Il sindaco di Collesano sulla sua ruspa per salvare la provinciale

La strada, sfregiata da anni dalle frane, faceva parte del circuito della Targa Florio, poi deviata proprio perchè il paesino era isolato. Il sindaco Giovanni Battista Meli e alcuni imprenditori (volontari) hanno ripristinato il passaggio. Il costo? 25mila euro

[Felice Cavallaro – Corriere.it] Non s’era mai visto un sindaco montare su una pala meccanica e ripristinare l’accesso al paese per riparare una frana lungo la strada provinciale con un singolare «fai da te», dopo anni di vani appelli a Regione, Provincia e ministeri. L’ha fatto Giovanni Battista Meli, 55 anni e due figli, imprenditore con la passione delle maioliche e sindaco arrabbiato di Collesano, il piccolo centro a due passi da Palermo, sopra Cefalù, passaggio obbligato per raggiungere l’Osservatorio astronomico di Isnello, la stazione sciistica di Piano Battaglia e il resto delle Madonie, le Dolomiti palermitane da dove si vedono contemporaneamente l’Etna e le Eolie.

Targa Florio
Una meraviglia sfregiata da frane che da anni addentano la SP9, la provinciale più famosa del mondo, come dicono qui visto che si tratta del circuito della Targa Florio. La mitica corsa della Bella Epoque, finora deviata da Collesano proprio perché isolata. Un insieme di inadempienze burocratiche e politiche vissute con sgomento da pendolari, turisti e concittadini di Meli, il sindaco adesso stupito dai conti: «Asfalto compreso, abbiamo speso appena 25 mila euro, di cui solo 7 a carico del Comune perché hanno lavorato gratis quattro piccoli imprenditori. Negli uffici della disciolta Provincia adesso guidata dal sindaco metropolitano, da Leoluca Orlando, mi chiedevano di aspettare un anno per il progetto dell’intera strada. Roba da 300 mila euro, parte di 14 invisibili milioni bloccati nei cassetti ‘per le aree interne».

Le promesse
Già, la tranche di 14 milioni assegnati con l’acrobatica formula Snai, che non riguarda le scommesse di calcio perché sta per Strategia nazionale aree interne coniata ai tempi del governo Monti e qui rimasta lettera morta. Mi dicevano che c’è la legge per superare «la marginalità territoriale», ripete il sindaco che s’è rimboccato le maniche, mentre nella vicina Polizzi sindaco e giunta si riuniscono per protesta sulla strada interrotta, con un appello a chi ha radici e affetti da queste parti, «da Martin Scorsese a Domenico Dolce». Non mancavano le promesse, si sfoga Meli: «Parole, solo parole. Ecco il male che ci rovina», si sfoga Meli mostrando i tornanti ripristinati in una settimana, mentre echeggiava pure qualche rischio personale. «Ti arrestano, mi dicevano. Ma ci sarei finito volentieri in cella per questa battaglia». E adesso che scende dalla sua ruspa, usata per drenare l’argilla trasformata in mattonelle, si prende gli applausi di una comunità intera lanciando una sfida con altri sindaci: «Blocchiamo la percentuale della Tari, la tassa rifiuti, da versare alla ex Provincia in cambio di servizi come le strade. Loro ci ignorano e noi non paghiamo». Un corto circuito già scattato nella delibera con cui si era assunto «funzioni di competenza statale». Notificandola a prefetto, Orlando e Protezione Civile: «Faccio quello che gli altri non fanno…».

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