Fontanelle, ci vuole una “bella faccia tosta!” L’intervento dell’ex sindaco Peppinello Mazzola

(Riceviamo e pubblichiamo) – Ho seguito con attenzione la querelle che si è sviluppata intorno al progetto di restauro del Cine Teatro le Fontanelle, non foss’altro perché l’incarico originario al Prof. Pagnano e all’Architetto Raimondo era stato dato con atto deliberativo della Giunta Comunale da me allora presieduta.
Pur non conoscendo in modo approfondito le fasi successive a quell’incarico ricordo perfettamente gli incontri avuti con i progettisti all’epoca incaricati, durante i quali mai era stata messa in discussione la finalità del restauro.
Recentemente ho preso visione dell’ultimo progetto presentato a firma dell’Architetto Monaco sulla bontà del quale non intendo in questa sede intervenire anche perché materia abbastanza opinabile, anche se, a prima vista, ho comunque avuto l’impressione che trattasi di una riproposizione dello stile della “chiesetta di Piano Zucchi”.
Intervengo quindi per manifestare profondo sdegno nei confronti del Progettista il quale, sconoscendo i canoni più elementari del bon ton, si è avventurato in considerazioni fuori luogo, oltretutto riferite a un nutrito gruppo di Cittadini di Castelbuono e di amanti del teatro, che hanno sottoscritto il Manifesto per il Teatro le Fontanelle.
Sembrerebbe che lo stesso progettista si arroghi il diritto di essere unico conoscitore della storia e dei luoghi oggetto della progettazione non avendo riguardo alcuno innanzitutto nei confronti di molteplici ex Sindaci, Amministratori, Gruppi Teatrali che in vario modo si sono nel tempo occupati dello spazio “Fontanelle”, vuoi per aspetti teatrali ma anche per altre finalità.
Appare, pertanto, alla lettura del sottoscritto, offensiva e fuori luogo la frase “si possono in tal modo raccogliere milioni di firme” in quanto conoscendo la sensibilità, il senso di appartenenza, la serietà, la doverosa attenzione riservata da sempre alle opere strategiche dalla comunità di Castelbuono, mi sento di potere rassicurare il Progettista affermando che le firme non sono state né estorte, né tantomeno raccolte in un banchetto in piazza per finalità politiche, ma sono il frutto di opportune riflessioni personali e collettive che affondano le radici nella conoscenza della storia, nel ricordo e nell’attaccamento al possibile, ulteriore sviluppo culturale della nostra comunità.
Altra cosa il ruolo del progettista chiamato soltanto a “mettere su carta” i desiderata dell’intera collettività, rifuggendo da qualsiasi tentativo di distorcere la realtà storica per accontentare l’Amministratore di turno, studiando le soluzioni migliori per offrire un prodotto utile alle finalità e compatibile con il principale luogo simbolo di Castelbuono.
Personalmente non credo che ciò sia avvenuto, anzi mi sembra che l’intervento del Progettista possa essere ascritto al “fare curtiglio” a ogni costo per dimostrare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l’asservimento totale alla committenza.
Piuttosto che occuparsi delle modalità con cui sono state raccolte le firme, il Progettista si chieda il perché tante firme di condivisione del Manifesto e se non sia il caso di tenerle in debito conto, altrimenti mi sorge il dubbio che l’intervento pubblico sul blog debba essere ricompreso, con voce specifica, nella lauta parcella da percepire.
Castelbuono 16 febbraio 2021, Giuseppe (peppinello) Mazzola
Grazie Peppinello, credo che con questa tua lettera, hai interpretato, in maniera elegante, i sentimenti e la passione dei firmatari del manifesto “mille e passa ed oltre e oltre” che nutrono nei confronti del teatro e dell’intera nostra comunità.
Buongiorno. Qualcuno sorriderà alla mia domanda. ma preferisco fare sorridere qualcuno piuttosto che dire sì o no a qualcosa che non capisco.
Volevo sapere quando si fa un progetto è l’architetto o chi per lui a decidere? O è l’amministrazione/ sindaco che dice cosa e come deve essere fatto? Non è una polemica. Voglio solo capire come funziona. Spero qualcuno risponderà.
Il progettista fa quello che gli chiede l’amministrazione comunale che è la committenza
Ho firmato il manifesto per “Le Fontanelle” convintamente, dopo aver assistito alla presentazione del progetto e aver visto che quell’opera neppur lontanamente potrà essere un teatro, ma uno dei tanti luoghi senz’anima destinato a tutto e a niente, con l’aggravante che costerà più di tre milioni di soldi pubblici. Ma può mai un sindaco beffeggiare la volontà di mille e più cittadini? Ma veramente crede che siamo capre senza cervello?
