Eletto il presidente del Distretto Turistico Cefalù-Madonie-Himera
Il Consiglio di Amministrazione del Distretto Turistico Cefalù – Madonie – Himera, eletto lo scorso 17 ottobre a Caccamo, ha scelto ieri sera il suo nuovo presidente. Scelta che è ricaduta su Mario Cicero, già sindaco di Castelbuono e attuale Presidente del Gal Isc Madonie, il cui nome associato alla carica di Presidente del Distretto circolava già da tempo.
Elezioni, quelle del consiglio di Amministrazione e del suo Presidente, che non hanno certo avuto strada facile, date le numeroso contestazioni a cui abbiamo assistito, dal basso numero di soci che ha portato alla nomina dell’organo di governo alle numerose prese di posizione dei sindaci del comprensorio. Non ultimo il Sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina, che dopo aver abbandonato la seduta la scorsa settimana (ed essere ugualmente eletto nel consiglio), ha disertato la seduta di ieri così come aveva annunciato in una nota stampa.
Tanti anche i soci del distretto che indicherebbero come irregolare anche la stessa elezione del cda, che dovrà svolgere il suo compito conscio di non avere l’appoggio di gran parte dell’assemblea.
Fonte: www.cefaluweb.com
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Buon lavoro
Distretto turistico .
Ancora siamo in tempo per cambiare le carte in tavolo , per il bene del territorio . E bastato un solo personaggio non gradito ai tanti per innescare una metastasi di enormi proporzione , questo per evidenti interessi politici e personali del personaggio chiamato Mario Cicero . Anche perché l’idea fondante non coincide e stride con chi aveva animato l’impostazione legislativa. I distretti come una casa comune, per soggetti pubblici e privati che, insieme potessero individuare le specificità del territorio, programmandone lo sviluppo e la crescita in forma partecipativa. Punto di forza il coinvolgimento delle aziende private a cui, per la prima volta rispetto al passato, veniva riconosciuto un know how più dinamico e per il quale si chiedeva il massimo del coinvolgimento anche con la sottoscrizione di un impegno economico. Nel consueto percorso di compromesso politico alla costituzione dei Distretti territoriali non si arrivò, come sarebbe stato logico, attraverso un libero confronto, bensì individuando parametri statisticamente ben definiti e basati su requisiti minimi determinati da X numero di posti letto, X numero dei comuni ed X numero di popolazione.
L’aggregazione omogenea per vocazione ed affinità di prodotto si rese possibile solo per i Distretti tematici, mentre l’assessorato prevedeva nel bando, una specifica premialità, la interdistrettualità, come strumento avanzato di aggregazione.
Modalità non sempre condivise e tanta diffidenza non hanno però impedito la costituzione di ben 27 Distretti turistici, la maggior parte dei quali si caratterizzavano per una progettualità prevalentemente confusa e spesso approssimativa. Effetto non solo della mancanza di abitudine a programmare, ma anche delle controverse informazioni sulla reale identità dei Distretti, per i quali non si sono voluti individuare obiettivi precisi da conseguire. Di fatto sono nati 27 Soggetti, ognuno con uno status giuridico diverso, una diversa interpretazione progettuale, per ognuno la possibilità di creare una propria immagine ed una propria autodeterminazione, la cui funzionalità rimane tutta da verificare. In sintesi tutti hanno potuto dire tutto ed il contrario di tutto, alimentando interpretazioni diverse potendo ognuno rappresentare la propria personale visione del Distretto, in mancanza di una visione se non complessiva, quantomeno condivisa.
E così il giorno dopo la presentazione dei progetti definitivi ed alla vigilia, seppur non proprio prossima, della erogazione delle somme stanziate da parte dell’Assessorato al Turismo, sono scoppiate le contraddizioni rivelando la grave crisi d’identità che caratterizza i Distretti turistici e che fanno correre il rischio concreto di far implodere i Distretti stessi o vanificare, ancora una volta l’investimento e peggio ancora contribuendo a far naufragare una esperienza di aggregazione che, nel bene o nel male, è stata avviata e che non va dispersa. Per cui sarebbe opportuna una marcia indietro ed un nuovo percorso che non veda come garanti del territorio i personaggi che l’anno mortificato , depresso e sfruttato , questo per evitare che il distretto muoia prima di nascere , sarebbe un vero peccato . Se il distretto nasce monco e senza la minima unione territoriale, non sarà una casa comune per tutti, pubblici e privati e cittadini . Per il bene comune mettiamo una persona spoglia del passato specialmente politico ed affaristico al disopra delle parti, ma di grande rilievo professionale e tecnico . Questo per evitare di andare incontro al fallimento annunciato .
Buonasera
Tale organo è un ente di diritto pubblico o Privato?
se di diritto pubblico quali sono le cariche che ricevono una remunerazione per i propri atti e qual’è il valore economico per le mansioni svolte, quali sono i poteri e compiti?
Inoltre a chi si rivolge tale ente e con chi si interfaccia?
Annuntio vobis gaudium magnum;
habemus Papam
Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,
Dominum “SANTANNUZZAM”. 🙂
Tanti “adepti” di Mario Cicero avranno gioito più o meno in questo modo. 🙂
Io invece li chiuderei tutti: Distretto Turistico Cefalù-Madonie-Himera, GAL Isc Madonie, SOSVIMA,… A cosa servono? Cosa hanno prodotto in questi anni?
Fanno tutti parte di quella “roba” disseminata in tutta Italia di cui si parla tanto per la loro “utilità” nel produrre “poltrone” sempre per i soliti noti, sulle spalle dei poveri “fessi” che pagano le tasse.
Tutti i politici dicono di voler chiudere, ma nei fatti nessuno lo fa.
Per cui: “GAUDIUM MAGNUM”! 🙁
Poche sono le certezze della vita ma una è la seguente: ovunque arrivi Mario Cicero ci sono liti e lacerazioni.