Le Fontanelle: Aria viziata ô Cammaruni

(Riceviamo e pubblichiamo da parte del Comitato per Le Fontanelle) – La società civile quando si muove compatta su idee forti, sentite e disinteressate, risulta determinante nelle questioni sociali, come è stato dimostrato, anche a livello nazionale, domenica scorsa. Per questa ragione fa specie che il sindaco di Castelbuono sempre pronto, almeno a parole, ad enfatizzare concetti astratti come il territorio, la società, la gente laboriosa, non riesca a intravedere dietro le esigenze espresse dal Comitato, e non solo dal Comitato, le speranze del paese di migliorare l’infrastruttura teatrale che mirano, in ultima analisi, alla crescita culturale di Castelbuono. Ma perché il nostro amico sindaco vuole continuare a portare avanti una informe, difforme e quanto meno inutile poli-idea progettuale?

Fissiamo l’attenzione, intanto, su contraddizioni, vizi, e forse anche errori, in cui è incorso il sindaco (incredibile, ma è così) e la sua giunta nella presentazione della cosiddetta “Ipotesi progettuale” e nella definizione degli obiettivi possibili per essa. Le medesime osservazioni le abbiamo già fatte nelle sedi competenti e continueremo a farle a tutti gli aventi causa e a tutti i livelli.

Ma partiamo pure dalla delibera di Giunta presentata all’Assessorato BBCC (vedi link) e già partiamo bene, anzi male, visto che vi si dice che «il Comune di Castelbuono è stato beneficiario del finanziamento concesso con D.D.G. n. 3535 del 22/11/2013 emesso dall’Assessorato BBC per la realizzazione dei lavori di “Recupero e ristrutturazione dell’ex cine-teatro Le Fontanelle finalizzato alla costituzione di uno spazio polifunzionale”». Le virgolette alte sono un vizio di forma dato che riportano una citazione del caro amico sindaco e non già il titolo del progetto presentato e finanziato nel Patto per il Sud che invece parla di “Recupero e Ristrutturazione dell’ex cine teatro Le Fontanelle -CASTELBUONO”, come si può vedere nello stralcio di allegato, riportato di seguito, alla delibera della Giunta Regionale del 21/01/2017.

Ma perché il sindaco ha questo smisurato bisogno di cambiare il titolo del progetto? Cosa c’è sotto? Il sindaco, grande amico di tutto il comitato, ma prima ancora di tutto il paese, perché non chiarisce ai suoi cittadini cosa ha realmente in mente di fare alle Fontanelle? Perché una cosa è certa in tutta questa fosca vicenda: lui lì vuole fare un’altra cosa, un po’ bizzarra. E il comitato, sia chiaro, si batterà fino alla fine per non fargliela fare. Ma nel frattempo facciamo la domanda a tutto il paese. Castelbuonesi, perché il caro sindaco cerca disperatamente di cambiare il titolo del progetto? Si tenga conto che non solo non c’era nulla da cambiare nel titolo: il progetto approvato doveva effettuare il “Recupero e Ristrutturazione dell’ex cine teatro Le Fontanelle”. Può essere che il centro poli-funzionale, anche se non serve a niente e a nessuno, sia una genialata del sindaco volta a magnificare la sua larghezza di vedute. Ma, a conti fatti, diciamocelo pure: cchi nnicchi e nnacchi? Dato che non abbiamo un teatro e il sindaco, invece, ha un finanziamento per ristrutturare il CINE TEATRO LE FONTANELLE, perché, deve cambiare progetto? Lo dica sindaco: a che serve una sala che si sovrapporrebbe alle diverse altre già esistenti in paese con l’aggravante che nella sua polifunzionalità potrebbe risultare, fatalmente, una sala … del commiato? Che se ne deve fare di una lingua di cane larga 9 metri e lunga 30 tutta libera, senza palcoscenico, senza sipari, senza sedie, senza tavolini. No, i tavolini veramente non lo sappiamo se non ci saranno e anche le tovaglie. Lei ha scritto che non comprerà il palco (ma uno lo ha già comprato: € 29.000), che non comprerà le poltroncine ma 300 sedie sì (costo più di € 9.000), non comprerà arredi per il palco, ma ha comprato l’amplificazione (più di € 19.000). Lei, col suo tormentone delle Fontanelle che verrebbe usato solo per tre giorni di veglione, lo dice a tutta Castelbuono quanto le costerà il veglione di quest’anno? Senza contare le migliorie strutturali apportate e il dovuto ai legittimi proprietari del cinema Astra? E magari può dirci anche quale sia l’utilità di tutto ciò? Anzi, lo dica ai castelbuonesi, noi la conosciamo. L’utilità, vogliamo dire. Ma anche lei conosciamo, se è per questo.

Ora, sulla base di questo arbitrario cambio di denominazione di un progetto già approvato, gli enti regionali aventi causa non possono né ignorare né evitare di chiederle spiegazioni e correzioni riguardo questa assunzione arbitraria. Su questo passaggio il comitato sarà molto vigile.

