Claudia Camilleri che ha condannato madre e figlia, a 250 euro di multa. Sul banco degli imputati c’era anche il fratello della ragazza che è stato condannato a quattro mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale. Su questa vicenda aveva già patteggiato la consuocera che aveva fatto scoppiare il caso per lei il giudice monocratico Alessia Lupo aveva accettato l’accordo di quattro mesi di reclusione.

Teatro dello scontro è via Pietragrossa, cuore del quartiere Spinito. Secondo la ricostruzione dei fatti della Procura di Termini Imerese, il 20 marzo 2017 la consuocera si era spostata da Castelbuono a Cefalù per vedere il figlio. La donna era andata, quindi, a casa della nuora, ma non trovandola aveva deciso di provare a cercarla recandosi presso la vicina abitazione della madre. Qui aveva bussato alla porta e nonostante si sentissero provenire dall’interno voci, nessuno le aveva aperto. Pertanto, esasperata, la donna aveva iniziato a colpire con pugni la porta d’ingresso dell’appartamento. Da qui la rissa sfociata a colpi di scopa. Quindi sono stati tutti arrestati e per loro adesso è arrivato il primo verdetto giudiziario. A riportare la notizia Giuseppe Spallino sul Giornale di Sicilia.

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