Il sindaco Cicero: “l’asinello è una mascotte”

Di seguito la nota diffusa su FB dal sindaco di Castelbuono Mario Cicero che fa seguito alle critiche di un cospicuo numero di professionisti castelbuonesi, di politici e cittadini, innescate dalla presentazione del nuovo “logo” di promozione turistica per Castelbuono. Nella nota il primo cittadino riconosce improprio, per la realizzazione in oggetto, il termine logo, sostenendo che si tratta piuttosto di una mascotte.
La polemica che in queste ore sta interessando la vita della nostra comunità riguarda la scelta dell’utilizzo improprio del termine “logo” relativo all’immagine dell’asinello realizzato per la promozione turistica del nostro paese. Ho virgolettato il termine sin dall’inizio perché informato del fatto che l’immagine realizzata non rispecchia i canoni di logo, tuttavia poiché allegra, spiritosa, e rappresentativa di uno dei simboli caratteristici del nostro paese è stata considerata elemento di interesse da poter condividere con la comunità e con tutti i turisti che ogni giorno visitano il nostro paese.
Per noi l’asinello è una mascotte, un portafortuna, un simbolo rievocativo di un periodo storico e di tradizioni locali che rappresentano la nostra memoria, ma anche la nostra capacità di promuovere e valorizzare.
Poco da aggiungere circa la polemica strumentale innescata come opposizione politica e contrapposizione di pensiero che riguarda la collocazione del disegno del nostro paese e del nostro castello sul cesto in groppa all’asino.
Chi guarda con occhi sinceri e con cuore libero non può che vedere raffigurato Castelbuono condotto, portato in alto, non da un animale povero spesso offeso, ma dal simbolo (e non certo unico o esclusivo) di una comunità capace di esaltare le cose positive che hanno fatto conoscere Castelbuono ovunque. Come positivo e leggero è il suo sorriso. Nessuna pretesa di perfezione, né supponenza ci contraddistinguono.
La grafica realizzata, per gentile proposta dell’artista palermitano, molto noto e apprezzato, tipica della Sicilia e dei suoi caratteri, con “grovigli di case” su conchiglie, barche o alberi è una peculiare espressione di una visione esclusiva e artistica.
La bellezza, in tutte le sue forme, è il vero motore che muove le scelte; e la MASCOTTE realizzata è bella, rispettosa del nostro amato castello e della nostra amata comunità.
Associare i cesti e i cassoni su un asino solo ai rifiuti è inoltre riduttivo e offensivo per chi apprezza questo animale, che è da soma, ma che da migliaia di anni ha portato di tutto, anche la Sacra Famiglia, sulla sua groppa.
Mi scuso con i tanti bravi ed esperti grafici castelbuonesi e ancora di più con quanti, non tecnici, ma liberi di esprimere la loro opinione, si sono adoperati per criticare, se ho impropriamente e ripetutamente usato un termine inadatto. Ringrazio quanti hanno altrettanto liberamente espresso un giudizio estetico o di pertinenza. Questo non è il logo e comunque mai si è pensato di usarlo per atti amministrativi. Che volete, non sono un grafico, comprendetelo. Sono solo il Vostro sindaco.
Le offese personali, a me, e non solo a me, lasciano a chi le ha espresse, ora e nel futuro, solo tristezza e solitudine.
Il sindaco Mario Cicero
Questo comunicato continua ad essere un insulto ai nostri studi. Ogni volta che parlate al pubblico, tirate in ballo quella che a questo punto è solo una diarrea di parole:
Promozione, eccellenza, identità, amore per il territorio, speranza, lavoro, lavoro per i giovani.
Che ce ne facciamo, se poi questi sono i risultati? Sindaco, fà qualcosa: rimedia, sei ancora in tempo!
Queste offese personali, a me, e non solo a me, ci lasciano ora e nel futuro non solo una crescente voglia di fare le valigie ma una grandissima amarezza perchè abbiamo la certezza di non essere i benvenuti…
Bravo, chiamala mascotte però zitto tu e zitto io usiamolo come fosse un brand.
La lettera di 12 specialisti gettata nell’oblio. Grazie mille
“per noi l’asinello è una mascotte, un portafortuna, un simbolo rievocativo di un periodo storico e di tradizioni locali che rappresentano la nostra memoria, ma anche la nostra capacità di promuovere e valorizzare”, cosi si esprime il sindaco nella sua classica maniera di sviare il discorso, nei suoi voli pindarici . Mi viene da dire da cittadino, ma “NOI” chi, TU. Ora senza nulla togliere all’aninale da soma asinello, ma cosa rievoca alle nostre memorie o perché no il mulo che dai miei ricordi era di gran lunga più utilizzato dagli asini. La smetta una buona volta di insistere sulle sue idee, ammetta ogni tanto l’errore è ritiri la proposta, Castelbuono non è l’asinello, Castelbuono é artigianato, cultura,ingegno e l’ungimiranza. È sempre stata fulcro e centro delle Madonie, e questo ci bastava e ci basta, non habbiamo pretese di essere l’ombelico del mondo.