La delibera parla genericamente di criticità del vecchio progetto, saltando a piè pari gli obiettivi dichiarati nel progetto finanziato nel Patto per il Sud: né motiva (forse perché non ha come motivarlo) il cambiamento del titolo e, di conseguenza, degli obiettivi progettuali. Signor sindaco, giunti a questo punto, non c’è trippa per gatti, perché l’unico briciolo di spiegazione che ha dato è un accenno alle criticità, evidentemente insufficiente a spiegare l’aggiunta al titolo e agli obiettivi del progetto finanziato che il restauro è “… finalizzato alla costituzione di uno spazio polifunzionale”. Questa parte, fortemente osteggiata dal Comitato e non solo, è fortemente speculativa, poco chiara e devia dall’obiettivo per il quale il progetto è stato finanziato.

Fra le stranezze di questa delibera ce n’è un’altra macroscopica, da tenere accuratamente sotto controllo per tutto ciò che ne può conseguire. Vale a dire che l’assessorato BBCC in precedenti incontri (non si sa bene quali) abbia o avrebbe avallato (o forse persino sollecitato) la presentazione di un siffatto progetto. Impossibile visto che titolo e obiettivi, anche all’osservatore distratto, appaiono assolutamente difformi rispetto a quelli che si leggono nel progetto ammesso a finanziamento. Ci aspettiamo anzi che l’Assessorato BBCC, prima di dare il visto di conformità, valuti attentamente se ciò che chiede il sindaco e la sua task force tecnica sia in qualche maniera conforme con il progetto di RESTAURO DEL CINE TEATRO LE FONTANELLE per il quale si è ottenuto il finanziamento.

La delibera di giunta presieduta dal sindaco, che si era aperta con trionfali valutazioni introduttive, si chiude con toni un po’ dimessi, sintomatici di speranze mal supportate. Forse perché sospettano che l’Assessorato ai BBCC non possa ratificare il progetto protocollato il 22/01/2020 come conforme a quello ammesso a finanziamento nel Patto per il Sud. Infatti:

  • Si chiede di accogliere favorevolmente la nuova ipotesi progettuale (con un titolo sempre difforme da quello finanziato)
  • Si pretende di avere atto che il progetto sia di completamento (come è possibile se titolo e obiettivi sembrano non conformi?)
  • Si richiede all’Assessorato di inserire il progetto così rimodulato (ma hanno appena detto che era un completamento) tra quelli da finanziare nel Patto per il Sud (ma l’Assessorato BBCC non può inserire alcunché a finanziamento, può solo verificare la conformità dell’ipotesi progettuale riportata con il progetto già finanziato nel Patto con il SUD). E per quanto detto, questa conformità risulta almeno molto ardua

Inoltre, il comune di Castelbuono, per sua stessa indicazione, dice di aver presentato una nuova “ipotesi progettuale”, non un progetto esecutivo. Questa affermazione, oltre che essere chiaramente espressa nella delibera, è contenuta in comunicati pubblici del gruppo “Democratici per Castelbuono” che sostiene l’attuale amministrazione. Pertanto l’assessorato, a nostro parere, non ha ricevuto i presupposti fattuali minimi per esprimersi riguardo la conformità del progetto protocollato con quello ammesso a finanziamento e, se dovesse farlo su questa base, dovrebbe dare parere negativo.

Sulla base di quanto fin qui esposto, se ai progettisti è stata data l’indicazione di finalizzare il progetto alla costituzione di un’area polifunzionale, è probabile che sia stato commesso un arbitrio oltre che un errore marchiano, con la richiesta protocollata che sembra difforme per titolo e, soprattutto, obiettivi del progetto ammesso a finanziamento nei Patti per il Sud. Questo aspetto, non proprio trascurabile, potrebbe costituire un vizio di annullamento della richiesta considerando che la modifica, non è motivata in alcun modo.

Per concludere, esimio sindaco, una riflessione. Uno scrittore inglese, Laurence Sterne, riteneva che un’idea insistente “Si chiama perseveranza quando è per una buona causa, ostinazione quando è per una cattiva”. Se non possiamo essere né noi né lei, per ovvi motivi, a dire se è perseveranza la nostra e ostinazione la sua o viceversa, potremmo salomonicamente affidare la scelta alle motivazioni a supporto della rispettiva idea.

Le nostre motivazioni le può trovare nelle comunicazioni pubbliche e in quelle private a lei indirizzate (per non andare troppo indietro nel tempo: a voce nell’incontro del 2 novembre e per iscritto 4 giorni dopo, e non 23 giorni dopo come lei sostiene, barando, in una delle sue sconclusionate “Lettere aperte” da piccolo scrivano fiorentino). E sono tutte motivazioni circostanziate, sostenute da tantissimi addetti ai lavori.

Le sue motivazioni, per quanto abbiamo cercato ovunque, si riconducono alla sola congettura che se il progetto non desse priorità assoluta alla sala poli-funzionale, anzi al suo chiodo fisso, U CAMMARUNI, il teatro non si reggerebbe economicamente. Motivazione sostenuta da lei e dalla sua giunta e che, detta così, assomiglia tanto alla famosa frase del “Marchese del Grillo-Alberto Sordi” che non riportiamo, certi che lei la conosca a menadito, se non altro per averla applicato una infinità di volte. Lei è lei e questo lo sappiamo benissimo, ma che noi non siamo un cazzo è tutto da verificare, probabilmente a sue spese.

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