“Chiare, fresche et dolci acque”. Castelbuono in comune interviene in merito al prelevamento dell’acqua dal fiume Vicaretto

Giorno 28 settembre c.a., a seguito di un’interrogazione del gruppo consiliare Castelbuono in Comune, relativa alla crisi idrica che quest’estate ha colpito il nostro territorio, il Sindaco Mario
Cicero ha comunicato in Consiglio comunale che, per affrontare il problema, “per tutta l’estate è stata prelevata l’acqua del fiume Vicaretto, in contrada Gonato, e immessa nella rete idrica comunale”. Più precisamente, l’acqua del fiume viene prelevata direttamente con dei tubi da una vasca in cui si raccoglie e tramite dei motori, chiusi dentro una piccola costruzione, viene pompata verso il serbatoio di Centomasi.
Il Sindaco ha precisato che “l’acqua è buona… anzi buonissima” e che, prima di essere immessa nella rete, passa attraverso dei potabilizzatori. Nell’interrogazione, si chiedeva anche di poter prendere visione delle analisi chimico-fisico-batteriologiche che l’ente comunale è tenuto periodicamente ad effettuare e, in particolare, di quelle relative al periodo del prelievo di acqua di fiume. Non avendo ricevuto risposta in tal senso, il gruppo consiliare Castelbuono in Comune si è rivolto agli uffici comunali competenti, apprendendo che le ultime analisi effettuate risalirebbero ad un periodo antecedente l’appresamento.
Ci dispiace constatare, con amarezza, che i cittadini hanno utilizzato e bevuto un’acqua di cui non si conosce, ad oggi, l’effettiva salubrità e, oltretutto, in violazione delle più elementari norme sulla sicurezza dell’approvvigionamento idrico.

Sulla base di quanto esposto, chiediamo:
1. se sono state richieste ed acquisite tutte le necessarie autorizzazioni all’appresamento previste dalla legge, a garanzia della salute dei cittadini;
2. se l’acqua appresata da un fiume abbia “una qualità tale da non avere conseguenze sulla salute di chi la beve e sulla salubrità del prodotto alimentare finale”. Ricordiamo che, nella primavera del corrente anno, è emersa tutta la problematica di come l’utilizzo di sorgenti relativamente superficiali esponga anche l’acqua di sorgente alla contaminazione dovuta alle deiezioni animali. L’acqua di una sorgente tuttavia, per quanto superficiale, deriva dall’azione di filtro operata dalle rocce permeabili attraverso cui scorre, per andare ad alimentare l’acquifero. Al contrario l’acqua di un fiume è totalmente esposta e, quindi, suscettibile di qualsivoglia tipo di inquinamento, come può essere quello chimico o la contaminazione dovuta a escrementi o ad animali morti in putrefazione;
3. se si conosce il significato del termine “potabilizzatore” perché, per quanto è dato sapere, il Comune dispone di filtri e non di potabilizzatori. Non si capisce infatti perché, se il Sindaco è così sicuro del buon funzionamento degli strumenti che sarebbero posti all’interno della costruzione contenente i motori, è necessario “correre a staccare i tubi dalla vasca” in caso di pioggia, come da lui dichiarato in Consiglio comunale. Se un filtro non riesce a trattenere le particelle di terreno, ci chiediamo come possa bloccare eventuali batteri fecali o agenti chimici inquinanti, chiaramente di dimensioni molto più piccole.

L’acqua è un bene prezioso e quella immessa nella rete idrica lo è ancor di più perché deve garantire la salute dei cittadini. Tenuto conto che, per sopravvenute condizioni favorevoli, il comune ha la possibilità di pianificare interventi strutturali atti alla sistemazione delle sorgenti per un’efficiente captazione e per ridurre le perdite nella distribuzione, chiediamo che vengano programmate opere che mettano in garanzia la salute pubblica nell’utilizzo di acque potabili, piuttosto che interventi raffazzonati e pericolosi.

Aspettiamo fiduciosi una risposta che possa dare ai cittadini la sicurezza di aprire il rubinetto, far scorrere l’acqua filtrata dalle nostre montagne e berla in tutta serenità.

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