Michele Lupo Gentile, un castelbuonese alla Scuola Normale Superiore di Pisa – La vacanza ai Pedagni (terza e ultima parte)

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1 Commento

  1. Nicolo Piro ha detto:

    Orazio, ancora una volta, con le sue storie narrate da colto e profondo accademico, ci riporta indietro in storie e personaggi della Castelbuono d’ altri tempi che poco o nulla a che vedere hanno con la schiattezza dei tempi dei quali siamo muti protagonisti. Come non si può dirgli “grazie” e cogliere l’ occasione per abbracciarlo e baciargli le mani. Se a Michele, seduto sulla ticchiena di quella superba casa di campagna dall’ architettura semplice e geomentricamente pura la vista di quel paesaggio librato tra terra e cielo faceva scorgare qualche lacrima sul volto, con la sua penna magica Orazio mi ha ricondotto negli ultimi respiri di una Castelbuono vetusta come me la ricordo da bambino allorché nel lettino della stanza dei miei genitori che dava sul “vaddruni” e sulla Madonna delPalmento, ascoltavo lo scandire del tempo della notte interrotto dalla sincope del “chiò” il cui ricordo rivissuto ancora oggi (e,come!) genera in me uno strazio soavemente inumidito da qualche lacrima, per passare infine al ricordo di quelle afose giornate di luglio in occasione della trebbiatura, più con muli che con asini, del raccolto che aveva luogo nella “aria” in pendenta che si trovava davanti al cappellone della Madonna del Palmento. “E vota, vota cha t’ abbientu e ringraziamu i santissimu sacramentu” , gridava il contadino per far cambiere al mulo (raramente due) il controgiro. E così vangando e rivangando nel tempo lontano mi son posto la domanda, se in quel di Sarzana Michele Lupo abbia avuto come giovane studente Carlo Alberto Biggini, il fu Ministro dell’ Educazione Nazionale ed estensore della stupenda (ad eccezione della macchia nera sul destino futuro degli Ebrei in Italia, per me espressione taciuta delle mie lontanissime radici da parte materna e giù di lì, non dipendente dalla sua volontà e mite indole, quanto nobile) Carta Costituzionale della Repubblica Sociale Italiana (ispirazione, come in passato sostenuto da noti studiosi del Diritto di Stato, della Costituzione Italiana al punto da far sudare sette camice al caparbio Amintore Fanfani affinché al primo articolo venisse posto e celebrato il “Lavoro”), eleborata in appena tre settimane, sulla base dell’ impostazione ideologica pensata da Benito Mussolini e dall’ inseparabile Nicola Bombacci, il “comunista nero” che ne condivise la triste fine.

    Comunque sia, ancora un “grazie” commosso, caro Orazio, oltre tutta la mia riconoscente gratitudine e la prece di continuare a tormentarci sull’ onda del Tuo profondo lavoro di .

    Con doveroso rispetto,
    nicolino piro

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