Il Vescovo Giuseppe scrive agli studenti fuori sede

“Se come me state al Nord Italia e la vostra famiglia e la vostra casa sono al Sud, considerate che tutti gli abbracci ed i baci che in questo periodo delicato non darete ai vostri genitori ricompenseranno tutti quelli che vi hanno dato fino ad adesso. Tutte quelle volte che vi sentirete tristi perchè non starete affrontando questo momento difficile in quella terra che amate tanto è proprio in quel momento che la starete amando veramente. Quando coglierete al volo l’occasione di fare la valigia e tornare a casa sarà proprio in quel momento che avrete perso una grande occasione, quella di rispettare le vostre origini e di sicuro quella è un’occasione da non perdere. Nella vita le occasioni quelle importanti sono rare e vanno prese al volo come quel fatidico treno che passa una volta sola ma che di sicuro non parte da Milano. #ioresto
#nonperderelabussola”. (Gianluca Pirrone)

Queste sono le parole che il giovane Gianluca, originario della nostra Diocesi e precisamente di Pollina, costretto due anni fa ad emigrare per motivi di lavoro, ha postato sulla sua pagina Facebook rendendo palese la sua volontà di rimanere in Emilia Romagna durante questa emergenza sanitaria che al contrario sta spingendo molti a rientrare.
A Gianluca e agli altri giovani, a tutti quelli che hanno deciso di rimanere nei luoghi della loro quotidianità, lontano dalla loro terra e dagli affetti più cari, alle donne e agli uomini che lavorano, ai sacerdoti fuori sede per motivi di studio giunga la mia vicinanza e la mia preghiera in questo momento così difficile.
Posso solo percepire la vostra nostalgia e l’amore che vi spingerebbe subito a prendere il treno del ritorno, ma apprezzo ancor di più il coraggio e la responsabilità che vi tiene legati a quei luoghi lontani, che fortifica il vostro spirito e tempra la vostra umanità.
Viviamo tutti, questo tempo con apprensione e mentre ci atteniamo alle disposizioni ministeriali non possiamo far venir meno la nostra fede nel Signore. La sua Parola si rivela consolante proprio mentre attraversiamo la prova del deserto e della sofferenza: “Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acòr in porta di speranza. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore” (Os 2, 16 – 22).
Vi invito a vivere questi giorni riscoprendo la centralità della Parola di Dio nella vostra vita, il

valore profondo del silenzio, anche dai social che spesso veicolano notizie falsate e allarmanti. È il tempo propizio per fare esperienza di ciò che è veramente essenziale, consapevoli che questa prova può solo temprare il vostro spirito e farvi crescere.
Sono vicino anche a tutti gli studenti che in questi giorni stanno conseguendo le lauree nei diversi gradi accademici, so il disagio che provate nel non poter avere accanto i familiari o a discutere il frutto di tanto agognato lavoro via Skype. Nonostante tutto vi auguro ottimi risultati e sono sicuro che nella vita saprete mettere a disposizione del nostro territorio le vostre competenze.
Ogni giorno celebrando l’Eucarestia vi presento tutti al Signore, offrendo le vostre ansie e le vostre preoccupazioni, le vostre attese e le vostre gioie. Prego, inoltre, per quanti sono stati colpiti dal virus, per tutti coloro che lavorano negli ospedali per assicurare la nostra salute e per quanti sono impegnati nel contenimento del contagio.
Torneranno i giorni del canto, della danza, i giorni della festa e degli incontri conviviali e porteremo nel cuore non solo i sacrifici che abbiamo dovuto affrontare, ma anche la bellezza di quanto abbiamo imparato a scoprire.
Sappiate che questa terra, come una madre attende il vostro ritorno, che insieme ai vostri familiari anche il vostro vescovo è trepidante nell’attesa di abbracciarvi tutti in salute.

  • Giuseppe Marciante Vescovo di Cefalù
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