Il sindaco Cicero e il consigliere Prestianni intervengono in merito a post e commenti sulla destinazione d’uso delle Fontanelle

(Riceviamo e pubblichiamo) – “Una fotografia, una didascalia e un commento” sulla pagina personale del sindaco. Non è parso vero ai soliti tutori del (proprio) pensiero unico, i quali hanno finalmente avuto l’occasione per poter esclamare: “avevamo ragione noi, il sindaco vuole u’ cammaruni per i matrimoni”.
Siamo contenti di questa scomposta reazione perché ci dà finalmente l’opportunità di chiarire, una volta e per tutte, il futuro dell’ex cineteatro Le Fontanelle.
Riteniamo necessario tuttavia fare alcune premesse e precisazioni, provando a riportare il dibattito entro i normali confini di dialettica democratica e di rispetto umano, da tempo oltrepassati da qualche componente del comitato per le Fontanelle.
Va precisato innanzi tutto che la fotografia non è stata “affannosamente cercata dai fidi e fedeli discepoli del Centropolis” – come malignamente e irrispettosamente affermato – ma è nella disponibilità di tutti in quanto presente all’interno del Mu.Vi., archivio digitale alimentato dalle gentili concessioni dei proprietari, come nel caso di questa bella foto. Fa parte dunque del patrimonio pubblico, e non di esclusivi archivi privati, gelosamente custoditi nelle proprie case.
Va inoltre stigmatizzato il riferirsi ai rappresentanti delle Istituzioni culturali come se gli stessi fossero condizionabili, asserviti o subalterni. Sono persone libere e autonome, guidate solo dallo spirito di servizio e dall’amore per il paese, donne e uomini che vanno ringraziati per donare il loro tempo e concorrere alla crescita sociale e culturale della nostra comunità.
In merito agli eleganti apprezzamenti riservati agli scriventi non ci esprimiamo, qualificano l’uomo che li ha congeniati.
Tornando alla fotografia, pubblicata come provocazione con l’intento di innescare un utile esercizio di memoria e riflessione collettiva, si è molto semplicemente affermato un fatto storico: l’ex cineteatro Le Fontanelle non è stato solamente un formidabile contenitore e presidio culturale per il paese, ma anche luogo di intrattenimenti, cerimonie, banchetti e feste private.
Potremmo quasi azzardare l’idea secondo cui Le Fontanelle – e non la nuova opera da realizzare – per le dimensioni e l’uso che se ne faceva, erano il vero “cammaruni”.
Questa è la storia, e a questo è servito il commento “… riflettere sugli spazi che la comunità ha avuto a disposizione e su come sono stati utilizzati. La memoria è importante per pianificare il futuro”.
Infatti crediamo sia giunto il momento di fare una riflessione serena su cosa siano state Le Fontanelle nel trentennio dal 1955 al 1984, cercando di “smitizzare” il più possibile e consegnando alla memoria i ricordi personali vissuti in quella stagione.
Il cineteatro Le Fontanelle è stato prima di tutto uno scempio urbanistico e architettonico, che ha visto la demolizione dello storico Teatro comunale costruito nel ‘700, sostituito con il nuovo edificio dalle dimensioni spropositate e la malaugurata copertura.
Rispetto al vecchio Teatro comunale inoltre, Le Fontanelle non ne mantenne le caratteristiche peculiari – su tutte i palchetti – che avrebbero assicurato nel tempo, attraverso la conservazione ed il restauro, la continuità storica di quel luogo, come ad esempio è avvenuto nel caso del Teatro Cicero di Cefalù.
Infine, sin dalla costruzione e nel corso del suo funzionamento, il cineteatro Le Fontanelle certamente non ha rappresentato un modello virtuoso sotto il profilo della gestione. Concessa in convenzione trentennale alla società che l’aveva edificato, la struttura è stata gestita privatamente – dunque secondo logiche di profitto – fino alla sua inagibilità, chiusura e abbandono.
Questi elementi ci appaiono sufficienti per poter tranquillamente dire che… Noi NON rivogliamo Le Fontanelle!
