L’oleificio Raimondo sul The Washington Post. L’esperienza “con la raccolta delle olive” raccontata da Cain Burdeau

Sulle pagine della nota testata giornalistica statunitense The Washington Post, spicca una foto in primo piano di Francesco Raimondo a lavoro nel suo oleificio. L’articolo annesso è stato scritto da Cain Burdeau, giornalista statunitense dell’Associated Press.
Cain si è trasferito da pochi anni con la sua famiglia a Castelbuono, vive in campagna dove ha acquistato un piccolo appezzamento di terreno e oltre al suo lavoro di giornalista, si dedica con passione anche ad attività agricole. E proprio sulle pagine del Washington Post ha voluto raccontare ai suoi concittadini americani l’esperienza vissuta durante la scorsa stagione della raccolta delle olive. L’articolo è molto interessante, scritto con dovizia di particolari, è in inglese, ma il traduttore di google fa in questo caso un lavoro accettabile. Per leggerlo cliccate qui.
Grazie Mr. Burdeau. Dal suo resoconto affiora tutta la passione che si infonde nella coltura e nella raccolta delle olive e poi nella loro spremitura con l’erompere di quell’olio genuino, che sta alla base della dieta mediterranea, apprezzata in tutto il mondo. Vede, noi qui non abbiamo sofisticazioni da “silicon valley”, ma soltanto vallate verdi piene di boschi, di uliveti, di vigneti e, in autunno e a primavera, funghi ed asparagi. Prodotti forse poveri, ma che danno la felicità, come Lei dice: “…we were happy with our harvest”. Benvenuto tra noi!
complimenti a queste persone che vogliono e riescono a dare continuità a quel filo che dovrebbe unirci alle passate generazioni, e che attraversa la trama della nostra storia e etnografia, per affondare nelle sue radici. in quella cultura contadina, povera, da cui veniamo. e che abbiamo lasciato per lavorare in lidi lontani…e ci resta un po’ il rimpianto per quelle centinaia di piante che si perdono, piantate tanti anni fa da nonni, trisavoli e antenati. e che ora sono tornati cespugli selvaggi che il vento tormenta, sullo sfondo di un cielo azzurro in una campagna aspra e, a tratti, avara amara e dura…dove generazioni che ci hanno preceduto si sono con fatica guadagnato quanto bastava ad una vita azzima