Pagare e non sorridere, la protesta dei commercianti contro la nuova ordinanza del sindaco

Sembrerebbe un episodio di Peppone e Don Camillo ma, in questo caso, gli strali del sindaco non sono verso il prelato ma contro la categoria dei commercianti destinatari della testarda azione del primo cittadino che, a tutti i costi, vuole imporre la propria ordinanza già oggetto di sospensiva da parte del TAR.
E i costi li pagheranno i commercianti che replicano al sindaco passando dalla comicità di Guareschi a quella di Totò famoso anche per una famosa truffa.
(Riceviamo e pubblichiamo) – Il TAR sopende per i COMMERCIANTI L’ORDINANZA 140 ma arriva subito un COPIA e INCOLLA!! I COMMERCIANTI dopo la sospensione si sarebbero aspettati dal primo Cittadino MAGGIORE tutela se non almeno un CONFRONTO…come già ribadito nel post del 16 dicembre 2020!!! ma come dice un vecchio proverbio “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” Anzi come dice TOTO’ “E IO PAGOOOO”, scusate: “E NOI PAGHIAMOOOO”!!!Invece di questi costosi giochetti, aspettiamo sempre un incontro per tutelare davvero i nostri interessi e di tutta la cittadinanza.
I commercianti
sarebbe opportuno scrivere al sig.prefetto, chiedendo un incontro per quanto ai poteri sostitutivi di quest’ultimo derimanti dal testo unico enti locali, significando che l’applicazione asimmetrica a solo alcuni (perchè non la docente che insegna a scuola e viene da altro comune, perchè non il bancario perchè non l’impiegato comunale specie con ufficio aperto al pubblico, perchè non il clero ecc ecc.) di uno screening con cadenza mensile arbitraria non correlata a contatti o al decorso epidemico, costituisce un atto che seppur legittimo dal punto di vista formale è arbitrario nel merito, penalizzante negli effetti solo su alcune categorie e in ultimo inefficace. trenta giorni sono una finestra priva di significato medico.
e se posso aggiugere qualche sindaco del passato si sarebbe consultato con l’autorità sanitaria, con il compianto dottore Cangelosi, con il dott.Di Pasquale…prima si “scancarare pinna” come ci tocca vedere da anni.
Purtroppo rimpiangiamo la cultura di un altro ceto politico e l’impegno di un altra generazione di medici, che vivevano la professione medica come una missione ed un servizio. non come l’impiegato dello sportello .. e fuori orario rivolgetevi alla guardia medica o al pronto soccorso.
in tutto questo ancora non ho avuto la vaccinazione antinfluenzale, per le arcinote vicende.
in cui ancora una volta in nostro “scancaraturi di pinna” ha offerto un (quasi) fragoroso silenzio più che un’attiva opera di sinergia tesa al servizio
Ha ragione Il dottore Andea Prestianni: non è la laurea che fa la persona, ci mancherebbe… ma quando uno ce l’ha, la laurea dovrebbe dare un supplemento di umanità, di civiltà dei comportamenti , di senso del rispetto e della tolleranza, di grande responsabilità del proprio ruolo e del senso del dovere!!! E questo vale per i politici e per i medici!!!
A leggere quello che scrive Prestianni (per se o per il sindaco) sembra proprio che la laurea sortisce invece l’effetto contrario.