Fiasconaro: pane da grani autoctoni siciliani. L’intervista sul Corriere

Pubblichiamo in basso l’articolo a firma di Marisa Fumagalli pubblicata sul Corriere che riporta l’idea di Nicola Fiasconaro di lanciare e promuovere la cultura del Pane prodotto attraverso farine provenienti da grani autoctoni siciliani. 

La cultura del pane. Dopo anni di consumismo alimentare che anteponeva i «surrogati» al cibo primigenio, da qualche tempo assistiamo a una piccola risurrezione, con la quale il panem nostrum quotidianum riacquista memoria e valore. Il periodo di emergenza sanitaria, poi, ci ha messo del suo spingendo molte persone, in isolamento casalingo, all’autoproduzione. Insomma, il pane, anche nella sua forza simbolica, è tornato sulla scena. Lo stimolo, la riflessione, hanno toccato anche le corde di Nicola Fiasconaro, maestro pasticcere in Sicilia. L’azienda di famiglia, alle porte di Castelbuono (Palermo), centro delle Madonie, sforna «lievitati» ormai conosciuti in tutto il mondo.

«In questi giorni di fermo – confida Fiasconaro – mi sono riscoperto contadino, negli appezzamenti di terra che abbiamo alle falde dei monti. Ce n’è uno coltivato a frumento. Da qui, è scattata l’idea. Progettare una produzione di pane, utilizzando le farine dei grani autoctoni siciliani. Che, fortunatamente, dopo anni di declino si stanno riscoprendo». «Va promossa la cultura del pane – aggiunge –. E noi, pur essendo sostanzialmente dediti ai prodotti di pasticceria, vogliamo dare il nostro contributo. In altre parole, stiamo pensando di organizzarci per produrre pani “speciali” che, su ordinazione, attraverso l’ecommerce, possano arrivare freschi nelle case di tutta Italia. Il progetto è complesso, se tutto va bene potrebbe decollare nel 2021».

Cibo primigenio: il ritorno al pane
Il pane, ma anche le rose. E qui torniamo alla pasticceria. C’è un roseto nelle aree agresti dei Fiasconaro. «Con i petali stiamo sperimentando l’estratto di rose – spiega il maestro pasticcere – da utilizzare per un nuovo panettone. Alla rosa e al fico d’India, due aromi che ben si accostano. Contiamo di metterlo in produzione per giugno, quando la nostra azienda sarà di nuovo aperta».

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