“Giornata della Memoria”. A Castelbuono tre appuntamenti

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13 Commenti

  1. COMPAGNO ha detto:

    Stupisce che Martino Spallino faccia una lezione del genere se è vero come è vero che era a favore dell’intitolazione di una via ad Alfredo Cucco che secondo quanto scrivono autorevoli storici e non il Pansa di turno fu razzista e antisemita. Purtroppo non era il solo, anche qualche consigliere comunale della defunta Nuova Primavera e di questo ne parleremo a tempo debito

    • Massimo Genchi ha detto:

      Sedicente compagno se vuoi ne possiamo parlare anche subito. O hai bisogno di tempo per svellere parte della tua totale ignoranza su questa faccenda?

  2. Peppenappa ha detto:

    Andreoski controski mussolinem che dice .la storia non si cancella subirem Cicerorum

  3. Giuseppe ha detto:

    Sciacquati la bocca prima di pronuniare (o scrivere) il nome del Professore Dottore Alfredo Cucco.
    Non ascoltare i Panza o i Rizzo di turno. Chiedi ai tuoi nonni, o a qualsiasi persona ultraottantenne di Castelbuono, chi veramente fosse lo scienziato Prof. Alfredo Cucco (prima, durante o dopo essere stato un gerarca fascista). Chiedi pure a qualche anziano antifascista, resterai stupito della stima di cui godeva anche tra i suoi avversari politici. Gente intelligente ed istruita, come il Prof. Spallino, non come gli ignoranti con i paraocchi di oggi (senza offesa: “ignoranti” nel senso “che ignorano”).

  4. Ebreo ha detto:

    Mi spiegate che c’entra l’ANPI? Ha fatto quacosa per evitare la deportazione di un solo Ebreo? Ne ha salvato nessuno? Fate intervenire chi veramente si adoperò per salvarne qualcuno, magari nascondendolo in casa propria. Le passerelle non aiutano la Memoria, ma la offendono.

  5. La signora, egregiamente, nel 2013 ha presentato l’Associazione A.N. P.i. alla Sala delle Capriate (25 Aprile) e in quella occasione abbiamo ricordato e commemorato il partigiano Bonomo…ma la SINISTRA ERA ASSENTE AL COMPLETO..

  6. Vox Populi ha detto:

    AMPI chi? Rileggetevi la storia prima di fare passerella.

    Le crudeltà dei partigiani: esecuzioni, torture, stupri.
    Le atrocità in nome di Stalin non furono diverse da quelle fasciste

    La Resistenza mirava ad una dittatura comunista
    Tanto i partigiani comunisti che i miliziani fascisti combatterono per la bandiera di due potenziali dittature, l’una rossa e l’altra nera.
    Le loro ideologie erano entrambe autoritarie e spingevano a fanatismi opposti, uguali pur essendo contrari.
    Ma prima ancora delle loro fedeltà politiche, venivano i comportamenti tenuti ogni giorno nel grande dramma della guerra civile.
    Era un tipo di conflitto che escludeva la pietà e rendeva “legittima” qualunque violenza, anche la più atroce.
    Pure i partigiani avevano ucciso persone innocenti e inermi sulla base di semplici sospetti, spesso infondati, o sotto la spinta di un cieco odio ideologico.
    Avevano provocato le rappresaglie dei tedeschi, sparando e poi fuggendo.
    Avevano catturato i fascisti e li avevano torturati prima di sopprimerli.
    E quando si trattava di donne, si erano concessi il lusso di ogni squallida nefandezza: tra queste, talvolta, lo stupro di gruppo.
    A conti fatti, anche la Resistenza si è macchiata di orrori, gli stessi orrori perpetrati dalla controparte.
    Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo primo messaggio al Parlamento [16 maggio 2006], volle rammentare questi orrori comunisti e parò di «zone d’ombra, eccessi, aberrazioni».
    Un’eredità pesante, tenuta nascosta per decenni da un insieme di complicità: l’opportunismo politico che imponeva di esaltare sempre e comunque la lotta partigiana, il predominio culturale e organizzativo del PCI (regista di un’operazione al tempo stesso retorica e bugiarda), la passività degli altri partiti antifascisti (timorosi di scontrarsi con la poderosa macchina comunista, la sua propaganda, la sua energia nel replicare colpo su colpo).
    Soltanto una piccola frazione della classe dirigente italiana si è posta il problema di capire che cosa si nasconde dietro la storia contraffatta della guerra civile italiana.

    E ha iniziato a farsi delle domande a proposito del protagonista assoluto della Resistenza: i comunisti.

  7. Ora e sempre resistenza ha detto:

    Queste frasi sciagurate si commentano da sé. E ancora una volta danno ragione a Umberto Eco quando afferma: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel”.

  8. Paolo Cicero ha detto:

    Ecco una cosa in cui (purtroppo) gli Italiani eccellono: il ballo degli idioti (o del qua qua): quel ballo in cui, sfruttando prseudo-conoscenze nozionistiche. prese qua e la senza contesto effettuano ardite e arditeggianti giravolte a 180 gradi della realtà. Così pensano (illusi) di riuscire a invertire il problema (fascismo) con la soluzione (Resistenza).
    Senza rendersi conto che l’unica cosa che ottengono così è di nascondere la loro faccia (in verità sempre celata, non si sa mai) e di esporre il loro lato posteriore come migliore, o più opportuna, immagine di loro stessi.

  9. Giuseppe ha detto:

    È giusto e sacrosanto ricordare con la Giornata della Memoria la Shoah, da parte di tutti indistintamente.
    Sono fuori luogo le bandiere e le sigle, come quelle dell’anpi. Sono altre le ricorrenze adatte a loro, come il 25 aprile. Ogni altra ricorrenza è solo una inopportuna passerella.

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