Massimo Genchi: “Le balle di un sindaco solo”
Dopo tanti strombazzanti preannunci, alla fine, è uscito il portentoso documento non dell’amministrazione, ma dell’unico e solo componente di essa, il sindaco. Anzi, IL SINDACO DI SEMPRE, come si è autodefinito proprio stanotte. Certo, c’è voluto un po’ di tempo per l’uscita del documento perché, a parte tutte le sciocchezze fuori contesto, bisognava mettere a punto le ultime virgole. L’unica cosa ben contestualizzata, a dire il vero, è stata la data: il giorno di carnevale. In effetti, anziché inviarla, avrebbe potuto recitarla perché, sia nei termini sia nei contenuti, è apparsa una vera e propria pagliacciata, una di quelle pietre miliari che segnano la storia della maschera.
Invece niente maschera ma la solita lettera aperta in tre volumi con venti persone e Enti in indirizzo. Mah! Però, non c’è che dire, non passa giorno che non veniamo deliziati dall’ultimo esponente della Scuola poetica siciliana, un Ciullo d’Alcamo di novecento anni dopo, che, a ritmo circadiano, ci rifornisce di perle letterarie ma soprattutto di messaggi che, nel suo intendimento, vorrebbero suonare come subliminali.
A parte la pièce di martedì, accolta da tutto il paese a fischi e piriti, come dicono a Broadway, è invece il suo commentino notturno di lunedì che vale la pena di analizzare. Con il parto della pagliacciata in corso, Ciullo d’Alcamo, mentre avvertiva: sta nascendo!, ringraziava il progettista (ma sarebbe più giusto dire la sua spalla, un po’ come Ciccio Ingrassia per Franco Franchi) per avere ripetuto il copione così come concordato e cioè: che i mille sono stati presi in giro, che il 90% di essi era in buonafede, che la domanda per la quale si chiedeva la firma era capziosa, che chi ha firmato non conosce la storia di questo paese, che Le Fontanelle sono l’ecomostro. E soprattutto avvertiva che lui, Ciullo d’Alcamo, aveva compreso cosa si celasse dietro le firme dei mille. E certo, perché lui sa “leggere” i fatti della politica, detto modestamente da lui per lui. Poi, perché metta le virgolette non si capisce. Non è l’unica cosa, a dire il vero, che risulta poco chiara nel suo modo di scrivere. E’ un po’ quello che succede con tutti i grandi della letteratura di tutti i tempi.
Monaco, che possiamo immaginare come il milanese immortalato da Iannacci che “purtava i scarp del tennis e parlava de per lü”, nell’ottemperare gli ordini ultimativi della committenza, al cospetto di tutta Castelbuono e del web ha fatto la figura che meritava di fare da tempo. E mi sento di ingiungergli, a nome di molti del nostro paese, che questa aria spocchiosa, professorale e di bislacca supponenza la potrebbe lasciare a casa sua o al circolo del tennis facendo particolare attenzione a non usarla quando parla alla gente di Castelbuono. Anche perché uno che progetta cose di questo genere
http://www.monacoarchitetti.it/index.php?op=3&lang=it&cat1=1&tb=galleria_fotografica&chiave=49&ft=1
non mi pare possa permettersi di fare alcuna lezione a nessuno.
In ordine al Premio Nobel per la letteratura 2021, il nostro Ciullo, col suo scritto notturno di lunedì, ci anticipava che avrebbe dovuto fornire ai cittadini chiavi di lettura per comprendere cosa si cela dietro le firme dei mille. Nella pièce carnevalesca, invece, ha bofonchiato due parole sulle presunte ambizioni di qualcuno. Certo, non c’era bisogno che fornisse anche chiavi di lettura per comprendere cosa si celava dietro la famigerata raccolta delle 732 firme, tutte rigorosamente vere, di gente consapevole e certificate dal notaio. Così come non c’è bisogno che fornisca chiavi di lettura in ordine alle ragioni di necessità e urgenza che si celano dietro il suo fermo proposito di ricandidarsi un’altra volta a qualsiasi costo. Infatti stanotte ha rincarato la dose: lui è IL SINDACO DI SEMPRE. In altre parole, dopo di lui su Castelbuono caleranno le tenebre eterne.
Tuttavia non c’è bisogno che il nostro Ciullo si accanni a fare cronistorie, non c’è bisogno di spremere la fantasia per escogitare cordate, ammucchiate, congiure, strumentalizzazioni. Potrebbe anche smetterla di tentare di far credere che tutti abbiano la rogna e solo lui sia l’oro in purezza perché è una tesi da infanti. Potrebbe anche smetterla di essere stucchevolmente patetico tentando di far credere che coloro i quali sono stati in qualche modo dalla sua parte e poi lo hanno abbandonato lo hanno fatto perché invidiosi di lui e lui è una solo una povera vittima. E Soprattutto non c’è bisogno di raccontare balle così colossali. Questo paese vanta diversi personaggi passati alla storia per le balle esorbitanti che erano in grado di raccontare ma Ciullo li ha superati tutti. In questo rimarrà insuperato e certamente passerà alla storia. Ma solo per questo aspetto e non per altro. E non di certo con gli stratagemmi da strapazzo che sta escogitando in questi giorni cercando goffamente di coinvolgere altre parti politiche perché si possa dire eventualmente che la cosa si è fatta con il concorso di tutti. Anche perché ricordiamo tutti che fine hanno fatto i simboli nazifascisti e le statue dei dittatori dell’Est alla caduta di quei regimi.
Massimo Genchi