Noi vogliamo un’opera nuova che possa qualificare – sul piano paesaggistico e architettonico – un intero versante dell’area castellana e che attraverso il contenimento delle dimensioni, delle quote e la previsione del tetto a falde si avvicini il più possibile alle forme del vecchio teatro settecentesco, pur con il tratto caratteristico della modernità.
Noi vogliamo un’opera nuova che possa rispondere alle moderne esigenze del composito e articolato mondo della cultura castelbuonese. Riportiamo in linea di massima quanto espresso nel progetto esecutivo: l’obiettivo è quello di realizzare un nuovo edificio in armonia con il contesto urbano circostante, che possa offrire a Castelbuono uno spazio polifunzionale capace di ospitare adeguatamente attività culturali, rappresentazioni teatrali, proiezioni, convegni, mostre, esposizioni anche a supporto delle iniziative delle Istituzioni culturali.
Noi vogliamo un’opera nuova che verrà gestita pubblicamente, con il coinvolgimento delle Istituzioni culturali, secondo le forme e le modalità che verranno ritenute opportune. Il tema della gestione pubblica per noi è essenziale, come dimostra l’azione politica e amministrativa che ci vede attualmente impegnati nella salvaguardia della gestione pubblica dei servizi essenziali come le risorse idriche e i rifiuti, mentre altri rimangono in silenzio. Per questo non accettiamo nessuna bassa insinuazione in merito, da chicchessia.
Noi vogliamo soprattutto un’opera nuova che possa finalmente chiudere questa annosa ed estenuante vicenda dell’ex cineteatro Le Fontanelle, e siamo fiduciosi di riuscirci.
Non abbiamo l’arroganza e la supponenza per poter dare lezioni, non siamo esperti né professori e non giudichiamo i nostri interlocutori in base al loro titolo di studio, quanto piuttosto in relazione al loro spessore umano e sociale. Del resto mai ci permetteremmo di asserire che qualcuno “ha dimostrato ampiamente di non sapere scrivere, di non sapere leggere e ultimamente di non sapere cosa dice quando parla”.
Ci limitiamo ad osservare che il termine “policulturale” – recentemente utilizzato e contrapposto a “polifunzionale” – fa riferimento alle diverse culture e all’interconnessione fra le stesse. Un concetto bellissimo ma più adatto al campo della sociologia o dell’antropologia, più che per definire l’uso di un centro culturale che non può che essere polifunzionale, ovvero “che può assolvere molteplici funzioni, che può essere adibito a usi diversi” (v. treccani). Per l’appunto rappresentazioni teatrali, concerti, saggi, proiezioni, convegni, mostre, esposizioni, etc.
Ci complimentiamo sinceramente per la strategia comunicativa del leader del comitato, sicuramente si sarà ispirato al Ministro della propaganda nazista Goebbels, secondo cui “una bugia ripetuta tante volte diventerà una verità”. E con questo spirito ha insistito sull’insinuazione della sala banchetti e sul “cammaruni”, che per noi non è mai stato nemmeno oggetto di dibattito.
Nessuna “voglia matta di matrimoni alle Fontanelle” dunque. Semmai, la voglia matta di una “Casa della Cultura”, al posto dell’ex cineteatro Le Fontanelle.
Il Capo Gruppo, Dr. Andrea Prestianni
Il Sindaco, Sig. Mario Cicero
Noi non vogliamo né voi né un cammaruni arricuglitivi i pezzi e itivinni. E senza lassari biancheria stinnuta. Occupatevi di altro e fate servizi acqua MUNNIZZA e rifiuti, di cui parlate sono una schiavitù per i concittadini. Servizi pessimi a costi altissimi e ricordatevi che ha 30 anni che strumentalizzate tutto. Magari u parcu di rimembranze avete distrutto. Fatevi un viaggio che il mondo fuori offre il meglio. Siete solo fortunati ad amministrare un popolo con la visiera. Tanto di stima verso il comitato e verso il professore Genchi
Rimane comunque il fatto che a memoria di nessun castelbuonese penso possa annoverarsi una tale diatribba tra l’amministrazione e la cittadinanza su ogni e qualsiasi provvediemnto o progettualità proposta.Riguardo all’affermazione ” gestione pubblica dei servizi essenziali come le risorse idriche e i rifiuti” su quest’ultimi ricordo a chi scrive e rammemto ai cittadini che non è certo definibile pubblica la gestione che codesta amministrazione si propone di portare avanti, ciò da quanto emerge dai dibattiti pubblici e di piazza che da molti mesi si rincorrono.
