Il missionario castelbuonese padre Emilio Santi Piro è tornato alla Casa del Padre

È scomparso il 16 aprile scorso, a Messina, il missionario cappuccino castelbuonese padre Emilio Santi Piro. Il funerale sarà celebrato mercoledì 18 Aprile alle ore 10:00 presso il Santuario Madonna di Pompei di Messina e nel pomeriggio alle ore 15:30 presso la Parrocchia Matrice Nuova di Castelbuono.
Santi Piro nacque a Castelbuono, diocesi di Cefalù, in provincia di Messina, in Sicilia, il 30 maggio 1930, figlio di Liborio Piro e Rosaria Abbate. Il 19 agosto 1945, iniziò il suo noviziato nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, svolgendo la professione religiosa dal 1 settembre 1946. Fu ordinato sacerdote il 21 marzo 1953. Poco dopo, partì per Roma, dove si laureò ( Master in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1956.
È arrivato in Brasile il 26 gennaio 1960. Ha insegnato teologia a Belo Horizonte per sei anni. È stato rettore del Santuario di Nostra Signora di Fatima, a Poços de Caldas, e custode della Fraternità di Nostra Signora del Rosario di Pompeia, a Belo Horizonte. Tra il 1971 e il 1977, ha ricoperto il governo della Vice Provincia di Minas Gerais. Ha diretto le missioni nella valle di Jequitinhonha e nella confraternita post-noviziato a Petrópolis. Nel gennaio 1985, su invito del vescovo diocesano di Grajaú, a Maranhão, partì come missionario per quella diocesi, assumendo la parrocchia del presidente Dutra (MA). È stato reintegrato nella Provincia di Minas Gerais nell’ottobre 2003, quando si è trasferito nella Fraternità São Sebastião a Salto da Divisa.
Quando la sua salute divenne fragile, trascorse l’anno sabbatico del 2009/2010 a Messina, in Sicilia. È tornato in Brasile nel 2011, collaborando nella Fraternità della Madonna del Rosario di Pompei. Il 3 novembre 2013, è tornato definitivamente a Messina, rientrando in incoscienza in quella provincia alla fine del 2015. Già molto debilitato, è morto il 16 aprile 2018.
Per i fratelli di Minas Gerais, il ricordo di Frei Emilio Santi Piro sarà sempre un richiamo all’ardore missionario e alla dedizione in questa provincia. Mentre aveva forza, non cessava mai di seguire gelosamente, anche da lontano, la vita dei frati di Minas. E quando non riusciva più a leggere, chiedeva agli altri di parlargli delle notizie che venivano occasionalmente.
Sempre in Brasile, nel 2005, nel giubileo d’oro della Provincia di Minas Gerais, ha scritto:
“A quel tempo (1946), il superiore dell’allora Custodia, fratello Teodosio di Castelbuono, visitando la Provincia, fu in grado di infettare i novizi con il suo zelo missionario, tra i quali io, all’età di 15 anni, ero pronto a partire come missionario dopo il noviziato e la missione per completare la nostra formazione …
Sono passati 15 anni da quando sono arrivato alla Custodia nel 1960. Ma qualcosa è stato scritto quasi come una premonizione: perché io, nella mia casa di Castelbuono, un ragazzo di quattro o cinque anni, avevo lisciato la barba di Frey Teodosio, quando lui, nel 1935, prima di partire per il Brasile, andò a dire addio a tua cugina, mia madre. Senza dimenticare che la nuova abitudine di noi novizi di quell’anno fu fatta con un tessuto dell’esercito brasiliano tinto di marrone. Una stoffa che Frate Teodosio aveva portato dal Brasile come aiuto alla provincia dilaniata dalla guerra di Messina, come tutta l’Italia.
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