“I cristianesimi impossibili”: incontri con fra F. Cucinotta
La Chiesa ha conosciuto pensatori che, spinti dal sincero desiderio di esporre nel modo più sistematico, metodico e critico le ragioni della speranza cristiana, hanno prodotto dei testi, alcuni dei quali si sono rivelati autentiche intuizioni profetiche capaci di anticipare il procedere della Chiesa; altri invece hanno generato turbamento e disorientamento nel popolo di Dio al punto da determinare l’autorevole intervento del Magistero della Chiesa nel salvaguardare l’immutabile deposito della fede.
Questo ciclo di incontri intende volgere lo sguardo proprio su questi “Cristianesimi impossibili” e accostarsi a tali testi e ai relativi documenti del Magistero al fine di conoscere i principi fondamentali dei singoli progetti e le ragioni dei rilievi critici loro mossi.
Si tratta di una opportunità di riflessione offerta a coloro che:
– desiderano avere una conoscenza dei principali contenuti del Cristianesimo;
– sono mossi da una fede che cerca sempre le ragioni della sua speranza.
Gli incontri saranno tenuti da fra Filippo Cucinotta, OFM Capp., docente di Teologia orientale alla Pontificia Facoltà teologica di Sicilia (Palermo).
Il secondo appuntamento sarà sabato 17 dicembre 2016, presso il salone della parrocchia “S. Antonino martire” di Castelbuono, dalle ore 20,00 alle ore 21,00.
Verrà preso in esame il libro di Leonardo Boff, uno dei più importanti esponenti della Teologia della Liberazione , dal titolo Chiesa: carisma e potere, le cui tesi furono sottoposte a giudizio dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e per le quali fu condannato al silenzio.
Leonardo Boff condannato all’ “ossequioso silenzio”, non ancora al confino, dall’ex Sant’Uffizio per il libro “Chiesa, carisma e potere”. Quest’altro esempio di “cristianesimo impossibile” lo illustrerà, con le sue sicurezze di sempre, padre Cucinotta. Forse non ci si è accorti che da tre anni Papa Francesco parla di “inequità planetaria”, di “gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo” e ci chiede di rivolgerci all’uomo con l'”evangelii gaudium” e con amore misericordioso piuttosto che con giudizi e condanne. Forse non è giunto a S.Antonino neanche il pressante invito del nostro vescovo a “schiodare la parola di Dio dai luoghi comuni in cui è stata rinchiusa e bloccata… per l’annuncio di un Kerigma sconvolgente e rivoluzionario, attraente e salutare per l’umanità”.
Gentilissimo Cristiano (possibile), sono felice nel sapere che lei ha così chiari i messaggi di Papa Francesco e del nostro Vescovo e sono certo che li metterà in pratica ogni giorno nel suo servizio alla Comunità Ecclesiale.
Noi invece siamo umilmente sempre alla ricerca delle “ragioni della nostra speranza”, nel tentativo di rendere più consapevole il nostro annuncio. Mi auguro di vederla tra i partecipanti dell’incontro, anche se visto che ha scelto l’anonimato per scrivere il suo intervento, non potrò rendermi conto della sua presenza. Potrà così verificare personalmente come non si diano giudizi o condanne di sorta ma si diano degli spunti di riflessione presentando da una parte le tesi dei teologi in oggetto attraverso i loro scritti, “alcuni dei quali si sono rivelati autentiche intuizioni profetiche capaci di anticipare il procedere della Chiesa, altri invece hanno generato turbamento e disorientamento nel popolo di Dio”, dall’altra come la Chiesa, dall’alto della sua autorità, è intervenuta per confutare quelle tesi. Sarà poi la sensibilità e l’intelligenza di ciascuno a formare il proprio giudizio. Tutto questo nella speranza, ringraziandola per la citazione del nostro Vescovo, di “schiodare la parola di Dio dai luoghi comuni in cui è stata rinchiusa e bloccata… per l’annuncio di un Kerigma sconvolgente e rivoluzionario, attraente e salutare per l’umanità”.
Il Giubileo della Misericordia da poco concluso, ha messo in evidenza l’esigenza di accogliere, cercando di comprendere le ragioni di coloro che, pur appartenendo alla Chiesa, si sono allontanati. La parabola della pecorella smarrita, non a caso detta “della Misericordia”, ci mostra come il Pastore(Dio), lascia le 99 pecorelle per cercare proprio quella che si era smarrita. Perché , ci domandiamo, la vita dell’unica smarrita è più importante di quelle cosiddette al sicuro? Perché proprio il ritrovamento di quella smarrita da’ senso all’operato del Pastore. È proprio nel non essere che si trova la ragione dell’essere. Quindi signor “cristiano (possibile), forse è’ lei che non ha ben compreso quali sono le sfide del mondo attuale per i cristiani . Un ringraziamento a colui che ci soffre, con passione e grande dedizione, la conoscenza di “cristianesimi impossibili” attraverso i quali comprendiamo e valorizziamo ancora di più il nostro cristianesimo “possibile. È questo che vuole papà Francesco… Se poi lei preferisce che si pettinano le pecore…
cara Mimma,la tua filosofia e le tue parabole sono belle. però Valle a raccontare a certi “preti” proprietari delle chiese a loro affidate. loro indaffarati per come sono la pecorella smarrita non la vanno a cercare,anzi non gliene frega proprio niente.perciò sarebbe buona cosa meno parole e più fatti.