Logo, brand o mascotte rimane il fatto che a gusto personale di molti non è bello. Inoltre tuta la faccenda è stata mal gestita.
Consigli per la prossima volta:
1) Lanciare una call ed indire un proposta di idee per la creazione di una mascotte (così da coinvolgere i cittadini e far vedere il senso di comunità).
2) Presentare le proposte raccolte con una manifestazione (così si sarebbe creato un evento)
3) Far votare sui social ed in “piazza” la proposta migliore ai cittadini (si sarebbe coinvolto il popolo, che si sceglie sempre barabba, ma non credo sarebbe stata una scelta fondamentale per la geopolitica di castelbuono ed avrebbe eliminato qualsiasi critica).
Risultati
1) Risparmi per le casse comunali.
2) Qualcuno si sarebbe lamentato (questo avviene sempre ma pazienza)
3) Magari ne usciva fuori qualcosa di buono e duraturo.
Non si può sentire… Insiste pure! Arritirati
Illustrissimo Sindaco
Cominciamo col dire che l’asinello non è uno dei simboli caratteristici del nostro paese. Semmai è uno dei suoi simboli caratteristici visto che ha sempre ammesso di sentirsene rappresentato (“honni soit qui mal y pense”, è solo perché lei li ama tanto da spiegare ad uno di essi, Patrizia, perché si stava candidando con Tsipras). D’altra parte, se all’inizio l’asino spazzino di Castelbuono destava curiosità e interesse, ormai è un concetto trito perché non si può affidare l’efficacia –peraltro languente- della raccolta differenziata al solo utilizzo di un mezzo di raccolta animale e folcloristico.
Quindi, di quale periodo storico e di quali tradizioni locali parla? Probabilmente solo delle sue tradizioni e del suo periodo storico. Se è così, si potrebbe anche comprendere; ma dica chiaramente allora che sta parlando del suo esclusivo, personalissimo e discutibile punto di vista. Non lo assimili a punto di vista dei castelbuonesi, nemmeno come mascotte. A questo proposito c’è da dire che, citando il vocabolario on line Treccani, una mascotte è: “Persona (per lo più bambino o ragazza), animale (per es. una cagnetta), più raram. oggetto, considerati come portafortuna, sia da parte di persone che nell’esercizio del loro mestiere sono esposte a pericoli (autisti, corridori, aviatori, ecc.), sia, più spesso, da parte di collettività, come squadre sportive, reparti militari”. Come vede si addice più a un gruppo, a un reparto militare, a un ente che affrontando un pericolo vuole un supporto per quanto scaramantico e goliardico. Ecco, potrebbe essere un ente come la sua amministrazione che potrebbe avere davvero bisogno di fortuna nel caso dovesse sopperire ad altre carenti capacità e per affrontare la pericolosità del buon governare. Dica allora, con più costrutto, che si trattava della mascotte della sua amministrazione, sperando che nessuno lo intenda come cifra della sagacia della stessa. Ma questa è un’altra storia.
Peraltro, quello della mascotte e non del logo, appare come la classica richiesta di resa onorevole: cambiare un poco l’affermazione, sperando di risolvere la contestazione scatenatasi con l’offerta di un equivoco Non si parlava di un logo ma di una mascotte. Eppure non si è trattato di un equivoco: nel dire che lei condivideva quel … simbolo, ha parlato testualmente di “bellissimo logo” e ha chiesto di giudicarlo senza permettersi di offendere la storia e la cultura della “comunità”. Quindi non ha parlato di mascotte né della sua amministrazione che voleva essere protetta scaramanticamente dalla mascotte. Penso che nessuno le concederà questa resa onorevole, a meno che lei non dica pubblicamente di aver sbagliato.
Infine una considerazione: convengo con lei sul fatto che, sempre più spesso o forse quasi sempre, i castelbuonesi si scagliano contro le sue iniziative. Vero è che l’oggettività delle contestazioni sia sempre individuabile, ma non è escludibile che ricorra anche un certo fumus persecutionis, un accanimento (purtroppo non terapeutico). Tuttavia, anche ammettendolo, non è forse questo un sintomo che la sua luna di miele con i castelbuonesi è ormai finita (ammesso che sia mai cominciata)?