Sindaco ma chi si crede di essere? È un figura pro tempore! Lei non ha facoltà di decidere per l’intera comunità. Si vergogni e chieda scusa all’intero paese
Domanda semplice e veloce: quanti posti a sedere dovrebbe avere questa “Casa della Cultura” che, per assonanza e “visione”, mi ricorda tanto la cosiddetta “Casa del popolo” di Peppone nella saga cinematografica cult: “Don Camillo”?
Perché non intervenite pure sul rinvio a giudizio di un VOSTRO consigliere comunale del gruppo democratici per Castelbuono?
Dice il saggio: ti porta così in alto così quando ti farà precipitare farai un botto più fragoroso.
Precisazione quanto mai opportuna ed efficace, forse semplicemente un po’ tardiva
Caro Dr. Andrea Prestianni, rispondo a lei perché in questa lettera la firma del Sig. Mario Cicero è solo un aggiunta ( non è farina del suo sacco, non ha né la statura ne’ la cultura ), qua già si nota la sua ingenuità giovanile, “ti sta faciinni pigliati u luci cu i to mani”, tutte le critiche, su questo argomento, saranno girate a lei che lo sostiene, mentre lui “ si ‘ni’ esci linni-linni ”.
Tornando all’argomento del contendere, lei dice che è stato messo in contrapposizione il termine “ POLICULTURALE “ con “ polifunzionale “.
Lei recita bene, nel dire che polifunzionale significa che può essere “ adibito ad usi diversi “, quindi mi consenta nel pensare e nel dire, cosa della quale io sono convinto, che può essere adibito, nei suoi usi diversi, “ a Cammaruni “.
Mentre vorrei ricordarle che è cosa diversa “ POLICULTURALE “ adibito ai molteplici usi rivolti alla identità culturale ( De Mauro UTET ).
“Noi non rivogliamo Le Fontanelle”. Al di là di becere affermazioni e di insulti che meritano altra attenzione, è tutto qui il pensiero dominante, quasi maniacale, del sindaco, del suo enfant prodige (tutto enfant e niente prodige, che finalmente assume il ruolo di correttore di bozze del suo sgrammaticato leader) e della masnada con cui, come da suo costume, ha occupato tutti i posti amministrativi e associativi. A voler essere buoni si può dire che ci sono persone sbagliate nei posti sbagliati.
E fin quando il paese vero non si riapproprierà della sua capacità di indignarsi, potranno continuare a fare i gradassi.
Quindi: sveglia Castelbuono! Non “Grazie Castelbuono”. Sveglia! Non è questo ciò che il paese merita.
Voi due non volete Le Fontanelle e noi non vogliamo voi. E non vi vogliono più neanche quelli che vi hanno votato e fatto votare, fatevene una ragione.
Mah Mah carissimo Andrea quando da giovane ottiimista e di sinistra ti era balenata l’idea di togliere la cittadinanza al “prode ” Mussolini atto puramente simbolico quasi senza senso solamente radical chic ,la storia sappilo non si cancella semmai si riscrive ,dopo il richiamo pacato del Prof.Cancila .il tuo emerito mariuzzo dichiaro ‘per salvarsi la faccia che lui non ne sapeva niente abbandonandoti alla gogna Ora con questa arzigogolata riflessione ancora una volta vuoi salvare il culo del re permettimi il dibattito sul futuro delle Fontanelle dura da oltre un anno e tu da vessillo del pensiero sinistroide che predica ascolto partecipazione bene comune etc etc, una parola non sei stato capace di spenderla ora di botto informi su scopi e finalita progettuali pseudo culturali che fino a stamattina erano il pensiero unico del re .Una domanda mi nasce spontanea ma tu di SINISTRA sei o ti stai (ti hanno promesso ) preparando a candidarti cu renzi ,giusto per ricordarti che il tuo padre politico si e gia candidato col paraculo di renzi . Giusto per valutare il pensiero politico di mariuzzi (provate ad immaginare se dio ce ne scanzi oggi al posto di faraone ci fussi mariuzzi )Permettimi ancora se il futuro politico di Castelbuono e il tuo essere succube del re fammi una cortesia levaci mani per favore
“Innamorato, sempre di più” cantava Battisti. Le infatuazioni di solito durano poco tempo, ma tre anni e mezzo sono veramente tanti.
