Costituente: Cicero sempre il più “creativo” nella gara a chi la spara più grossa

(Riceviamo e pubblichiamo) – L’ultima trovata del Sindaco di Castelbuono Cicero, nell’affannosa ricerca di una “creativa” visibilità, è la proposta di fusione dei due parchi regionali delle Madonie e dei Nebrodi in un unico parco nazionale.

La proposta viene lanciata da lui che, tra le tante materie di cui si intende, annovera anche i parchi, e dal Presidente del GAL dei Nebrodi. Quello delle Madonie evidentemente non è il frangente nel quale Cicero possa confidare.

Lungi da noi contestare l’idea di creare un corridoio naturalistico tra i due parchi (non dimentichiamo che si sta blaterando pur sempre di parchi naturali), ma anche socioeconomico, intendendo attività economiche compatibili con la tutela dei territori oggetto dell’attenzione di Cicero e del GAL dei Nebrodi.

Non ci sogniamo neppure di metterci di traverso contro l’idea di trasformare il nostro parco, insieme a quello dei “cugini” nebrodesi, in un parco nazionale che, in un’epoca non felice per i parchi in genere, comunque nulla ha a che vedere con i nostri disastrati parchi regionali.

Il problema non è l’idea in sé. Il problema è che chi la lancia la rende poco credibile, non avendo probabilmente neppure le idee chiare sull’argomento di cui si parla ed essendo stato uno degli indiscussi protagonisti delle vicende politiche, amministrative ed economiche madonite negli ultimi venti anni. Bastano alcuni esempi, senza approfondire: Parco, GAL, Consorzio turistico, SNAI, per non tacere delle avventure del Consorzio produttori madoniti.

L’iniziativa è stata lanciata in alcuni incontri, svolti o programmati in diversi luoghi dei due fortunati territori, con un folto parterre di personalità arruolate nell’impresa.

Purtroppo, nella fretta, o nella convinzione di avere tutti a propria disposizione senza troppe formalità, Cicero ha inserito nella locandina i responsabili delle principali associazioni ambientaliste tra coloro che sarebbero dovuti intervenire, senza invitarli. Di conseguenza, le associazioni Legambiente Sicilia e WWF Italia sono intervenute sul tema con note rese sui mezzi di informazione. Eccone alcune.

WWF Italia: “La proposta per l’istituzione di un nuovo parco nazionale non può che essere colta dal WWF come una buona notizia, ma l’ipotesi che questo possa nascere dall’unificazione dei parchi regionali delle Madonie e dei Nebrodi sembra più una provocazione istituzionale che una proposta vera e propria.”

“Ben si sa infatti che il presupposto di un parco nazionale è costituito da una norma statale che lo prevede, cosa che non c’è per le Madonie e i Nebrodi. Inoltre in Sicilia ci sono tre parchi nazionali previsti per legge nazionale del 2007 che non riescono a trovare luce.”

Legambiente Sicilia: “… ci pare che l’iniziativa, così come proposta, presenti alcuni aspetti di ambiguità e rischi di banalizzare la costituzione di un parco nazionale in sostituzione di un parco regionale, piegando questa eventualità non a caratteri di valutazione tecnica bensì a logiche di contingenza politica o, peggio ancora, solo in relazione alle fonti di finanziamento”.

“In merito al futuro di Madonie e Nebrodi, di cui non sono in discussione i valori naturalistici, a nostro avviso si dovrebbe partire innanzitutto da ciò che ha determinato la crisi dei parchi regionali. Come associazione, da anni denunciamo che i parchi regionali sono stati trasformati in enti lottizzati ed in una sorta di grandi Proloco senza più prospettiva strategica”.

“Riteniamo che chi è stato amministratore di questi enti o comunque protagonista di questa lunga stagione di snaturamento del ruolo dei parchi regionali, non possa oggi proporre un nuovo modello di governance come quello del parco nazionale senza partire prima da una piena autocritica su quanto successo negli ultimi 15 anni e senza individuare prioritariamente gli obiettivi da perseguire, che non possono essere certo quelli della maggiore disponibilità di risorse che lo Stato garantisce ai propri enti strumentali rispetto alla Regione”.

“La scelta di sostituire ai parchi regionali dei parchi nazionali deve rispondere a precisi criteri di maggiore tutela dei territori e della natura presente, che nei contesti di Madonie e Nebrodi non sono attualmente rinvenibili: pensiamo al progetto dell’Osservatorio astronomico sulla Mufara in piena zona A di tutela integrale del parco delle Madonie, che pone numerosissimi elementi di crisi e di involuzione nella tutela della natura, o alla dorsale dei Nebrodi trasformata proprio dall’ente parco in una pista carrabile tutto l’anno con traffico motorizzato incontrollato che oggi raggiunge il cuore delle faggete poste nelle aree di massima tutela”.

Il sindaco Cicero è attore principale delle passate stagioni in cui sono emerse le criticità del parco delle Madonie così come di altri enti sovracomunali. Ha tutti i titoli per affrontare e risolvere queste criticità piuttosto che aggirare l’ostacolo e buttarla su una mera questione di finanziamenti.

Non si può pensare che, invece di affrontare le criticità, si aggiri l’ostacolo ritenendo che la soluzione sia quella di avere più soldi.

Non è una questione di quantità, ma di qualità della spesa pubblica e, se la utilizziamomale, il fatto di avere più soldi aggrava solo il danno.

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