Chiuso l’asilo nido ed annullata l’intitolazione
La giunta Tumminello per razionalizzare le risorse ha deciso di chiudere l’asilo nido, dove vi erano pochi bambini.
I sei dipendenti impiegati in questa struttura faranno parte di uno sportello collegato con l’Università degli Studi di Palermo, ciò per agevolare gli universitari castelbuonesi.
Con la chiusura dell’asilo nido, cade una delle ultime decisioni assunte dalla giunta Cicero, quella contenuta nella deliberazione numero 60 e approvata nella seduta del 4 maggio scorso, con cui si deliberava di “intitolare l’asilo nido comunale di via Mazzini all’insegnante Teresa Castelli”.
(MADONIELIVE – Giuseppe Spallino)
Capiranno mai i sedicenti operatori della (mala)politica la relazione che lega i servizi ai costi ? Da dove vengono e cosa hanno fatto costoro prima di andare a sedersi sugli scranni di Montecitorio, Palazzo Madama, Palazzo dei Normanni e nelle sedi comunali ? Non sono, forse, questi signori il prodotto di una società senza una scuola che forma, prepara alla vita, educa al senso della responsabilità ? Di fronte al fallimento del nostro Paese, certamente legato alla scelta (giammai ad una selezione rigorosa)dei rappresentanti del popolo, occorre chiedersi se è il caso di parlare di partiti o di concreghe partitiche. Nella normalità dei casi, e almeno così è in Germania, la vita dei partiti è regolata da una legge dello Stato che prescrive la formulazione di un programma e l’ elezione di organi di controllo interni. Questo è il caso anche di partiti che si fondano su una idea e su ideali.
Le congreghe partitiche sono tutt’ altra cosa: o ruotano intorno ad un personaggio che raramente è in grado di ispirare la fiducia necessaria e trasmettere l’ affidabilità indispensabile in quanto privo di esperienza di vita vissuta all’ interno dei sani gangli della società, o è il prodotto estemporaneo di un fenomeno d’ epoca, avulso dalle passioni che esistono, animandola e vivificandola, in ogni comunità grande o meno che sia. Nel secondo caso possiamo parlare di anormalità o di assurdità che in alcun caso, e al lume della ragione, possono giustificare l’ assunzione di un personaggio come punto di riferimento ideale. Dalle congreghe partitiche dominate dall’ invadenza di un personaggio non c’ è che da diffidare. Non ha importanza se si tratta di soggetti che agitano il vessillo di presunti valori esistenti o latenti nella società. Si è sempre in presenza di forme più o meno esasperate di egocentrismo, talvolta sapientemente mascherate dietro il paravento di bonum communis di facciata, che nulla da condividere ha con i bisogni reali, complessi e variegati, della società del XXI Secolo. Che nel nostro Paese, in particolare, ci si trovi a fronteggiare una forma di smarrimento in dipendenza della mancanza di bussole di riferimento e orientamento, mi sembra più che evidente. La questione è come implementare nel presente le certezze del domani . . . . se di “certezze” ci è consentito parlare. Forse di speranze. Ma anche queste devono avere le premesse cui fare riferimento. E queste premesse dipendono da noi e soltanto da noi. Insomma dalla nostra capacità o meno di saper leggere i segni del tempo nel quale viviamo e il suo (Zeit)geist (spirito). Un mio caro amico lamentava, in occasione di un nostro ormai molto lontano incontro, che l’ uomo contemporaneo ha perduto ogni capacità di “pensare” o di “cogitare”. Aveva ragione ! Quella incapacità che non ci consente di “essere”. Quello “essere” o “Sein” che da Platone a Martin Heidegger accompagna l’ uomo nel suo tormentato percorso terreno.
Mi sembrava l’ora. Nessuno si è accorto che da almeno dieci anni l’asilo ospitava al massimo sei bambini con n. 4 maestre? Non esiste il parametro bambini- insegnanti per legge?