Chiuso dalla polizia centro scommesse abusivo a Cefalù. Il titolare non aveva la licenza

Chiuso dalla polizia centro scommesse abusivo a Cefalù. Il titolare non aveva la licenza

 

Gli agenti della squadra di polizia amministrativa e sociale del commissariato di polizia di Cefalù diretto da Manfredi Borsellino hanno chiuso un punto scommesse ricavato all’interno di una cartolibreria nella centralissima Via Roma. Era sorto come cartoleria e centro di elaborazione dati ma recava le insegne pubblicitarie di un noto sito tra i più gettonati nel “betting” internazionale. Il titolare era privo della concessione dell’amministrazione finanziaria dogane e monopoli di Stato.

 

A febbraio era stato formalizzato il rigetto dell’autorizzazione ma il centro scommesse non aveva ottemperato alla chiusura. Inevitabili i controlli dai quali è emerso che, nonostante l’ordine di chiusura, l’agenzia continuava a essere aperta agli scommettitori, peraltro allettati dalle percentuali di vincita più alte rispetto a quelle riconosciute dai punti di scommessa legali gestiti da società concessionarie. Il giovane titolare è stato denunciato alla Procura di Termini Imerese e tutte le strumentazioni informatiche sono state sequestrate.

 

Nel corso dell’operazione è stato sequestrato anche materiale informativo per le giocate internazionali e un periodico specializzato nelle scommesse.

 

Prosegue intanto l’azione dello stesso commissariato sul fronte delle truffe telematiche e dei reati comuni commesse attraverso il web. Un giovane di Faenza è stato denunciato per aver utilizzato dal proprio pc una carta di credito altrui (i cui estremi aveva in precedenza carpito con un’azione di hackeraggio).

 

L’utilizzo fraudolento di una carta di credito (reato introdotto da una norma del 2001) si consuma con il semplice utilizzo (sia via web che presso i bancomat o i pos degli esercizi commerciali) della carta, anche se l’acquisto o il prelievo in concreto non si realizzano per insufficienza del credito disponibile o per altre ragioni.

 

È proprio quello che è accaduto al giovane di Faenza incappato nella rete dei poliziotti di Cefalù. Dopo la denunzia della vittima, una giovane donna che con sommo stupore a metà dicembre del 2012 si era vista recapitare sul cellulare due sms di preavviso di addebito, per gli agenti del commissariato non è stato difficile risalire al colpevole grazie all’incrocio di dati reso possibile dall’individuazione dell’indirizzo IP della postazione informatica impiegata dal truffatore e dall’acquisizione dei tabulati dei due siti (quello della Sisal e quello di un’azienda forlivese) dove il responsabile aveva cercato di adoperare la carta.

 

Proprio il sito della Sisal si è rivelato prezioso per gli investigatori per dare un nome e un cognome al giovane, il quale adesso rischia ora fino a ben cinque anni di carcere.

 

(lavoceweb.com)

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