Madonie: è allarme “processionaria”
A chi in questo periodo percorre le strade di montagne delle Madonie, sulla strada che porta a Piano Battaglia o verso Geraci Siculo, sicuramente non è sfuggito che su alcuni rami di pino vi sono dei veri e propri bozzoli. Un particolare curioso che presto diventerà un problema così come è stato per il Punteruolo Rosso delle palme. Infatti, non si tratta di bozzoli realizzati da bachi da seta ma bensì da un parassita del pino: la processionaria. A lanciare il grido d’allarme è l’ingegnere Santo Sottile di Gangi che proprio nel suo terreno,come in tanti altri, sta vedendo morire dei pini secolari attaccati da questo bruco, che fa parte dei lepidotteri, meglio conosciuto come la “processionaria del pino” (Thaumetopoea pityocampa). Esso deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di “processione”.
Questo bruco si trova nelle regioni temperate dell’Europa meridionale, nel vicino Oriente e perfino nell’Africa settentrionale. È uno degli insetti più distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale. Le pianta più colpita è il pino (in particolare il pino nero e il pino silvestre). La processionaria è attiva solo durante i periodi freddi dell’anno, dal momento che trascorre i caldi mesi estivi come bozzolo seppellito sotto terra.L’inverno mite che stiamo attraversando aumenta maggiormente la riproduzione di questo fenomeno. Le falene iniziano a emergere dal suolo nel mese di agosto, trascorso qualche giorno iniziano la ricerca di piante adatte per deporre le uova. Ogni femmina produce un “ammasso” di uova che viene fissato ad un ago dell’albero ospitante, dopo almeno 4 settimane nascono le tipiche larve, in poco tempo, spogliato completamente un ramo, si muovono in fila alla ricerca di nuovo nutrimento. Inizialmente sono nomadi, spostandosi di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, verso ottobre formano un nido sericeo dove affronteranno l’inverno. L’attività riprende in primavera e le processionarie, in genere verso la fine di maggio, si dirigono in un luogo adatto per tessere il bozzolo.
Trovato il posto ideale, lì si interrano ad una profondità variabile di circa 15 cm. Lo stato di crisalide ha durata di circa un mese, ma può prolungarsi anche per uno o più anni. L’insetto, raggiunto la maturità e avvenuta la metamorfosi, durante il mese di luglio esce dal bozzolo. L’adulto è una falena con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio con delle striature marroni. La femmina è solitamente di dimensioni lievemente maggiori del maschio. Il lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova e il ciclo ricomincia. “Questi simpatici animaletti – afferma Santo Sottile – stanno attaccando le nostre pinete, distruggendo intere colonie di pini secolari e mentre accade questo le amministrazioni locali “dormono” o al massimo impongono di abbattere gli alberi infetti, modificando di fatti i nostri panorami e trascurando le conseguenze che può avere sulla salute dell’uomo e degli animali domestici il contatto con questi insetti.” Per evitare di perdere il patrimonio boschivo l’ingegnere fa appello a tutti coloro che possono intervenire affinché, si possa affrontare il problema in modo serio e concreto.
La domanda d’obbligo è chi deve intervenire? Il Parco delle Madonie,visto che il problema riguarda molti sentieri visitati da turisti , ha segnalato e sollecitato il problema all’Azienda Foreste già dal mese di Gennaio che dovrebbe intervenire con “spruzzi di sabbia” oppure al taglio degli alberi nel peggiore dei casi. Una soluzione efficace, ma solo nel periodo da dicembre a gennaio,quando le larve si riuniscono nei bozzoli per sopravvivere alle basse temperature grazie all’effetto di gruppo. Non sono i pallini da caccia che le uccidono direttamente, ma sparando il bozzolo si lacera, il freddo penetra e l’abbassamento della temperatura uccide le larve nei mesi successivi.
Ma ad oggi ci pare di capire che nessuno sia intervenuto per affrontare seriamente il problema.
Fonte: www.madonielive.com
Faranno a scaribarile e un problema che probabilmente si potrebbe risolvere facilmente lo faranno diventare complicatissimo. Purtroppo ormai conosciamo come vanno le cose dalle nostre parti.
