Di Fontanelle, di auditorium e di altre sciocchezze

(Di Massimo Genchi) – Nel commento più governativo che filogovernativo formulato avantieri da tale “Politica e non cultura”, che riferito all’estensore sarebbe “Né politica né cultura”, fra la miriade di sciocchezze ho particolarmente apprezzato quelle dirette implicitamente al Gruppo 2001. Ogni tanto, specialmente di questi tempi, qualcuno del medesimo entourage preso da irrefrenabile impeto attacca: sempre con lo stesso disco, sempre con gli stessi deliri.
Se il monotematico e monotono commentatore non fosse in manifesta malafede dovrebbe capire che il Gruppo 2001 non coincide con il Comitato per Le Fontanelle, non coincide con il Manifesto per Le Fontanelle e rappresenta solo una sparuta unità rispetto all’enormità dei firmatari, tutti falsi, tutti non siciliani, a suo dire tutti manovrati dal Gruppo 2001. Ma ancora prima gli si dovrebbe spiegare che già nel 1999 lo stesso Gruppo 2001 promosse una petizione popolare per la riapertura del Cine Teatro le Fontanelle. Circa un migliaio di cartoline, come quelle qui riprodotte, vennero firmate da altrettanti concittadini (firme, allora come oggi, tutte rigorosamente false…) e consegnate, in un’unica soluzione, al sindaco dell’epoca. Quindi, signor “Né politica né cultura”, cosa blatera? Ma procediamo pure.

Il Gruppo 2001, che persone molto bene informate dei fatti afferenti alla sua cerchia di frequentazioni accusano di avere lavorato negli anni per la dissoluzione della secolare tradizione del Veglione, nel 1999 insieme a pochissimi altri gruppi si impegnò fattivamente per rimettere in piedi quell’antica usanza caduta da tempo nel dimenticatoio. Senza l’impegno di quei due o tre gruppi nel 1999 oggi il veglione semplicemente non esisterebbe, essendo stata celebrata la sua ultima edizione nel 1990. Ciò che ho appena scritto lo può certificare non Enzo Meli o Peppe Cucco ma, per es., Michele Crivello, Peppinello Sferruzza, Patrizia Spallino. Certo, non può attestarlo l’attuale sindaco il quale al veglione era come il turco alla predica, un alieno, nel senso che non soleva frequentarlo. Lo stesso che oggi, in qualsiasi manifestazione, fa l’appello per verificare chi c’è chi non c’è, postando a vanvera, allora non frequentava né questa né altre manifestazioni fino a metà 2002. Divenne assiduo frequentatore del veglione e, in generale, uomo di cultura, a partire da quell’anno. Ma fino al 2012, attenzione. Perché quando cambiò il sindaco lui naturalmente si guardò bene dall’andare al veglione. Se è per questo non andava neppure al Consiglio comunale, figurarsi alle manifestazioni organizzate da quella amministrazione. Ma oggi che c’è lui, tutti siamo precettati a dovere intervenire. Ubi maior…
Ma andiamo oltre. Il Gruppo 2001, a un certo punto della sua vicenda artistica, decise che voleva fare una cosa diversa in un posto diverso. Signor “Né politica né cultura” ci scusiamo se allora non la consultammo. Questa nostra decisione non è mai stata accettata e continua a turbare i sogni suoi e di qualche suo sodale. Ma noi, da persone libere e non soggiacenti a ricatti, abbiamo rivendicato e rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione e in tutta franchezza ce ne freghiamo di ciò che pensa lei e qualcun altro a lei contiguo. Quando lei dice che abbiamo organizzato veglioni in contrapposizione a qualcuno si immerge nella più spudorata malafede per il semplice motivo che il suo, il vostro, sindaco è stato invitato tante volte alle nostre rappresentazioni. A proposito di trattamenti di favore, le vorrei ricordare che, quando nel 2014 la giunta Tumminello si presentò al gran completo pretendendo un posto a sedere per assistere alla nostra satira, noi assolutamente schiavi di quell’amministrazione li lasciammo comodamente tutti in piedi. Può farselo raccontare da qualche assessora, adesso transitata dalla sua parte politica. Lo stesso trattamento riservammo a un certo giornalista che, in nome di una non ben chiara legge sulla stampa, pretendeva due posti a sedere. Se solo glieli avessimo concessi forse oggi avremmo avuto qualche articolo in più a favore delle Fontanelle. Ma forse no. Vorrei anche ricordare ancora alla disonestà intellettuale che la anima, signor “Né politica né cultura”, che nel quinquennio di sindacatura Tumminello il Gruppo 2001 mai si esibì in quella specie di fondaco che chiamano Cine Astra, perché quel luogo non ci piace e non è questione di particolare amministrazione. Dal 2008 siamo stati all’auditorium, ai cappuccini, dove vuole lei ma non nel fondaco. Dal 2008, organizzando in autonomia, abbiamo avuto un palco non professionale ma neppure due assi montati su trabiccoli caracollanti, abbiamo avuto non veri camerini ma stanze decenti, linde, riservate, non invase da mezzo paese, non inondate di vino versato per terra, non invase dal fumo di mille sigarette. Dal 2008 abbiamo rappresentato la nostra satira senza doverci misurare con la protervia di alcuni cosiddetti giovani ai quali riteniamo di non avere niente da trasmettere. Io da ragazzino non ho chiesto a nessuno i segreti della maschera e pure avevo tanti a cui chiedere. Mi sono limitato ad ascoltare. E quando mi trovavo al cospetto di Mario Ignatti o di Pietro Carollo, al quale va tutta la mia solidarietà per il linciaggio morale subito ieri dall’indegno sindaco di Castelbuono, era come se mi trovassi al cospetto di una Istituzione.
