Emergenza coronavirus. Il sindaco scrive ai cittadini residenti e ai fuori sede

Pubblichiamo di seguito le due lettere aperte che il sindaco di Castelbuono Mario Cicero ha indirizzato all’attenzione di tutti i cittadini, sia residenti che fuori sede
Lettera ai castelbuonesi fuori SEDE
In queste ore tutti viviamo con una certa apprensione quello che sta coinvolgendo l’intera umanità. Stiamo affrontando in modo razionale questa emergenza, mettendo in campo tutte quelle buone pratiche che possono arginare questa Pandemia. Mi immedesimo in quei genitori, familiari che hanno i loro cari fuori sede, mi immedesimo in tutti quei concittadini che, per vari motivi, sono fuori Castelbuono ed oggi, sono costretti a vivere isolati dentro le loro abitazioni nelle città o nei paesi dove lavorano o studiano. In questi momenti si sente maggiormente la lontananza della propria terra, il calore umano dei propri cari. Questa lettera vi giunga come messaggio di affetto, di vicinanza e di gratitudine per quello che rappresentate. Auguro a tutti i castelbuonesi che sono lontani, di vivere questa esperienza con serenità, non dimenticando mai che qui, in questa terra delle Madonie, siamo in tanti a pensarvi e vi siamo grati per quello che fate.
Vi aspettiamo nei prossimi mesi per abbracciarvi.
Cordiali Saluti.
lettera aperta ai cittadini
“Per vincere questa sfida”
Carissimi concittadini, stiamo vivendo un momento molto triste. Nessuno poteva immaginare che nel 21° secolo avremmo dovuto vivere asserragliati in casa “minacciati” da un virus. L’aver pensato soltanto al profitto, in questi ultimi decenni, senza guardare al rispetto del creato, oggi ci porta ad una situazione di allarme globale. Molti hanno pensato di potersi arricchire sfruttando, in modo indiscriminato, le risorse del nostro pianeta. Abbiamo distrutto foreste, manipolato animali ed alimenti, estratto petrolio e gas naturale dalle viscere della terra in modo cruento, inquinato l’atmosfera, abbiamo favorito l’arricchimento privato nella sanità, abbiamo dato potere alle lobby delle armi ed economiche, abbiamo permesso a capi di stato spregiudicati di gestire il loro potere in spregio delle più elementari regole umanitarie. Ho voluto esplicitare questa piccola premessa, così che ognuno di noi possa riflettere sui propri comportamenti, sia attuali che futuro.
Qui di seguito vi elenchiamo le attività che l’Amministrazione Comunale ha svolto per affrontare l’emergenza dovuta al corona virus; oltre a divulgare le disposizioni impartite dal governo nazionale e regionale, ho emanato delle ordinanze notificate alle attività commerciali, agli artigiani e a tutti coloro interessati dalle medesime.
Ci siamo premurati di collaborare con le altre istituzioni, sia quelle sanitarie e scolastiche che con le Forze dell’Ordine, per avere il quadro aggiornato sull’evoluzione di questa epidemia nel nostro comune. Siamo in continuo contatto con i Responsabili Sanitari Regionali.
Nelle nostre ordinanze sono state espresse tutte le azioni più restrittive per limitare la circolazione delle persone e per rispettare i minimi livelli sanitari . Abbiamo attivato dei servizi atti a garantire alle famiglie, agli anziani e ai soggetti più deboli, il servizi a domicilio. Stiamo raccogliendo i dati di tutti i commercianti, artigiani, imprenditori, professionisti che hanno sospeso le loro attività a seguito dell’evolversi di questa epidemia. Inoltre, insieme al Segretario Generale ed al Responsabile del Settore finanziario, abbiamo valutato le azioni economiche da intraprendere come Ente, non appena finirà di questa emergenza, per dare slancio e supporto alle attività imprenditoriali.