Le converrebbe provare a “fare”, condividendo e ascoltando davvero le esigenze più importanti, piuttosto che a “prospettare” colpi di testa (in cui la sua mascotte è davvero brava, questo sì) inutili anzi dannosi.
Provi a meditare su questo, chissà che non le giovi e non giovi persino a Castelbuono.
Ragionamento del Sindaco: prima scrive sulla sua pagina Facebook cosa ne pensate, poi riceve delle critiche e ne apre un’altra sulla pagina istituzionale. Atteggiamento poco democrataico direi, lui vuole plebisciti, proprio non sopporta le critiche
La mascotte non è bella per l’uso cui l’ha destinata.
Con un paragone, le spiego perché:
Supponga di possedere un capanno degli attrezzi in campagna e di doverlo illuminare. Basta una lampadina. Crei l’attacco, metta una misera lampadina ma è sufficiente, perché quello è solo un capanno degli attrezzi.
Supponga di dover illuminare un soggiorno. È necessario uno sforzo in più. Non più una lampadina semplice ma un impianto a norma, con sufficienti punti luce nei punti giusti. Può essere sufficiente.
Supponga di dover illuminare un albergo che rappresenti la sua città. Non più un impianto qualsiasi, ma uno sforzo in più. Bisogna scegliere gli apparecchi giusti, metterli nei punti giusti, risaltare al meglio la struttura, in ogni aspetto.
L’illustrazione è paragonabile a questa lampadina, posizionata nel posto errato, di voltaggio errato che ha la pretesa, da sola, di illuminare questo albergo chiamato Castelbuono.
E fuori l’albergo vi sono 3 categorie:
La prima: gli elettricisti che pensano “che pessimo risultato, perché non ci ha interpellato? Lo avremmo aiutato volentieri”
La seconda: i residenti, che avendo ognuno casa propria pensano “comunque la luce c’è. Al buio la struttura non è. Io a casa mia ho tutta la luce che voglio, va bene così.”
La Terza: i clienti dell’albergo, i quali arrivando ai piedi della struttura si chiedono “come mai così poco interesse per una struttura così importante? Che aspetto fatiscente…”
Gent.mo sig. Cicero,
nel mondo non esiste solo la politica, per fortuna, ma per lei sembra che esista solo questo. Ed in fondo posso pure comprenderla perché ha sempre vissuto di politica. Ma ha mai considerato che una qualsiasi critica che le viene rivolta, possa non essere un attacco politico? Se una cosa è sbagliata, è sbagliata e basta, che c’entra la politica? Oggi aveva due sole possibilita: o ammettere l’errore o starsene zitto. Invece continua ad insistere. Errare umanum est, perseverare…
Da sempre è con questi ragionamenti capziosi e con questo sgusciare come un’anguilla che l’amico ciliegia pensa di prendere tutti per il culo ma ha finito col ridurre il paese a un deserto, a una periferia del nulla. D’altra parte circondandosi di un gruppo di personaggi assimilabili al deserto e consistentemente equiparabili al nulla cosa poteva venire fuori?
Ma i castelbuonesi, chianca di corna, cosa volete che dicano? Lo rivoteranno anche se si presenta con una squadra più scadente di questa. E lui lo sa.
Sig. Sindaco, visto che per lei/voi della giunta ( maggioranza), l’asinello è una mascotte, un portafortuna, un simbolo rievocativo di un periodo storico e di tradizioni locali che rappresentano la vostra memoria come dice Lei, perché non creava la mascotte dell’anno 2019 con Voi politici dentro i cesti, Lei in groppa ed il Presidente consiglio che tira l’asino visto che battete sempre su cose passate senza andare avanti con comunità o per comunità.
Anziché pensare a futili argomenti, perché non si dedica a cose più serie? Che fine ha fatto l’ampliamento del cimitero che darebbe tanto lavoro prima a ditte forestiere per l’ampliamento e poi alle ditte locali per la costruzione delle sepolture? U sceccu, sulu u scecu c’interessa, u sceccu!
Ennesima figuraccia di una amministrazione estremamente scarsa come mai nella nostra Castelbuono! Sig. Cicero Mario, si dimetta, faccia finalmente un atto responsabile e utile alla comunità.
Pinu’ comi si pazzu? Unlu molla l’uossu, c’avissi a fari vasinno’
Vorrei sentire qualche componente della giunta o del consiglio (Ciceriani ) a dire cosa ne pensano , o sono rimasti ubriacati del Brand.
Quest’anno al Divino festivall eccezzzionalmente è prevista una degustazione di Brend