Ecologia e Ambiente senza fondi, emergenza nei 16 comuni delle Madonie

 

I dipendenti dell’Ato 5 senza stipendio da dicembre annunciano lo sciopero: l’11 febbraio si ferma la raccolta

Un’emergenza dietro l’altra e il settore dei rifiuti in Sicilia è sempre più prossimo al collasso. Adesso sono i 16 comuni delle Madonie, serviti dall’Ato 5, a pagare le conseguenze di una gestione che ha svuotato le casse e lasciato senza gli stipendi di dicembre e gennaio i 230 dipendenti, che l’11 febbraio incroceranno le braccia. La raccolta nella zona è ferma da alcuni giorni e si profilano nuovi disagi per gli abitanti di Termini Imerese, Cefalù, Caccamo e Trabia, le cui Amministrazioni comunali sono sempre più in rosso e non riescono quindi ad onorare i debiti con «Ecologia e Ambiente», la società incaricata di pagare i lavoratori a sua volta a corto di denaro. Lo sciopero dell’11 febbraio è quindi, una decisione estrema e sintomo di una tensione ormai alle stelle in tutta l’Isola.

 

TENSIONI – Basti pensare, ad esempio, che nella notte tra domenica e lunedì a Bagheria alcuni dipendenti del Coinres, il consorzio che gestisce la raccolta dei rifiuti in 22 Comuni del Palermitano, hanno dato vita ad una rissa che ha provocato il ferimento di un operaio. Qualche segnale di ritorno alla normalità arriva da Termini Imerese, dove gli operatori ecologici sono tornati a raccogliere i rifiuti accumulatisi che da qualche giorno nelle diverse zone della città. Non tutte le postazioni sono già liberate, ma entro la fine della settimana la situazione dovrebbe tornare regolare.
 

BURRAFATO – «È davvero giunto il momento di mettere da parte gli scontri verbali e le polemiche improduttive – dice il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato – e di guardare in faccia la realtà. Come ho sottolineato, con amarezza e disillusione all’indomani dell’approvazione in Consiglio comunale della contrazione del prestito a tasso zero, scongiurare i disservizi da parte della società Ecologia e Ambiente sarebbe stato molto difficile, se non impossibile. Forse anche a causa del ritardo accumulatosi nell’approvazione della deliberazione la Regione Siciliana non ha ancora trasferito la somma necessaria a coprire il debito contratto. Non è pertanto possibile imputare all’Amministrazione comunale il ritardo nei pagamenti alla società d’ambito, né tanto meno l’interruzione del servizio di raccolta dei rifiuti».
 

APPELLO AL GOVERNATORE – E mentre l’Isola passa da un’emergenza all’altra, viene tirato in ballo anche Rosario Crocetta. Il vicecapogruppo del Pdl all’Ars, Marco Falcone, si chiede «cosa sta facendo il Governatore oltre ad essersi affannato a studiare percorsi alternativi, in occasione dell’incontro col presidente del Parlamento europeo Schulz, mirati a celare all’illustre ospite scene di sporcizia e degrado urbano?». «Ritengo – conclude – che il problema rifiuti non può più essere rinviato, com’è stato fatto con la legge dello scorso dicembre che si è limitata a concedere una proroga agli Ato. Bisogna che il Governatore e l’assessore Marino portino subito in aula una legge di riordino complessivo della materia per riorganizzare e rendere efficace ed efficiente un servizio fondamentale per la salute dei cittadini e per il decoro delle città siciliane che oltretutto, oggi, comporta un onere spropositato per le casse dei Comuni»
 

Corriere del Mezzogiorno –  Fonte Italpress
 

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