Già dal primo giorno in cui tutta Italia è stata dichiarata “zona rossa” l’isola pedonale è stata aperta al traffico, non sono stati effettuati controlli nei parcheggi a pagamento, attualmente vuoti, perché di fatto è vietata la circolazione e non soltanto quella automobilistica, tranne per i casi urgenti e di necessità. E’ stata effettuata la sanificazione del nostro territorio comunale, di cui vantiamo di essere stati uno dei primi comuni in Sicilia, della quale stiamo continuando ad effettuarla senza sperperare soldi pubblici, bensì utilizzando il personale e mezzi del comune e i volontari della Protezione Civile. La sanificazione del territorio viene effettuata utilizzando acqua e cloro diluito in percentuale, così come indicato dai laboratori specializzati. E’ stato concesso il congedo ordinario (ferie) al personale comunale degli uffici che espletano servizi attualmente considerati non essenziali alla cittadinanza, mentre è stato chiesto ai Capi Settore di potenziare altri servizi come: servizi generali , ufficio finanziario, tributi, urbanistica, lavori pubblici, servizi sociali, vigili urbani, applicando le disposizioni di protezione tra i dipendenti e di attivare il telelavoro, ove è possibile, incrementando, vista la mancanza di ricevimento del pubblico, le attività interne dell’Ente per accrescere la capacità di spesa già programmata, nel settore della manutenzione e dei lavori pubblici, di lavorare nelle progettazioni e nella programmazione prossima futura, di accelerare la liquidazione delle forniture ricevute per le prestazioni rese all’Ente, di accelerare tutte le pratiche di sanatoria e di urbanistica. Tutto ciò per far sì che da parte di questo Ente vi siano tutte le condizioni atte ad agevolare le attività economiche del nostro comune.
Inoltre si sta valutando le modalità di rinvio dei pagamenti dei tributi per quelle attività imprenditoriali, professionisti e dei lavoratori che a causa di questa pandemia, non hanno garanzia di “entrate” economiche regolari. Infatti consideriamo superfluo e illogico non far pagare i tributi e le tasse a chi mensilmente ha un reddito sicuro (pensionati, dipendenti pubblici o aziende che stanno continuando a lavorare regolarmente). Il rischio di non pagare in modo generalizzato, è quello di mettere in crisi il bilancio del Comune, provocando il blocco di alcuni servizi essenziali della comunità (es. gestione rifiuti, acquedotto, servizio elettrico ecc..) Concittadini, come potete notare è palese la situazione che stiamo vivendo, non lasciamoci prendere dall’emotività o dal protagonismo, vogliamo far sì che l’Ente Comune sia prontamente al servizio dei cittadini e con razionalità, affrontare l’attuale emergenza, attenti al domani. In queste ore, stiamo già programmando tutte una serie di attività e di interventi sull’intero sistema idrico comunale, per evitare che tra qualche mese, stante la recente ed attuale situazione meteorologica, la crisi idrica ci travolga. Siamo stati lasciati soli ad affrontare la situazione che vede oggi chiusa Cassanisa, chiusura non dovuta a nostra responsabilità, ma che ci vede impegnati nel cercare la soluzione, che influirà pesantemente sui costi di conferimento e quindi sull’intero onere per la raccolta dei rifiuti, ed infine il perdurare della chiusura potrebbe provocare danno ambientale e problemi igienico-sanitari. Non abbiamo abbassato la guardia su tutte le altre problematiche inerenti la gestione ordinaria del Comune. Restiamo in prima linea. Siamo attivi a dare risposte alle esigenze della comunità, per qualsiasi esigenza potete chiamarci. Sappiate soltanto che non ci distrarremo mai, che la nostra priorità è quella di dare alla nostra Castelbuono i servizi essenziali per cercare di affrontare questa condizione di emergenza, senza farci prendere dal panico. Aiutateci, collaborando nel rispetto delle disposizione impartite dal governo nazionale e dalle ordinanze dello scrivente, emanate nel rispetto di quanto stabilito dagli organismi sovraordinati. Rimaniamo a casa, tuteliamo i nostri familiari, non esponiamo nessuno al rischio contagio, chi viene da fuori si metta in isolamento per due settimane, senza incontrare nessuno, neanche dentro casa. Tutto ciò lo dobbiamo anche ai Medici, infermieri, operatori socio sanitari, forze dell’ordine, protezione civile, che senza sosta, sono in prima linea ad affrontare questa emergenza.