È semplicemente orrendo, gusto zero. Sulla casa della cultura posso dire che questi centri polifunzionali andavano di moda negli anni ’80 e li fecero un pò ovunque, ebbene oggi nel 70% delle città e dei paesi italiani ci sono centri polifunzionali che non si sa cosa siano, i comuni trovano difficoltà a darli in gestione perchè in sostanza non servono a niente. Non avrá la laurea (e non é un torto), ma almeno viaggiare, conoscere il mondo ed essere meno arraggiato con chi ce l’ha… Il finale del sindaco Cicero é vergognoso, degno di un paese dell’entroterra, inoltre é veramente di cattivo gusto ogni volta dare in pasto alla gogna del web con nomi e cognomi le persone che lo criticano o che fanno ricorsi ed é il motivo per cui molti scrivono anonimamente su questo blog. Rimpiango il periodo storico dove gli avversari politici e le persone (anche critiche) si rispettavano, ma d’altronde dal ’92 in poi si introdusse questo clima di odio…
Suggerirei, prima di propagandare un nome altisonante come quello di Casa della Cultura, di fare quantomeno una googlata e scoprire cosa portò alla formazione della più importante associazione di intellettuali che porta questo nome dal secondo dopo guerra, sita a Milano. I nomi sono importanti, spesso hanno una storia già tracciata di cui bisogna aver contezza e rispetto.
In estrema sintesi, le cose su cui ha fatto luce questo articolo (qualora ce ne fosse ancora bisogno) sono:
1) I cittadini di Castelbuono non sono d’accordo con le idee dell’amministrazione comunale sulla visione del futuro per il teatro Le Fontanelle (e forse non solo su questo): si faccia un referendum facendo esprimere il proprio parere sul teatro alla comunità castelbuonese, al resto, più in generale e senza che ci si affanni molto, penseranno le prossime elezioni.
2) L’articolo non è scritto dal sindaco.
Innanzitutto, andiamo a vedere chi è stato artefice del primo scempio… chi ha distrutto lo storico teatro del 700? Chi era al potere nella metà degli anni 50? Questo ,solo per non attribuire colpe genericamente alla vecchia classe politica che, certamente, avrà le sue, ma non questa.
Da cittadino, poi, vorrei sapere, capire chi e quando ha deciso che un teatro non si doveva fare, in base a quale volontà politica e perchè non si è voluto progettare un teatro , con una Sala dove collocare sedie smontabili all’occorrenza… così avremmo avuto sia il teatro che la sala polifunzionale! Quando si tratta di scelte di interesse pubblico così importanti, il “popolo”, ” la gente” di cui i politici dicono di essere al servizio ,DEVE essere interpellata, consultata.
Fin dai tempi della “rivoluzione democratica ” del 1993 si sono succedute giunte rosse, rosee, rosso-verde, rosella ,,,ma, se andiamo a guardare, quale di queste ha lasciato al paese qualcosa di veramente importante, di fondamentale? Quale realizzazione tanto significativa da cambiare le sorti del paese?
Certo, il turismo, le varie saghe e sagre, gli asini, le porte aperte e l’enogastronomia, certo i gemellaggi (il mondo ci guarda) , 50 bar e altrettanti ristoranti…ma, a pensarci bene, il processo dello sviluppo turistico di Castelbuono ebbe inizio a partire dal dopoguerra- 1949. e anche prima- con una serie di iniziative …Basta conoscere la nostra storia per saperlo! Hanno trovato la strada spianata, già negli anni 80 Castelbuono era meta di un turismo medio-alto nei fine settimana ,,, dov’è l’idea nuova, vincente per cui queste Amministrazioni passeranno alla Storia? Tranne, forse, qualche provvedimento isolato, per il resto si è trattato di ordinaria amministrazione e anche quella portata avantri a fatica e con grandi costi, tranne una lodevole eccezione.
