Crack rifiuti:18 milioni di debiti per Ecologia&Ambiente. Guerra aperta con i comuni

di Michele Ferraro _ Madoniepress.it

Ormai è guerra aperta fra l’ATO 5 “Ecologia&Ambiente” e i 16 comuni soci della società d’Ambito Territoriale incaricata della gestione dei rifiuti in un ampio territorio che va da Trabia a Pollina, coprendo l’intero comprensorio dell’Imerese e delle basse Madonie (Trabia, Caccamo, Termini Imerese, Sciara, Cerda, Aliminusa, Montemaggiore B., Scillato, Collesano, Isnello, Gratteri, Lascari, Campofelice di R., Cefalù, Castelbuono, Pollina).

Con una nota di fuoco inviata ai sindaci dei comuni soci il commissario dell’ATO 5 Francesco Mannone, in sostanza alza bandiera bianca, richiamando i comuni al pagamento degli arretrati, dietro la minaccia di una procedura esecutiva. “Qualora il Comune non provveda al pagamento di quanto dovuto – si legge nella nota inviata ai sindaci nei giorni scorsi – gli eventuali costi, oneri, sanzioni ed interessi moratori verranno segnalati all’autorità competente per l’eventuale danno erariale. Si ribadisce altresì, che la situazione di cassa di questo Ufficio del Commissario in mancanza di adeguati pagamenti, non potrà assicurare il regolare svolgimento del servizio e ad esso, per tali motivazioni, non potrà essere attribuita alcuna responsabilità.

Insomma Mannone alza bandiera bianca e rincara la dose contro i sindaci: “Alcuni Amministratori continuano a non tenere in considerazione l’attuale difficile contingenza economica in cui versa la Società a seguito del mancato trasferimento delle spettanze dovute da alcuni comuni soci, come dalle diffide di pagamento inviate da questa Gestione Commissariale. Questa situazione, protratta nel tempo, non consente la manutenzione dei mezzi, ormai vetusti, rendendo, estremamente complessi i rapporti con i fornitori (nello specifico per gli auto compattatori, carburanti, officine, ricambi, lubrificanti, ect), che hanno proceduto con decreti ingiuntivi per il recupero delle spettanze dovute, che arrecheranno sicuramente danni erariali alle casse della Società.

Considerate la palude in cui è impantanato l’ATO 5 alcuni fra i 16 comuni soci, in virtù di una disposizione attuativa conseguente al piano straordinario di emergenza per i rifiuti, adottata lo sorso anno dalla Presidenza della Regione, hanno provveduto direttamente a noleggi ed anche ad acquisti di attrezzature per lo smaltimento dei rifiuti con carattere di emergenza, decurtando le spese affrontate dalla quota sociale da versare all’ATO di appartenenza. Ma anche su questo si accende lo scontro con Ecologia&Ambiente che scrive a chiare lettere “risulta evidente che i costi sostenuti da ogni Comune per conferimenti e per prestazione di servizi direttamente commissionati a ditte terze non possono essere riconosciute in decurtazione, in quanto tali costi non saranno contabilizzati nel nostro bilancio e quindi non vi verranno rendicontati.”

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