Castelbuono e l’assistenza sanitaria in affanno, le ansie e le preoccupazioni al tempo del Covid-19, le riflessioni di Nicolò Cusimano

Assistenza sanitaria in affanno
Niente medico di famiglia, nessuna possibilità di farsi prescrivere un farmaco, costretti persino a rinviare la vaccinazione influenzale in presenza di pandemia covid galoppante. 
Un incubo vissuto a Castelbuono da centinaia di persone. 
L’inverno è alle porte con il prevedibile strascico di influenze e patologie varie.

Le autorità sanitarie preposte, a livello di presidio, pare che siano nel pallone. Il problema ad oggi non è stato risolto. Non è una critica ma una constatazione.

Si era convinti che a Castelbuono fossero operativi i medici di famiglia associati. In ogni studio medico era, forse lo è ancora, esposto un cartello che avvisava i pazienti che in caso di assenza del proprio medico sarebbero stati disponibili altri medici operanti a Castelbuono, appunto “associati”. Ci si chiede: perché non è scattata questo tipo di alternativa? D’accordo, l’associazione è prevista solo in forma volontaria ma, in caso di emergenza quale la presente, da quale autorità potrebbero essere coinvolti i restanti medici ad operare in tale direzione?

È evidente che anche loro vivono un carico di lavoro molto pesante ma una soluzione è d’obbligo. 
 Non è tutto: Questo paese avrebbe bisogno di un “infermiere di comunità” che si occupi dei vaccini o dell’assistenza domiciliare. Con il decreto Rilancio in Gazzetta Ufficiale, l’infermiere di famiglia/comunità è legge. In tante regioni italiane è da tempo operativo. Figura importante (non è l’assistente del medico) ma una figura altamente specialistica di raccordo. Se presente nel nostro territorio potrebbe quanto meno provvedere alle vaccinazioni contro l’influenza. Utopistico sperarci? Probabile. Ma se dal distretto sanitario non trovano medici sostituti per Castelbuono forse potrebbero reperire un infermiere che almeno potrebbe risolvere la mancata copertura antinfluenzale delle persone attualmente prive di assistenza medica.
Anche questa potrebbe configurarsi come prevenzione per non continuare ad ingolfare pronto soccorsi e reparti ospedalieri. 
Un pensiero ed un convinto augurio di pronta soluzione positiva (non guarigione perché non sono ammalati – ma anche se lo fossero?) per tutti coloro che attualmente sono risultati positivi al covid19 e che (bambini e adulti) stanno attraversando dei momenti di angoscia. 

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