Castelbuono ha perso il ruolo centrale che tenne per tanti anni nel Comprensorio madonita, ha perso l’autorevolezza che valenti amministratori possedevano all’interno dei consessi sovracomunali e anche regionali, ha perso, via via, servizi, strutture, opportunità e credibilità. Certo, mi si dirà che non è solo responsabilità di chi ci amministra, la società è cambiata, i tempi mutano,,, ma io ritengo che un’ottima classe dirigente può ancora fare la differenza
E, invece,ci ritroviamo con una comunità non più compatta e unita sulle scelte che riguardano il futuro di tutti noi, con esponenti politici pronti a far fuori ,oggi, l’amico di ieri , impegnati solo a difendere i loro personali interessi e le loro posizioni , sempre più carrieristi, superficiali, arroganti, presuntuosi, ignoranti, incompetenti…ciò che prima era un’eccezione, è diventata la regola,
Questo, purtroppo, è il traguardo a cui ci hanno guidato le “forze del progresso”.
Leggendo tutti questi commenti da parte di ex o attuali politici mi chiedo: ma quando ci siete stati voi al potere che cosa avete fatto? Di quali opere potete vantarvi? Mancu u cammaruni vafirastivi a fari…. Ma di cosa stiamo parlando….
beh, l’ultimo ventennio è stato quasi tutto dell’attuale sindaco, del quale ricordiamo una programmazione veramente senza eguali.
Grazie per aver pensato alle generazioni future progettando il rifacimento della rete idrica, grazie per il rifacimento delle strade urbane della segnaletica, grazie per il piano regolatore, grazie per i parchimetri anche la domenica e anche durante il periodo covid, grazie per avere a cuore la salute delle partite iva obbligandole all’utilissimo tampone mensile, grazie per l’acqua presa dai fiumi, per gli scavi illegali in zona parco per l’autobotte etc etc.. potremmo continuare per ore includendo cammaruni e quartieri che stanno pian pianino scivolando…ma ci fermiamo qui. ecco di cosa stiamo parlando ….
Amò, l’amore tuo sindaco è entrato al municipio nel 1985 e non ne è più uscito. Dice Andrej che le Fontanelle sono state chiuse nel 1984.
Chi lo doveva fare? E quando? Quello che c’era prima dell’amore tuo ha recuperato il finanziamento che l’amore tuo aveso mandato in malora
L’asino e il mulo
Carissimo Sindaco,
non posso fare a meno di aggiungere un mio commento a questa nota, presumibilmente redatta da Andrea Prestianni e per approvazione controfirmata da te.
Mi corre l’obbligo innanzitutto di richiamare un concetto che tu hai espresso nella risposta che hai dato al mio commento sulla tua pagina facebook, ed al quale io non avevo prestato alcuna attenzione, stante che hai richiamato cose più gravi e di ben più basso profilo e se ancora mi consenti di prendere a prestito il termine espresso nella vostra lettera, oserei dire di infimo “spessore umano e sociale”
In particolare mi accusi di “offendere la tua storia”.
Ebbene io non credo assolutamente di aver offeso la tua storia, anzi conoscendoti sin dai tempi in cui questo paese era governato da altri e tu ed il tuo partito (di allora) eravate all’opposizione mi ricordo di te, arcigno battagliero e fiero combattente contro ogni forma di prevaricazione o di sorprusi in genere, messi in atto (a vostro dire) da quelli che allora amministravano il nostro Comune.
Le vicende storiche ed elettorali di questo paese, da qualche decennio ti hanno portato sull’altro lato della barricata. Nel senso che prima, secondo il tuo punto di vista (di allora) erano altri a dettare legge, mentre secondo il mio (attuale) ora lo sei tu (e nessun altro).
Ora prova ad immaginare se a fare quello che stai facendo tu, potesse essere stato il compianto Senatore Carollo o l’avvocato Mario Lupo e che tu fossi ancora all’opposizione. Sinceramente, ma prima passati la mano per il petto, tu cosa avresti fatto?