Il Sindaco
Mario Cicero
Sindaco Cicero,
attendevo e speravo che arrivasse questa sua lettera aperta alla cittadinanza su questo argomento da almeno 2 settimane; e ancor di più, devo esser sincero, da quanto ho appreso con sgomento che ancora lo scorso 8 marzo ci si sollazzava irresponsabilmente nella nostra comunità festeggiando la festa della donna nonostante gli appelli del Governo.
Argomenti probabilmente più importanti, quali la relazione annuale (2017-2019) dell’attività dell’amministrazione o la quotidiana polemica politica l’hanno distratto da questo “diritto-dovere”: ma, come direbbe un vecchio saggio, meglio tardi che mai.
Ero curioso di leggerne i contenuti.
In particolare il passo successivo alle sue premesse “così che ognuno di noi possa riflettere sui propri comportamenti, sia attuali che futuro” mi induce a esplicitare una mia riflessione, una semplice opinione e pertanto fallace e ancor meno ecumenica, e scrivere anche perché abbiamo tanto tempo disponibile da far trascorrere in casa, anche oziando in questi giorni, e con la serenità di veder aumentare i casi in maniera non più esponenziale e in un momento che vede la nostra comunità indenne, almeno fino ad adesso, da casi di contagio.
Non scrivo nella qualità di “ mediocre dirigente del circolo del Pd di Castelbuono” quale sono orgoglioso di essere: lo stesso, e lo ricorderà certamente, che dietro la non anonima figura del “compagno zeta” si appellava invitavando gli elettori a sostenere, fra gli altri, la sua candidatura al Senato per il centrosinistra nello stesso momento in cui un autorevole esponente della forza politica che lo sostiene in consiglio comunale, in un momento cruciale per la democrazia in Italia, raccoglieva le firme a sostegno di una lista concorrente; probabilmente, mi permetta questa valutazione, Egli non aveva poi questa grande stima politica per il “suo” Sindaco, forse troppo poco di sinistra ai suoi occhi in quanto candidato dal voto quasi unanime della Direzione del Pd di Renzi, Lotti e della Boschi.
Scrivo in quanto castelbuonese che riconosce nel Sindaco, qualunque esso sia, l’autorità civile della nostra comunità; a maggior ragione in questo tempo drammatico.
E credo sia stato doverosa questa sua missiva nei giorni che non definirei tristi ma come “il tempo della responsabilità”.
E’ il tempo della responsabilità per i cittadini.
E’ il tempo in cui il comportamento responsabile del singolo cittadino distanziato socialmente anche dagli affetti più cari, e non nascondo quanto ciò mi stia costando personalmente, permetterà di limitare lo sviluppo dell’epidemia. E’ l’unica possibilità che abbiamo per rendere meno drammatico possibile il bilancio in termini di perdite di vite umane e il modo più veloce, così come la Cina ha indicato la strada, per superare l’emergenza sanitaria. Tempo che probabilmente si protrarrà per tante settimane ancora e sarà proprio in quelle settimane che dovremo esser ancora più responsabili.
Questa epidemia tutt’altro che inaspettata, vedi la profezia del 2015 di un visionario come Bill Gates, ci ha già cambiato.
Ha già cambiato le nostre abitudini.
Ha già cambiato la nostra socialità.
Ha già cambiato le nostre priorità.
Cambierà i nostri stili di vita e la nostra economia.
E’ ovvio che questa tragedia è un momento di rottura che porterà l’umanità ad un cambiamento; non è scritto da nessuna parte che tale cambiamento debba esser per forza o soltanto qualcosa di negativo.
Anzi.
Dai nostri attuali e futuri comportamenti individuali e collettivi, non senza sbandamenti, paure, solitudini e dolori dipenderanno i cambiamenti che attraverseranno la nostra società.
