Castelbuono in Comune risponde al comunicato dei Democratici per Castelbuono in merito al voto su un debito fuori bilancio

Il gruppo Castelbuono In Comune, di concerto con il gruppo consiliare di minoranza, ritiene doveroso replicare allo speculativo comunicato diramato all’indomani del consiglio comunale del 28 agosto u.s. dal Gruppo Consiliare e Coordinamento Politico dei Democratici per Castelbuono, che – ricordiamo per chi legge – prendeva le mosse dal voto contrario di due debiti fuori bilancio espresso dal gruppo consiliare di minoranza.

Contrariamente a quanto espresso nel comunicato, va chiarito che le motivazioni del voto contrario del gruppo consiliare di minoranza non sono affatto politiche, ma scaturiscono da valutazioni di carattere squisitamente tecnico e fa specie pertanto la strumentalizzazione di basso profilo messa in atto dai Democratici per Castelbuono.
A giudicare dal nome che il gruppo politico che oggi ci amministra si è dato, sembrerebbe chiaro che tale compagine dovrebbe avere in elevata considerazione i valori del confronto e del rispetto democratico. Duole invece sottolineare che, a quasi tre mesi dalle elezioni, gli animi sono, sembrerebbe difficile ma è così, ancora più esacerbati. Si assiste a continue mancanze di rispetto, a toni e parole al di sopra delle righe, più da stadio che da consesso istituzionale. Ciò è quantomeno assai strano perché di norma chi vince, e soprattutto chi vince con uno scarto notevole, dovrebbe quanto meno mostrare un sano distacco dall’animosità che, anche in campagna elettorale, non è un atteggiamento di cui andare fieri e, voltata pagina, amministrare con serena magnanimità. Ma fino ad oggi non si è assistito a nulla di tutto ciò.

Entrando nel merito, il consiglio comunale è stato chiamato a decidere sull’idoneità di un debito ad essere ricondotto nella categoria di quelli fuori bilancio, operazione regolamentata da norme specifiche. Il consiglio comunale, per operare tale scelta, deve essere messo in condizione di conoscere gli atti che hanno condotto alla formazione del debito, comprensivo delle valutazioni del responsabile dell’ufficio comunale cui si riferisce il debito. Il consiglio deve contestualmente conoscere le ipotesi in cui un debito della pubblica amministrazione, non previsto mediante l’inserimento nel bilancio di previsione, vi possa rientrare mediante la decisione del consiglio comunale. In tal modo, un debito fuori bilancio diventa debito sotto il profilo contabile. Il gruppo di minoranza, attenendosi alle norme previste, non ha ritenuto legittimo il riconoscimento di debito fuori bilancio alle spese eccedenti quelle riconosciute in sentenza ex art.194 T.U.E.L.

Quindi una posizione, quella del gruppo di minoranza, chiara, legittima e ampiamente dichiarata al momento del voto. Ora quello che lascia basiti è il riferimento a concetti come quello di culpa in vigilando da parte del Sindaco Tumminello e chiediamo: ma su cosa? Esiste un dovere politico di vigilare? E poi, cosa significa “confessare la non vigilanza sugli atti degli uffici”? Si ritiene, dunque, che esista nel mondo giuridico questo concetto con l’accezione data? O piuttosto è un’espressione fuori luogo che nasce dall’uso di concetti mal assimilati che non produce altro effetto che quello della pura propaganda politica?

Negli ultimi quindici anni sono stati riconosciuti più di 2 milioni di debiti fuori bilancio. Per dare qualche cifra, nei dieci anni di amministrazione Cicero si va da un minimo di 43.355,87 € del 2008 ad un massimo di 107.588,27 € nel 2007. Ma allora – ovviamente – era tutto a posto. Di contro, i miseri 2 mila euro dell’ultima seduta consiliare diventano combustibile per questo articolo assolutamente inqualificabile nei contenuti prima ancora che nelle aggettivazioni, di per sé già gravi. Il tutto, si comincia a capire, si inquadra in una nuova strategia della tensione, fatto necessario quale arma di “distrazione di massa”. Perché lo zelante Gruppo di maggioranza, e con esso il Coordinamento politico dei Democratici, non apre una riflessione seria e senza infingimenti sulle opere pubbliche, sulla rete idrica, sulla fruizione e sul taglio del bosco, sulla manutenzione delle strade, sull’illuminazione pubblica e sulla funzionalità del corpo dei vigili urbani invece che occuparsi di nominare consulenti ed esperti inutili a 15 mila euro?