Infine, perché essersi esibiti più volte all’auditorium del liceo o in qualsiasi altro posto scelto da noi oggi non permette di reclamare un teatro piuttosto che un cammaruni? E un palco piuttosto che quattro sgangherate assi? E dei camerini piuttosto che un pisciatoio? Possiamo reclamare, insieme a più di altri mille, ciò di cui ci volete privare per farvi un resort di cùddruri fritti?
A proposito, ci siamo permessi, anche stavolta senza chiederle il permesso, sia pure in emergenza, di dare un contributo al buonumore. Potevamo, o no? Ci dispiace che quest’anno nessuno potrà mettere in atto metodi e procedure da polizia fascista per impedire che si faccia ciò che non gli aggrada, come accadde l’anno scorso col manifesto. Ai soliti dodici diciamo che la satira del Gruppo 2001 sarà trasmessa on lain (comunicazioni più dettagliate a seguire) e avrà per titolo L’âti vistu ô voi? Nè aìeri nè oi!
Caro Massimo, devo purtroppo farti notare che in merito alla riproposizione del tradizionale veglione di carnevale dell’anno 1999, hai omesso di citare molti nomi di persone che impegnando il proprio tempo, hanno contribuito alla rinascita della manifestazione mentre hai citato qualche altro che non ci azzecca nulla.
Non faccio riferimento a me, ma innanzitutto ad altri organizzatori di quella edizione, che fra l’altro ci hanno rimesso denaro di propria tasca, così come al gruppo “gli amici di Bertoldo” che oltre che da Mario Ignatti era anche formato da Peppinello Mazzola, da Cesare Fiasconaro e da un certo numero di ragazzi. In più il gruppo “i nipoti da’ zza’ Cicca” di cui oltre al nome che hai citato tu, era formato anche Peppinello Barbarotto, Piero Lo Re ed il sottoscritto.
Di quella edizione non ho ricordi di Michele Crivello, se non tra il pubblico.
Questa non vuole essere assolutamente una nota polemica ma soltanto una precisazione, dato che “ciò che è scritto leggere si vuole” e purtroppo rischia di rimanere “verità storica” come nel caso del nome di qualcuno scritto sui manifesti come regista o di qualche altro, descritto su alcuni libricome “l’unico attore di veglione” di Castelbuono.
Per il resto, pur avendo rispetto per la scelta fatta a suo tempo dal tuo gruppo, vale a dire di rappresentare i vostri lavori in siti diversi dal luogo dove veniva organizzato il tradizionale veglione di carnevale, devo aggiungere che oltre ai motivi da te addotti ce ne sono stati altri, quali ad esempio quello della mancanza del rispetto degli orari, per scelta dell’organizzazione che per incoraggiare i nuovi gruppi, costringevano noi ad orari assurdi.
In una foto scattata in una di quelle occasioni, all’inizio della rappresentazione, sono stato ripreso con l’orologio al polso che segava le 4:10 del mattino.
Ti prego di scusare la mia intromissione che altro non vuole essere se non un tentativo di rettificare la verità a merito di chi si è realmente impegnato in quell’occasione che poi è stata la ripresa del Carnevale castelbonese.
Aggiungo ancora, per maggiore precisione che, del nostro gruppo ” i niputi da’ zza’ Cicca ‘ in quell’occasione ha fatto anche parte, anche se soltanto in veste di “suonatore di contrabbasso” il mitico Cosimo Sferruzza.
Per onore della verità, va pure chiarito che a quella edizione non ha preso parte neppure Pietro Carollo, in quanto le canzoni del gruppo “gli amici di Bertoldo” quella sera sono state accompagnate dalla chitarra di Enzo Cucco, in prestito dal tuo gruppo.
Gli eroici volontari che quell’anno hanno ripreso la tradizione del veglione di carnevale, che assieme al nominativo fatto da te si aggiungevano Paola Sferruzza e sua sorella Anna, Antonietta Piro, Salvatore Mazzola e forse altri che io non ricordo, per rientrare nelle spese, ogni sera, loro stessi, oltre alle altre somme anticipate, pagavano il biglietto di ingresso.