Come vedi io la tua storia non l’ho offesa, anzi l’ho rivalutata, il problema semmai è tuo che, in quanto visto il cambiamento del tuo punto di osservazione, sei passato disinvoltamente dalla storia alla geografia, e tutto ciò presumo che ti abbia creato un pochino di confusione!
Entrando poi nel merito della lettera di Andrea Prestianni, relativamente alla frase “noi non vogliamo Le Fontanelle” ma una “sala polifunzionale” devo dirvi che così com’è allo stato attuale, neanch’io lo voglio, anche se mi legano a questa struttura ricordi e sensazioni intime che non sto qui ad elencare.
Voglio però UN TEATRO vero e funzionale, e non una sala polifunzionale che può significare tutto e nello stesso tempo il contrario di tutto.
Di sale polifunzionali mi pare che ce ne siano o se ne possono creare altre. Castelbuono, ma principalmente i gruppi teatrali di Castelbuono, hanno bisogno di un teatro vero, in modo che possano rappresentare in modo serio ed in un luogo adeguato, i loro lavori pazientemente preparati con tanta cura e zelo e non doverli rappresentare in piazza come i cantastorie.
Ora consentimi di fare un po’ di satira, fra l’altro so che sei abbastanza intelligente da saperla apprezzare ed accettare.
La sala polifunzionale è qualcosa di ibrido, come può essere un mulo o un bardotto che, come tu sai è il frutto dell’incrocio tra il cavallo e l’asina o viceversa. Insomma nel gergo volgare “un bastardo”.
E ti sembra giusto che noi al posto di un teatro dobbiamo avere una cosa “ ‘mbastarduta? ”
Fra l’altro, per quello che è la tua storia, e qui continuo a portarle rispetto (non ad offenderla) tu, per le soddisfazioni che ti ha dato, sei affettivamente legato allo “scecco” e non al mulo, al punto che immagino, al capezzale del tuo letto, al posto dell’immagine della “Madonna del riposo” avrai il ritratto dello scecco!
Ti pare giusto “canciarici ‘a facci o’ sceccu ppì ‘u muli?” Comi t’arraggia l’arma?
Poi realizzando un teatro vero, riconquisteresti il consenso elettorale, non solo da parte dei componenti di tutti i gruppi che potranno utilizzarlo, ma principalmente quello di tutto il pubblico che ama il teatro e lo desidera ardentemente. Fatti un po’ di conti, con un’operazione simile, quanti voti potresti guadagnarci? Tanti quanti potrebbero consentirti di essere rieletto “ccù l’uocchi chiusi” di nuovo alla carica di Sindaco.
Pensa un po’, dopo vent’anni (quattro lustri!!!! “un si babbìa”) di essere stato Sindaco di Castelbuono, colui il quale ti ha inserito, nell’enciclopedia telematica Wikipedia, fra le personalità di rilievo del nostro comune, “ v’à trova ” che cosa scriverà di te?
Io, nel mio piccolo, quando ti stancherai, se ti stancherai di fare il Sindaco, perché tu in un comizio hai affermato che “ tu la politica la fai per passione ” e non per mestiere, propongo di assegnarti il diritto perenne a partecipare alla processione di S. Anna, considerato che è un privilegio riservato a personalità illustri o, per come si è rilevato da diversi anni “allustrati”.
Ma non in un posto qualsiasi, bensì prenderai il posto della mazza civica. Beninteso non sarai portato in braccio dal mazziere, ma fin quando ce la farai, camminerai sulle tue gambe, e quando sentirai il peso degli anni, incederai “ a’ ccavaddri o’ sceccu ” il quale sarà condotto, tenuto ben fermo “ppì ‘u capizzuni“, dall’unico componente della tua compagnie che prende pubblicamente le tue difese, vale a dire il capogruppo consiliare Andrea Prestianni.
Uno soggetto che in quel mio precedente commento ha preso stoicamente le tue difese, anche lui si è guadagnato un posto d’onore. Procederà infatti, a fianco dello “scecco” con in mano una “coffa” piena di “pruvenna” da somministrare all’animale nel caso, vista la folla, manifesterà segni di insofferenza.