Ora essere definiti codardi per qualsivoglia questione sorta in consiglio comunale dimostra che il gruppo consiliare di maggioranza (e chi ha ispirato questo scritto) palesa un comportamento in netto contrasto con i più elementari principi della Democrazia. Non possiamo dimenticare che chi oggi amministra il paese ha attuato, nel corso della passata consiliatura, un’opposizione di un’aggressività senza precedenti e pur tuttavia sterile, culminata in questioni di alto valore politico-istituzionale come la mancata partecipazione alla processione di Sant’Anna seguita dalla penosa serie di pretesti sull’invito inviato o non inviato via mail, arrivato o non arrivato, arrivato in tempo oppure no. O anche la diserzione di massa alla cerimonia del 2 giugno 2017. Per cui sentirsi apostrofati in modo poco rispettoso da chi – autodefinendosi democratico – non sa fare altro che attaccare ed aggredire chiunque esprima opinioni diverse o, semplicemente, scelga di agire seguendo le norme, conferma la sensazione che non si sta lavorando per il bene comune o si ha paura del confronto democratico. Non si può accettare come risposta a qualsiasi appunto: “tanto noi abbiamo preso mille voti in più di voi”. Come se avere i numeri dalla propria parte possa significare avere ragione su tutto e per sempre. L’undici settembre 1973 nel suo ultimo discorso alla radio, poco prima di essere ucciso dai golpisti, il presidente Salvador Allende disse: “Sono pronto a resistere con ogni mezzo, anche a costo della vita, in modo che ciò possa costituire una lezione nella storia ignominiosa di coloro che hanno la forza ma non la ragione”. Scolpite nella vostra sede queste parole, signori Democratici per Castelbuono, perché gli atteggiamenti irriguardosi e l’arroganza non servono a nessuno, non servono alla comunità, non servono alla politica, non servono alla crescita civile. In questo modo non si alimenta il senso di appartenenza ad una comunità, in questo modo le comunità si disgregano.

Per quanto ci riguarda, siamo consapevoli e rispettosi del lavoro che ogni giorno svolgono gli uffici comunali e non lasceremo che si strumentalizzi la nostra azione consiliare a loro danno. Abbiamo sempre dimostrato un forte senso di rispetto nei confronti delle Istituzioni che rappresentiamo e di tutti i dipendenti comunali. Proprio per questo ci chiediamo se il comunicato, e prima ancora il suo estensore, abbia effettivamente rispettato il lavoro degli uffici comunali, visto che si fa riferimento a “mera svista” e “buona fede” e non ci sembra che l’organo di legittimità degli atti (che per fortuna non è organo politico) riconosca la ” mera svista” e “la buona fede”.
Proprio per il rispetto del lavoro svolto dagli uffici comunali, vi chiediamo di pubblicare la proposta di deliberazione dei debiti fuori bilancio e lo stralcio del verbale della seduta consiliare. Fatelo se davvero rispettate coloro che amministrate visto il sussiego con cui dichiarate che oggi ” la musica è cambiata” ma, soprattutto, cominciate a rispettare anche le opinioni della minoranza consiliare. Questa acredine gratuita dimostra la debolezza dell’attività amministrativa e di chi la anima che, a dispetto del nome che si sono dati, non riescono ad avviare il funzionamento di elementari strumenti di garanzia democratica qual è il confronto politico fra chi amministra e chi democraticamente fa opposizione, senza ricorrere a una latitanza quinquennale camuffata da Aventino.

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