Nucleare: facciamo chiarezza. Una presa di posizione per il territorio, con coscienza e non per partito preso

Dopo anni di attesa è stata finalmente pubblicata la mappa dei siti italiani che conterranno i rifiuti radioattivi, per la maggior parte provenienti da usi civili e sanitari. La Cnapi, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee, dovrà rimanere in consultazione per due mesi. Ad Aprile il seminario nazionale che porterà alle scelte finali. È arrivato quindi il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e la conseguente pubblicazione da parte di Sogin sul sito www.depositonazionale.it, è stato pubblicato il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che dunque permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività. Un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, atteso da molti anni, che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo. Sono 67 i luoghi potenzialmente idonei in Italia, e da adesso inizia la fase di consultazione e dibattito, mancata fino adesso con gli Enti Locali, che vedrà adesso la loro partecipazione, quella di associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere.

In Sicilia quattro zone: Trapani, Calatimi-Segesta, Castellana Sicula-Petralia Sottana e Butera. In base alle osservazioni e alla discussione nel Seminario Nazionale, Sogin aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isi, del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni.

In questa fase come Consiglio Comunale, siamo quindi chiamati ad esprimerci, manifestare il nostro parere e farlo con logica e raziocinio, valutando gli impatti connessi e possibili conseguenze. Per farlo, con questo documento, dopo una premessa per contestualizzare l’oggetto all’o.d.g., bisogna capire come si è arrivati alla definizione dei siti idonei

CRITERI DI LOCALIZZAZIONE E LORO APPLICAZIONE

La Guida Tecnica n. 29 di ISPRA (oggi ISIN) si ispira ai principi base di sicurezza stabiliti dall’International Atomic Energy Agency (IAEA), l’Agenzia delle Nazioni Unite che periodicamente emette e aggiorna gli standard cui devono attenersi tutti gli Stati membri. In particolare, per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi si fa riferimento agli Specific Safety Requirements IAEA – Disposal of Radioactive Waste for protecting people and the environment No. SSR-5 del 2011. Per i criteri generali di sicurezza per la localizzazione dei depositi agli Specific Safety Requirements IAEA – Near Surface Disposal Facilities for Radioactive Waste No. SSR-29 del 2014.

I criteri di localizzazione elaborati da ISPRA sono suddivisi in:

15 Criteri di Esclusione (CE), per escludere le aree del territorio nazionale le cui caratteristiche non permettono di garantire piena rispondenza ai requisiti di sicurezza a tutela dell’uomo e dell’ambiente;

13 Criteri di Approfondimento (CA), per valutare in dettaglio le aree individuate a seguito dell’applicazione dei criteri di esclusione. Questi criteri verranno poi utilizzati anche per la pianificazione delle indagini tecniche di caratterizzazione nelle aree oggetto d’intesa.

La proposta di CNAPI è stata elaborata applicando i criteri di localizzazione al territorio nazionale con dettaglio crescente fino a individuare le aree potenzialmente idonee. I livelli di analisi sono illustrati nella procedura operativa, mentre le modalità di applicazione per ciascun criterio sono descritte nelle basi teoriche e dati di riferimento.

In allegato a questo documento, riportiamo i criteri di selezione, in modo tale da essere trasparenti e poter arrivare a tutti i nostri concittadini, ed anche se è un documento di alta natura tecnica, quello che è semplice da capire è che sono stati utilizzati criteri idonei e che quindi, la realizzazione di queste aree, non comporterà impatti negativi sia a livello ambientale che per la salute umana, essendo basata sul principio della sicurezza e delle “barriere in profondità”.

Dopo questa considerazione tecnica, sembrerebbe quasi naturale allora dire Si alla realizzazione di quest’opera, che ripeto, necessaria per la gestione dei rifiuti in oggetto, anche nel nostro territorio, perché dire NO solo per bigottismo o per paura o perché “si è contro il nucleare per partito preso” o perché “sono di sinistra quindi sono contro” è davvero insensato, poco lungimirante ma soprattutto poco onesto intellettualmente.

Se ne sono sentite e dette diverse perché purtroppo, quando si è contro, per tirare erba al proprio mulino, si spara a zero, dicendo anche inesattezze, come quelle relative alle scorie radioattive derivanti dalla produzione di energia elettrica da nucleare che poco hanno a che vedere con rifiuti speciali derivanti invece anche da attrezzature e strumentazioni necessarie alla medicina.

Ribadendo il mio pieno sostegno alla produzione di energia elettrica da nucleare, credendo fermamente negli sviluppi del nucleare relativi alla ricerca per le future centrali a fusione e condannando la “scellerata scelta” di dire NO alla produzione di energia elettrica da Nucleare affidandola ad un referendum … questa volta è il momento di dire NO, un NO unanime, con cognizione di causa alla realizzazione del deposito nel territorio madonita.

Un territorio, il nostro, dove bisogna puntare su altro, e l’assegnazione del sito, se pur tecnicamente idoneo, risulta in forte contrasto con la presenza di un parco naturale, quello delle Madonie, che per l’essenza stessa di questo ente, non si sposa con la finalità del progetto.

Altri i progetti che andrebbero realizzati, un’economia madonita che invece confida moltissimo nell’agricoltura sostenibile e nel turismo, cosicché è inconcepibile pensare di imporre alla nostra regione un ulteriore prezzo da pagare in termini di investimenti.

Sicuramente il deposito porterebbe anche dei benefici economici ma le priorità sono altre: traporti, sanità, valorizzazione delle eccellenze e dell’aziende del territorio, realizzando strutture che possano fare indotto e creare occupazione, in modo tale da porre freno ad una emigrazione sconfinata e sempre più importante.

Supporto a pieno la bontà della lettera di sua eccellenza, il nostro Vescovo Marciante, che esorta a “riscoprire il rapporto di reciprocità tra noi e il nostro territorio, tra l’uomo e la natura, alla custodia del creato e della bellezza”.

Per le ragioni sopra riportante, come consigliere comunale

IMPEGNO

Questa istituzione a farsi portavoce di un chiaro NO, supportato da validi motivi e non da prese di parte, per poter incidere, attraverso gli enti locali sovraccomunali, nella scelta finale per l’assegnazione del sito.

Il Consigliere Comunale

Ing. Simone Sottile

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