Di certo stiamo riscoprendo e dando un valore alle competenze.
E mi auguro ne manderemo tante competenze a comporre il prossimo Parlamento.
Di certo un modello di società o di istituzioni dove uno vale uno è solo una grande stupidità: il Prof. Galli (epidemiologo delll’Istituto Sacco) vale molto più di me.
E il primo che ci chiederà il voto cercando di alimentare paure e parlando di no vax, mi auguro, che avremo la forza di assicurarlo “a pirati nto culi”.
Di certo non ci sarà un numero chiuso per accedere ai corsi di medicina e infermieristica dal prossimo anno nel nostro Paese.
Poi c’è la responsabilità di chi rappresenta le Istituzioni.
State scoprendo e censendo, non credo ne foste a conoscenza di tutti altrimenti non ci sarebbe bisogno di mandare sms con il system alert e farvi contattare tramite un recapito telefonico, che nella nostra comunità ci sono tanti bisogni, tante solitudini, tante necessità sommerse, tante fragilità e dar loro una risposta è divenuta priorità in questa fase. Abbiamo capito, almeno mi auguro sia così, come tante priorità, in realtà, erano solo degli orpelli quando il bene essenziale è la salute e/o dare una risposta a quei bisogni e a quelle fragilità.
Ecco.
Forse quando usciremo dall’emergenza sanitaria avremmo imparato la lezione immaginando un modo diverso di esser comunità anche a Castelbuono.
Partendo da chi ne rappresenta le Istituzioni democraticamente elette e mi auguro, e ne sono certo, che il Suo invito alla riflessione non sia solo un invito agli altri.
La visione di costruire luoghi di aggregazione sociale, centri diurni per anziani e giovani portatori di fragilità dovrà esser una priorità anche per limitare fenomeni quali uso ed abuso di alcol e sostanze stupefacenti e ludopatie, che almeno leggendo dalle cronache dei giornali, sono diffusi anche nella nostra comunità.
Forse si è sbagliato a non dare seguito a progetti già finanziati; perchè torneremo a riaggregarci, torneremo ad esser animali sociali e torneranno puntualmente a mancare quei luoghi.
La responsabilità per le Istituzioni è occuparsi immediatamente delle emergenze, rendere operativi progetti che possono esser cantierabili anche grazie alle risorse proprie del bilancio comunale e non aspettare che siano altri a farlo assumendoci responsabilità ed intervenendo con urgenza, ad esempio, sulla frana del passetto; sarà necessario non solo per risolvere un problema, fatto tutt’altro che secondario, ma anche per creare lavoro e rendere meno stringente la crisi economica che questa emergenza sanitaria lascerà in eredità.
Lo stesso dicasi per il Teatro le Fontanelle.
E’ il momento di assumersi la responsabilità e farlo non solo per dare dignità paesaggista a quell’area e dare seguito alle aspettative delle associazioni culturali che lo chiedono ma anche per creare lavoro subito, immediatamente dopo la risoluzione dell’emergenza sanitaria. E quando torneremo a riaggregarci sarà bello farlo in un luogo che deve esser il simbolo della bellezza e della rinascita.
Poi un ragionamento andrà fatto sulle aree pedonali: le ultime residuali piccole botteghe del corso e delle aree limitrofe non possono esser straordinariamente utili in questo momento, e a loro va il mio plauso, per poi dimenticarcene fra qualche settimana quanto ritorneremo a comprare su Amazon e a frequentare i centri commerciali a decine e centinaia di km di distanza.
Non è più il tempo per nessuno di autoassolversi.
Fare il proprio dovere per chiedere il rispetto di un proprio diritto.
Esser credibili per pretendere: da quel momento è giusto pretendere che si investa sulla sanità, sul dissesto idrogeologico del territorio, sulla viabilità.
E se avesse, per caso, consapevolezza di esser circondato da mediocrità, anche a questo livello, forse è il momento di dare spazio alle competenze.
E poi c’è la responsabilità dell’impresa.
