Castelbuono: l’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente ha autorizzato il Piano di gestione del Bosco Comunale

Ormai non ci sono più dubbi. L’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente (Comando Corpo Forestale), vista la richiesta formulata dalla nostra Amministrazione n.16828 del 10 dicembre 2014 e il parere tecnico di conformità del Servizio 15 dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Palermo del 22 dicembre 2015 del Piano Economico e di Gestione del bosco comunale al Piano Forestale vigente, previe prescrizioni delle opere e/o attività da eseguirsi ha approvato il Piano economico e di gestione del bosco comunale.
Il Piano di Gestione del bosco comunale è stato redatto dall’agronomo Andrea Puccia e lo studio dello stesso Piano è stato richiesto dal Parco delle Madonie. Il Piano di Gestione del bosco è suddiviso in 18 sezioni di taglio ed è esteso 348.83.35 ettari. La superficie dell’area ricade nelle seguenti contrade: Bosco, Barraca, Canalicchio, Pizzo Castellana, Piano Sempria, Cozzo Luminario, Valle Intera, Valle Girasa, Piano Ferro e Piano Pomo.
«Tutto il bosco comunale di Castelbuono – si legge nel Piano di gestione – negli anni Trenta è stato oggetto di un progetto per il quale è stata elaborata una planimetria, nella quale l’area boschiva è stata suddivisa in 18 sezioni di taglio e di diversa superficie».
Obiettivo del Piano di Gestione è quello di definire un modulo gestionale che, senza trascurare gli aspetti naturalistici ed ambientali, sia in grado di far ripartire un settore economico del tessuto sociale castelbuonese, che nei decenni passati ha fornito reddito e benessere a molte famiglie della cittadina, conferendo al prodotto legno/carbone un maggiore valore aggiunto.
«Per raggiungere questi scopi – si legge ancora nel Piano – ci vuole una corretta gestione del bosco, effettuata sulla base delle normative di settore e che una volta avviato il taglio della Iª sezione si prosegua negli anni, senza bisogno di attendere delibere, gare di appalto, autorizzazioni, pareri e nulla osta vari».
Il vice sindaco con delega alla Tutela Ambientale, Marcello D’Anna ha sottolineato che «anche questo traguardo raggiunto era uno degli obiettivi tra i punti presenti nel nostro programma elettorale. Traguardo che assume sensazione ancor più belle per via delle estenuanti lungaggini burocratiche regionali, basti pensare che il piano di gestione del bosco del Comune di Castelbuono e quindi il progetto esecutivo è arrivato sui tavoli degli uffici regionali il 17 dicembre 2014. Abbiamo portato a casa una vittoria grazie alla nostra testardaggine nel non mollare mai, che ci consentirà di operare dopo tantissimi anni dall’ultimo taglio che risale al 2006 e proseguire per i prossimi 18 anni tanti quanti sono i numeri delle sezioni di taglio. E’ doveroso ringraziare per l’impegno profuso il progettista il dr. Andrea Puccia il distaccamento forestale di Castelbuono nella figura del comandante e il sottufficiale Mario Prestigiovanni.
Continuo ad apprezzare, l’interesse alla salvaguardia del verde delle zone montane che dopo anni di abbandono, questa amministrazione sta rivalutando e attenzionado, i nostri boschi sono un patrimonio inestimabile che oltre a dare un contesto paesaggistico al nostro Paese sono stati e continueranno ad essere una risorsa per l’economia e le maestranze Castelbuonesi. Sicuro che anche il progetto curato da Andrea Puccia darà la giusta direttiva sulle buone pratiche forestali di taglio e gestione del boscho, creando opportunità lavorative impegnando le diverse maestranze.
Un ritardo inammissibile.
E non parlo solo dell’ultimo anno, dei circa 14 mesi nei quali la pratica giaceva sui tavoli dell’assessorato.
Mi riferisco ad un ritardo di 10 anni, se è vero, com’è vero, che l’ultimo taglio è stato effettuato nel 2006.
Il nostro è un bosco ceduo, (dal latino caedo, “io taglio” che è una forma di governo del bosco che si basa sulla capacità di alcune piante di emettere ricacci se tagliate), pertanto ha bisogno di essere periodicamente tagliato.
E questo stallo, ha comportato dei danni incalcolabili anche alla vegetazione, oltre che all’economia di quelle piccole aziende locali che vivevano delle risorse boschive e sono state costrette ad importare in questi anni il legname dai vicini nebrodi.
Se le aziende locali, potevano tagliare, si sarebbe utilizzata tanta manodopera locale. Invece, si tagliava sui Nebrodi ed a Castelbuono arrivava la legna da fuori. Ed il nostro bosco nel frattempo soffriva. Per 10 lunghi anni. Complimenti!
fortuna che c’è di mezzo un ente pubblico che dovrà gestire l’affidamento per i lavori di taglio ricercando ditte regolari, diversamente per tutti gli “abusivi” che in questi ultimi anni tagliano boschi incontrollati sarebbe stata una vera manna.