Dialettica. E’ la capacità di sostenere e difendere la propria idea o la propria tesi in merito ad un argomento meritevole del tempo spesoci. La dialettica innescatasi tra il primo cittadino ed il comitato Fontanelle, tuttavia, ha connotati surreali. In primis perchè si svolge per interposta persona. Sarebbe stato utile e costruttivo che il primo cittanino e la sua amministrazione pubblicamente spiegassero i perchè di quelle specifiche che hanno indotto i progettisti a progettare il camerono, con servizi ai turisti in guisa di un teatro. Non entro nella valutazione di merito del progetto, nè sulle valutazioni delle fontanelle definito ecomostro, volumetria abnorme o che altro. Se il sig.Sindaco ha deciso di fare il camerone, convincesse i suoi concittadini della necessità del camerone. e di che cosa intende farsi nel camerone, di quali eventi intende riempirlo. Perchè una tale opera sarà un lascito alle generazioni future, e dovrebbe essere condivisa al di là dell’appartenenza a questa o quella amministrazione. Il puntiglio e l’imporsi, l’utilizzo di toni non urbani per ammonire i dissidenti dal pensiero unico dei tavulina, per metterli all’angolo non è degno di una cultura democratica, quale egli ci ricorda costantemente di professare, a parole. Scenda nell’agone, e convinca della necessità del camerone pollifunzionale, del fatto che non diventerà l’ennesimo scatolone vuoto a carico del contribuente. Altrimenti ascolti la voce o le voci che giungono, e finchè in tempo, fermi un’opera che suonerà nei decenni come un’imposizione della sua amministrazione alla collettività ed alla cittadinanza. LA fabbrica delle FOntanelle poteva essere un’occasione unica per una costituente culturale in cui l’amministrazione politica apriva una riflessione su come si sarebbe voluto tal e spazio. Già solo il cinema avrebbe riempito un vuoto. Ma siete animati da una fragorosa sordità.
Complimenti a Peppinello, finalmente a castelbuono si sentono opinioni serie di gente che ha amministrato opulentemente, la nostra comunità, dovete risvegliarvi e dare supporto a chi ha perso di sognare un paese dove erano lontani questi inciuci politica e interessi personali. Ormai tutto ruota attorno ad un unica persona e alle sue idee. Alle sue imposizioni, a un dictat, che oggi più di ieri sembra svuotare le casse comunali, con spese folli, progetti insensati, non per ultimo i 15.000 euro per il cinema Astra servito solo per le dirette del RE. Possiamo anche elencare i vari scempi al parco delle rimembranze, con successivo smembramento del parco giochi voluto e creato con la raccolta fondi di tanti cittadini. Ai costi d’acquisto delle inutili visiere, alla ricerca di laghi, alla gestione dell’acqua, elargita con consegna porta a porta con mezzi non idonei, all’uso di auto acquistate usate, perennemente dal meccanico con costi di riparazione altissimi. Altresì aggiungo con costi ordinari altissimi di spese di gasolio, giustificate da un presunto ruolo di acquaruolo, quando se guardiamo lo straordinario dei presunti fontanieri le ore di straordinario sono ben visibili. Credo e concludo che ad oggi la politica non è solo preoccuparsi del teatro, prima che venga realizzato giustamente un grande scempio! Ma quello di risvegliare una castelbuono che ha visto scenari politici di alto livello, è vergognoso guardare l”operato di questa amministrazione, i continui attacchi verso i cittadini, verso chi non condive il volere del RE e sembrano costretti come sudditi ad obbedire.
Che sia di sinistra di centro o di destra mai come ora bisogna unirsi per mettere fine a questa pietosa amministrazione.
Non sono un tecnico ne un ingegnere ,ma comprendo benissimo valore intrinseco dei beni della comunità di Castelbuono e il Teatro Le Fontanelle era e deve ritornate ad esserlo per Castelbuono e per i castelbuonesi tutti. Bando alle chiacchiere, anche se siamo ancora nel periodo carnevalesco, noi castelbuonesi abbiamo bisogno e necessità di avere il NOSTRO TEATRO e basta. Per le sagre ed altro ognuno s’arrancia ppi cazzi sua.
Mi complimento con il prof. Mazzola per la sua giusta indignazione. Persona di cui nutro profonda stima, non fosse altro, perché oltre a essere una persona perbene, Ha saputo prestarsi alla politica libero da interessi di parte e non vivendo succube da essa. Rimpiango soltanto che persone come lui e ce ne sono, non si adoperano per una Castelbuono migliore.
Voglio anch’io complimentarmi con il prof. Mazzola, ha interpretato i sentimenti dei Castelbuono. Anche io ho firmato e sicuramente credo di intendere e capire.