Misure cautelari nell’inchiesta per corruzione sanità siciliana, coinvolto anche l’ing. Di Martino

Ha un’appendice anche a Castelbuono l’inchiesta sulla corruzione nella sanità, condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo con delega alla Guardia di Finanza, che ha portato all’applicazione di misure cautelari di alti esponenti del comparto per reati che vanno dalla corruzione per atti contrari al proprio ufficio, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti per attività illecite riconducibili alle gare indette dall’ASP 6 di Palermo e dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana.
Infatti, nell’ambito dell’inchiesta è stata disposta la misura cautelare anche per l’ing. Giuseppe Di Martino che, fra gli altri incarichi ricoperti, è anche l’attuale responsabile tecnico della Castelbuono Ambiente srl, e per il quale è stata disposto il divieto temporaneo di esercitare attività professionali, imprenditoriale e pubblici uffici. La stessa misura è stata applicata anche a Giovanni Tranquillo, 61 anni, di Catania.
Complessivamente l’inchiesta ha portato alla misura cautelare in carcere per Fabio Damiani, attuale direttore generale dell’Asp 9 di Trapani nonché del suo collaboratore Salvatore Manganaro, gli arresti domiciliari per Antonino Candela, attuale coordinatore della struttura regionale per l’emergenza coronavirus, Giuseppe Taibbi, 47 anni, Francesco Zanzi, romano di 56 anni, amministratore delegato della Tecnologie Sanitarie S.p.a., Roberto Satta, di Cagliari, responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie S.p.a., Angelo Montisanti, 51 anni, responsabile operativo per la Sicilia di Siram S.p.a. e amministratore delegato di Sei Energia, Crescenzo De Stasio, 49 anni, di Napoli, direttore unità business centro sud di Siram, Ivan Turola, 40 anni, di Milano, e Salvatore Navarra, 47 anni, di Caltanissetta, presidente del consiglio di amministrazione di Pfe.
Fonte gds.it