Da meta di lusso delle Madonie a ecomostro, la triste parabola dell’Hotel Milocca. Il reportage di PalermoToday

Pubblichiamo di seguito l’articolo scritto da Federica Virga su Palermotoday.it sullo stato dell’arte dell’ex albergo Milocca
(Di Federica Virga – Palermotoday.it) – Una piccola Courmayeur nel bosco di Castelbuono. Una pietra miliare del turismo anni Ottanta in Sicilia. Perché mentre i palermitani lo avevano eletto meta per i weekend invernali fuori porta, furono proprio gli stranieri a sceglierlo come albergo delle vacanze di Natale e del Capodanno. Ora l’Hotel Milocca non è solo abbandonato da un decennio, imbrigliato in una serie di vicissitudini giudiziarie, ma anche devastato dopo che degli sciacalli ne hanno effratto l’ingresso saccheggiando e vandalizzando tutto.
La struttura a tre stelle, in contrada Piano Castagna nel cuore delle Madonie, è attorniata da oltre 40 mila ettari di parco naturale. Quattro piani su 2.500 metri quadrati di superficie, 52 camere e 3 suite per un totale di 115 posti letto. Al suo interno una sala per la colazione e un bar, il ristorante, ma anche una sala convegni e la discoteca. Il lusso però arrivava grazie a piscina, sala relax, sauna, palestra e persino un campo di bocce.
Alla scoperta dell’ecomostro del turismo extralusso
Ad esplorare l’albergo abbandonato dagli anni Novanta è stato il collettivo fotografico Liotrum che si occupa di documentare i luoghi fantasma della Sicilia. “Immerso nel bosco, poteva essere un luogo di rilancio turistico e invece è come se qui fosse stato decretato il decesso del turismo della zona – spiega a PalermoToday Cristiano La Mantia, membro del collettivo -. Un hotel completo di sala da ballo e piscina, molte camere da letto e una grande sala ristorante, il tutto distrutto e vandalizzato. Esplorandolo in lungo e in largo abbiamo scoperto anche una sala un tempo adibita a palestra. Alcuni registri giacciono in un ufficio ormai devastato. Troviamo anche alcune cartoline che ritraggono l’albergo quando ancora accoglieva i suoi ospiti e godeva di salute. Una salute terminata tanto tempo fa, che sembra non interessare a nessuno che continua a vivere nel degrado e lo sarà fino al giorno in cui sarà irrecuperabile”.
Un hotel dove ogni cosa non è al suo posto
All’Hotel Milocca ogni cosa non è al suo posto. Gli infissi, dai vetri rotti, fanno immaginare quello a cui si assisterà una volta varcata la porta d’ingresso che dà accesso alla reception. “La pulizia è bella, collaboriamo tutti” si legge in uno dei tanti cartelli scritti a mano dagli albergatori affisso su una delle pareti e rivolto agli ospiti. La piscina, lunga 18 metri, larga 9 e profonda 4, è ormai una palude. I signori clienti, un tempo, prima di entrare in acqua avrebbero dovuto fare una doccia così come prescritto in un messaggio che ha resistito al tempo.
Una volta dentro, tutto è distrutto, sventrato. Lo scenario è fatiscente. Dai soffitti mancano le luci, l’intonaco alle pareti è scrostato. Per terra polvere, vetri rotti, legna e cartacce. Nel grande salone, dove dei divani è rimasto soltanto lo scheletro di legno con qualche brandello di tessuto, qualcuno ha disegnato murale. Un viso con due occhi, un naso e infine una bocca che “l’artista” ha fatto coincidere con quel camino che scaldò gli inverni di 30 anni fa. Intorno si trovano carcasse di tv, rigorosamente a tubo catodico. Nella sala adibita a ristorante giace su un fianco qualche tavolo privato ormai delle sue sedie, mentre nelle camere da letto dove le reti non sono state saccheggiate, i materassi a molle sono ormai svestiti dalle lenzuola ma pieni di coperte di lana appallottolate. Un dettaglio, quest’ultimo, che lascia immaginare il freddo di una Castelbuono invernale e il comfort di un albergo come il Milocca una volta all’interno.“
Tra un po’ ci saranno moltissimi commenti in cui si griderà allo scandandalo ma mani nessuno dirà di chi è veramente la colpa e che era di certo una cattedrale nel deserto mal gestita che nessuno riuscirà mai a rivalutare perché economicamente improponibile a me che non ci pensi qualche sceicco del Catar.