I danni della processionaria sull’uomo e sugli animali
I peli urticanti della processionaria si separano facilmente dalla larva che li porta sul dorso, nel corso di un contatto o più semplicemente sotto l’azione del vento. Data la particolare struttura (terminano infatti con minuscoli ganci), questi peli si attaccano facilmente ai tessuti (pelle e mucose), provocando una reazione urticante data dal rilascio di istamina (sostanza rilasciata anche in reazioni allergiche). Chi avesse ripetuti contatti con la processionaria presenta reazioni che peggiorano con ogni nuovo contatto. In casi gravi può verificarsi uno shock anafilattico, con pericolo mortale (orticaria, sudorazione, edema in bocca e in gola, difficoltà di respirazione, ipotensione e perdita di coscienza).
A seconda della zona del corpo interessata, diversi sono i sintomi:
In caso di contatto con la pelle
Apparizione in seguito al contatto di una dolorosa eruzione cutanea con forte prurito. La reazione cutanea ha luogo sì sulle parti della pelle non coperte, ma anche sul resto del corpo: il sudore, lo sfregamento dei vestiti facilitano la dispersione dei peli.
In caso di contatto con gli occhi
Rapido sviluppo di congiuntivite (con rossore e dolore agli occhi). Se un pelo urticante arriva in profondità del tessuto oculare, si verificano gravi reazioni infiammatorie e, in rari casi, la progressione a cecità.
In caso di inalazione
I peli urticanti irritano le vie respiratorie. Tale irritazione si manifesta con starnuti, mal di gola, difficoltà nella deglutizione e, eventualmente, difficoltà respiratoria provocata da un broncospasmo (restringimento delle vie respiratorie come si verifica per l’asma).
In caso di ingestione
Infiammazione delle mucose della bocca e dell’intestino accompagnata da sintomi quali salivazione, vomito, dolore addominale.
Luca M.
Effetti sugli animali
La processionaria risulta molto pericolosa in particolare nei confronti di cavalli e cani, i quali, brucando l’erba o annusando il terreno, possono inavvertitamente ingerire i peli urticanti che ricoprono il corpo dell’insetto.
I sintomi che un cane presenta in questa spiacevole evenienza sono spesso gravi.
Il primo sintomo è l’improvvisa e intensa salivazione, provocata dal violento processo infiammatorio principalmente a carico della bocca ed in forma meno grave dell’esofago e dello stomaco.
In questi casi il padrone intuisce la gravità di quanto è successo, perché vede che il fenomeno non accenna per niente a diminuire, anzi con il passare dei minuti, soprattutto la lingua, a seguito dell’infiammazione acuta, subisce un ingrossamento patologico a volte raggiungendo dimensioni spaventose, tali da soffocare l’animale.
I peli urticanti, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare: il danno può essere talmente grave da provocare processi di necrosi con la conseguente perdita di porzioni di lingua.
Altri sintomi rilevanti sono: la perdita di vivacità del soggetto, febbre, rifiuto del cibo, vomito e diarrea e soprattutto quest’ultima può essere anche emorragica.
Come curare un cane
La prima cura da apportare ad uno sfortunato cane colpito da processionaria consiste nell’allontanare la sostanza irritante dal cavo orale: per questo fine bisogna effettuare un abbondante lavaggio della bocca con una soluzione di acqua e bicarbonato.
Questa manovra non è sempre agevole, sia dal momento che il cane sta soffrendo e sia perché può essere per sua natura aggressivo; è dunque consigliabile fare uso di una siringa senz’ago con la quale poter spruzzare ripetute volte la soluzione di lavaggio in bocca.
Dopo questo primo intervento bisognerà fare d’urgenza altre cure appropriate a seconda della gravità del caso, che soltanto il veterinario potrà eseguire.
Circa un anno fa, passando da geraci erano già visibili i nidi, ricordo di aver segnalato il problema contattando diversi uffici regionali ma come volevasi dimostrare tutto evolve senza provvedimenti opportuni!
Quindi inutile parlare di allarme, bastava attuare le strategie di lotta idonee, anche questa è salvaguardia!
TUTTO A POSTO COME SEMPRE FORSE CONVIENE RIMANERE A CASA