Eroi dell’informazione: classifica mondiale, premiati due siciliani (tra cui Lirio Abbate)

Eroi dell’informazione: classifica  mondiale, premiati due siciliani (tra cui Lirio Abbate)

Due giornalisti siciliani nella top ten dell’organizzazione Reporters Without Borders: Pino Maniaci e Lirio Abbate. A darne notizia è appunto la Reporters Without Borders – letteralmente Reporter senza frontiere – un’organizzazione non governativa, fondata nel 1985 dal giornalista francese Robert Ménard, che ha come obiettivo la difesa della libertà di stampa.

Lirio Abbate è uno scrittore, giornalista siciliano – di Castelbuono – corrispondente dalla Sicilia per L’Espresso e La Stampa, diventato famoso per la sua presenza sul luogo al momento della cattura del capomafia Bernardo Provenzano nel 2006. Noto per le sue inchieste giornalistiche, premiate più volte, Lirio Abbate ha ricevuto per quest’ultime diverse minacce di morte che lo hanno portato ad accettare la scorta e a ricevere solidarietà anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano “ma le minacce di morte e la sua presenza nella lista nera di Cosa Nostra non lo hanno intimidito”, si legge nella motivazione dell’inclusione della lista dei Reporter senza frontiere.

Patron di Telejato, emittente televisiva di Partinico, è invece Pino Maniaci, secondo nome nella lista Ong, giornalista senza macchia e senza paura, da anni impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, nel 2009 finisce sotto processo dall’ordine dei giornalisti per aver lavorato illegalmente come giornalista: “Per fare questo mestiere servono palle d’acciaio, non una tessera” come riporta Reporters Without Borders.

Nella lista di Reporters Without Borders viene divulgato il rapporto annuale sullo stato dell’informazione nel mondo; quest’anno l’Italia si colloca al 49° posto migliorando di ben 9 posizioni rispetto al 2013.

Per determinare la graduatoria la Reporters Without Borders si basa principalmente su sette criteri: il livello di abusi, l’esistenza di pluralismo, l’indipendenza dei media, le autocensure e quelle derivanti dall’ambiente circostante, il contesto legislativo, la trasparenza e le infrastrutture.

La classifica  ha lo scopo di ‘fare affrontare ai governi le proprie responsabilità, fornendo alla società civile un dato oggettivo e alle istituzioni internazionali un indicatore di governance per indirizzare le loro decisioni’, come ha dichiarato il segretario generale di RSF Christophe Deloire.

La lista comprende uomini e donne di tutte le eta’ da 65 nazioni; il piu’ giovane, Oudom Tat, ha 25 anni e lavora in Cambogia, il piu’ anziano e’ il 75enne pakistano Muhammed Ziauddin. Ma l’elenco include l’autrice di un bestseller Anabel Hernandez che ha parlato della collusione in Messico tra politici e criminalità organizzata e Assange fondatore di Wikileaks non da tutti ritenuto giornalista.

(www.siciliainformazioni.com)

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