Scusate gli errori:
*ma mani = ma mai
** Catar = Qatar
Quando mai alberghi e villaggi turistici vengono realizzati e gestiti politicamente da enti pubblici ? Quello turistico è un settore che può essere gestito soltanto da privati che vi investono il proprio denaro e si preoccupano, nei limiti del possibile, di ottenere un certo profitto. Tuttavia il Milocca ha resistito ed era un fiore all’occhiello per Castelbuono. La crisi è stata sicuramente di genere giudiziario e gestionale ma è pure vero che già più di 10 anni fa quel genere di turismo non tirava più . Vedasi la fine di tutti gli alberghi di Piano Zucchi alcuni dei quali privati. La vera vergogna sta nel non avere individuato da subito una utilizzazione alternativa e soprattutto non averne evitato la vandalizzazione. Adesso è troppo tardi per trovare una soluzione accettabile e la struttura abbandonata si aggiunge alle altre migliaia di strutture pubbliche incomplete o abbandonate sul territorio nazionale da nord a sud.
Ciò che fa veramente ribrezzo, è pensare che in attesa di capire che fine avrebbe fatto il Milocca, si poteva predisporre un servizio di vigilanza che quantomeno avrebbe impedito alla struttura di finire in mano agli sciacalli. Non era difficile prevedere che avrebbero vandalizzato e deturpato la struttura, ma ovviamente nessuno ci ha pensato. Ecco un altro triste capitolo del nostro bello e sfortunato territorio. Quale sarà il prossimo?
E chi lo pagava? Pantalone?
@Michele Mazzola. Concordo pienamente!
Con tanta gente “infilata” nell’allora Provincia di Palermo, bastava reclutarne 4-5 per svolgere dei turni di vigilanza all’ex Hotel Milocca.
Un possibile utilizzo? Un bel maxi centro per migranti come a piano zucchi
consiglio leggere gli articoli correlati…
L’albergo, segnala Lapunzina (consigliere provinciale, ndr), è chiuso e versa in stato di abbandono, da quando la Provincia nel 2011 ne “ha riacquistato il possesso, senza però promuoverne quel nuovo utilizzo, capace di determinare incremento turistico e occupazione”.
Ancora più scandaloso è il mancato pagamento dei canoni di locazione da parte del passato gestore, la cooperativa Futura, che ha avuto in affidamento la struttura per un quarto di secolo e che, per la ristrutturazione, aveva ottenuto, tra il 1985 ed il 1990, contributi a fondo perduto dalla Regione, per quasi due miliardi di lire: un miliardo e mezzo prima, 500 milioni dopo.
Il gestore avrebbe dovuto pagare un canone annuo di 450 milioni poi ridotto a 120 milioni delle vecchie lire. Non ha versato proprio nulla e alla fine del 2011 ha perfino chiuso l’albergo. I militanti del circolo SuperArci e la sinistra giovanile di Castelbuono avevano sollevato il caso occupando l’albergo. Chiedeva una sorveglianza della struttura per evitare atti di sciacallaggio e di vandalismo. “Con la nostra occupazione simbolica – avevano spiegato – abbiamo voluto accendere i riflettori sul futuro della struttura e auspichiamo che gli enti di competenza nel più breve tempo possibile possano dare una destinazione d’uso a questo immobile di proprietà pubblica. Riteniamo, soprattutto in questo periodo di crisi, che la struttura debba essere utilizzata al meglio considerate le sue ricadute occupazionali”.
che fine ha fatto questo esposto? i giornalisti locali si occupano solo di turismo e sorrisi? niente inchieste?
Essere riusciti a far fallire un hotel dove non pagavi neppure l’affitto è non solo una vergogna, ma anche qualcosa che meriterebbe la lente della procura della Repubblica e della corte dei conti, molto solerti peraltro quando vogliono loro.
In questo caso, per qualche oscuro motivo, tutto è stato insabbiato.
Per il tipo di turismo che non tirava più…e certo perché i servizi proposti erano non all’altezza evidentemente.da altre parti di italia tira, chissà perchè