Passata l’emergenza sanitaria sarà il momento in cui le eccellenze castelbuonesi le Aziende Fiasconaro, Forti, Tumminello, Abbazia S. Anastasia, F.lli Sferruzza e tutti gli altri aiutati speriamo da un sistema burocratico diverso e da liquidità finanziaria fresca, possano continuare, e sono certo che lo faranno, a restituire alla comunità, in termini di occupazione ed investimenti ciò che hanno ricevuto e ricevono, e parlo della castelbuonesità, come valore aggiunto ed ingrediente straordinario ed unico dei loro prodotti.
Questa è la mia riflessione che non può non contenere un ringraziamento a chi ancora oggi, da eroe, opera senza una mascherina o senza dei guanti contro una male invisibile e subdolo. E non a Milano o Bergamo, ma anche a Castelbuono e a Cefalù per non andare lontano.
E non può non terminare con un appello a tutti coloro che legittimante sono ritornati ai propri affetti scappando dalle aree epidiologicamente più colpite dal virus rischiando, in buonafede sono certo, di esser vettori inconsapevoli del virus: isolatevi dai vostri affetti, restiamo distanziati socialmente.
Andra’ tutto bene e diventeremo una società migliore, più giusta.
E scomparirà, sono certo, il bullismo nella classe politica e dirigente oltre che nella società.
Dipende solo da Noi.
NOI, l’insieme degli IO.
Vincenzo Capuana
Sindaco, c’è una ragione per la quale la disinfezione è stata fatta più volte in questi giorni e sempre in pieno giorno con i negozi di frutta e verdura aperti e con un sacco di gente in giro, quando di solito si fa di notte senza essere visti da nessuno? Ci si deve fare vedere? Si vuole comunicare qualcosa? Ci dica
Non è in momento di fare polemiche
Scusate ma penso questo.
Non si finisce più di leggere.
Al momento polemiche inutili.
È incredibile, pazzesco e vergognoso che si parli della sanificazione (?) eseguita senza “sperperare” soldi pubblici. Tanto di cappello ai volontari dell’Avis, ma le sembra questo il momento di pensare a non “sperperare”? Non era sperperare spendere 30.000 € per acquistare due telecamere per la ZTL mai utilizzate? Non era sperperare spendere altrettanto in luci e amplificazione per il Cine Astra? Non era sperperare acquistare un autovelox costosissimo utilizzato si e no venti volte in un anno? Non era sperperare denaro pubblico partecipare ad una cena all’ambasciata del Vietnam a Roma?
E poi, quale esperto ha consigliato i prodotti da utilizzare, oppure è un’idea del solito tuttologo? E perché non farla di notte ma in pieno giorno? Cosa si vuole mostrare o dimostrare?
Qualcuno è in grado di rispondere a queste domande?
Se proteggere adeguatamente la sanità pubblica è considerato da qualcuno uno “sperpero”, c’è qualcosa che non funziona nel “sistema paese” e quindi bisogna provvedere subito: DIMISSIONI!
Hai dimenticato 40.000€ di utilissimi parcometri …un finissi mai di diri mah!
Infatti, e poi la sanificazione si fa “senza sperperare” soldi pubblici. Una maschera si devono mettere, per la vergogna! Dimissioni subito!
Il tanto decantato sistema paese, che non esiste, oggi ha perso un’altra occasione.
Le pasticcerie che hanno ugualmente scelto di produrre i tradizionali dolci di S. Giuseppe, anziché guadagnare qualche centinaio di euro, che non ha cambiato il loro destino economico, e probabilmente messo in giro tanti cittadini con i rischi annessi e connessi (oltre che i rischi per i propri lavoratori), avrebbero potuto DONARE alla comunità i loro sfincioni e, utilizzando ad esempio i canali della protezione civile, farli distribuire alla popolazione per addolcire il peso gravoso delle misure imposte dall’epidemia.
Un tale comportamento avrebbe permesso fra l’altro, passata l’emergenza sanitaria, un maggior consenso sociale a misure a favore di queste attività produttive che non condivideremo.