Non partirà con te da Piazza Castello, si farà “truvari a’ passata” in corrispondenza di dove il simulacro della Madonna del Rosario si aggrega alla processione. “ Di ddruocu ccì veni cchiù commiru “ non c’è bisogno di addentrarsi nella confusione di piazza Castello.
Non solo questo!!!!! Propongo pure, se farai un teatro vero, di intitolarlo con il tuo nome, altro che “Le Fontanelle” (che voi non volete) ma TEATRO CICERO!!!
Tuttavia, questo nome potrebbe confonderlo con il tetro Cicero di Cefalù, allora consentimi una piccola deroga, lo chiameremo TEATRO SANTANNUZZA.
Ma sorge un altro problema! Qualcuno, con quel nome potrebbe fare riferimento a qualche componente del comitato per Le Fontanelle. Ahi Ahi! Ahi! Ahi! Ahi! ….. Un po’ essiri!
Eureka!!!!! Risolto il problema!!! Oltre al nome, apporremo sul prospetto di piazza castello, un bassorilievo raffigurante il tuo volto. E ad evitare che con il passare del tempo, le generazioni future possono aver dimenticato le tue sembianze somatiche, e confonderti con il Santannuzza (chiddru tintu) del comitato, apporremo un altro bassorilievo raffigurante la cosa che ti sta particolarmente a cuore e che possa ricondurre il pensiero immediatamente a te. Che cos’è? ………. “ ‘A facci d’u’ sceccu! “.
Pensa un po’ Sindaco, fra diversi decenni quando future generazioni di bambini, fra i quali qualche tuo nipotino o pronipote, passeranno per piazza castello per andare a scuola, i tuoi ascendenti, orgogliosi del loro trisavolo, osservando quei bassorilievi, purtroppo ormai resi quasi irriconoscibili dalle ingiurie del tempo, potranno dire:
“ CHISSU MÀ NONNU ERA!!!”
e magari gli altri fanciulli, non distinguendo bene le due foto chiederanno:
“ SI, MA CHI È DEI DUE? “
Te ne “addoni ?” carissimo Sindaco, che cosa perdi se porti ancora avanti questa idea (a mio modo di vedere insana) della sala polifunzionale?
Adesso ritornando ai giorni nostri, Caro Sindaco nel porti i miei più sinceri auguri per le prossime festività natalizie, manifestandoti ancora una volta tutta la mia stima ed il mio affetto, tanto che non appena finirà questo stramaledettissimo obbligo del distanziamento sociale, appena ti incontro ti abbraccerò così forte “ca’ t’haiu a’ affucari”, così come spero anche tu mi manifesterai il tuo affetto.
Per quanto riguarda la stima da parte tua, “ancora ‘a cosa è cavura, faciemula arrifriddari n’anticchia” e dopo le feste se ne parla.
Tuttavia accetto qualsiasi gesto distensivo, in particolare puoi farmi recapitare un panettone prodotto dai fratelli Fiasconaro. Dicono che quest’anno sia particolarmente buono quello al profumo di rose. Per quanto riguarda lo spumante non ho particolare pretese, basta soltanto che sia dolce e non Brut, perché di cose “Brut” in questo anno bisestile ne abbiamo già avute abbastanza.
Io ricambierò il tuo gesto, il giorno dell’Epifania, con una bottiglia di Marsala all’uovo (per farti riprendere “d’a’ botta”) e con una “terna ‘nguantera di cosi chini” dal significato anche metaforico.
Ti abbraccio fraternamente, ma senza esagerare.
Se la mia satira è stata di tuo gradimento, fammelo sapere.
Se invece te la sei presa, e la cosa mi dispiacerebbe tanto, ti prego di prendertela con me e non con qualche altra.
Forse lei non ha capito che i politici ormai neanche scrivono…. avete perso la comunita’ ed il paese, irrimediabilmente. Alle prossime elezioni, se la sfacciataggine vi istighera’ a ripresentarvi, ne avrete sicuramente contezza!
Anto ma cu l’ha leggiri tuttu stu poema?Mi siddriai duppu i primi 3 riga….
Perdona la mia immodestia, ma se ti piace la satira, ti invito a leggerla interamente.