Palermo, allarme daini sulle Madonie: “Ora dobbiamo abbatterli”

Via libera dal Comitato regionale per la protezione del patrimonio naturale. “Gli animali sono troppi, danneggiano le colture”. Saranno attirati in due recinti, abbattuti e macellati

Via libera da parte del Comitato regionale per la protezione del patrimonio naturale della Sicilia al piano per il contenimento, attraverso l’abbattimento, dei daini presenti nel parco delle Madonie, nel Palermitano. Un’azione estrema chiesta da tempo dagli agricoltori che ogni anno subiscono danni alle colture provocate dal proliferare incontrollato di questa specie. Un piano di contenimento pronto a partire già nei prossimi mesi.

Il piano prevede di attirare i daini all’interno di un recinto predisposto a Piano Zucchi e di un altro in un’area diversa, e poi, attraverso dei sele-controllori, abbatterli da postazioni fisse e mobili. Tutto sotto il controllo dei funzionari del Parco delle Madonie.

 “Il Parco delle Madonie non diventerà una riserva di caccia — dice il presidente Angelo Merlino — è un’emergenza sociale, decine di agricoltori si sono rivolti ai nostri uffici, disperati per i danni provocati da questi animali. E’ un’operazione necessaria: faccio appello al buonsenso di chi si trova in disaccordo, ma ci troviamo purtroppo a doverci sostituire al predatore naturale che è il lupo. C’è un numero sconsiderato di capi presenti all’interno dell’area protetta, ne abbiamo censito circa 10mila e nel 2023, se non interveniamo, rischiamo di avere una popolazione di oltre 20mila daini, che causano una situazione di pericolo ma anche un’emergenza sociale perché vanno a distruggere le coltivazioni delle aziende agricole, danneggiano i campi di frumento che servono per foraggiare gli animali”.

“È stato uno dei primi impegni che come presidente ho preso — continua Merlino — ogni anno il Parco si svena per pagare gli indennizzi ad agricoltori e allevatori, ora invece puntiamo a creare una filiera, dall’emergenza vogliamo tirare fuori una risorsa: una volta abbattuti, dopo il controllo dei veterinari dell’Asp, i capi saranno inviati a un mattatoio di Gangi per la macellazione e la trasformazione anche in salumi”.

Un’azione che non punta allo sterminio ma al contenimento. Per questo il Parco ha pensato di avviare dei corsi di formazione per sele-controllori, che devono possedere alcuni requisiti: essere residenti in uno dei comuni del Parco delle Madonie, avere la licenza di caccia, o far parte di associazioni venatorie.

Anche per i suidi, l’ibrido cinghia-maiale, la cui popolazione supera le 11mila unità (nel 2003 erano tremila), è previsto l’abbattimento: i cinghiali saranno attirati dentro gabbie più piccole, alcune affidate ai possessori di terreni, e poi si procederà all’abbattimento controllato e anche in questo caso inviati al mattatoio per la trasformazione. “L’obiettivo — dice l’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro — è quello di raggiungere numeri ecologicamente più sostenibili, ristabilendo finalmente un corretto equilibrio tra le esigenze della fauna, quelle della popolazione locale e, ovviamente, del nostro patrimonio naturale che ci impone di intervenire responsabilmente lì dove, come in questo caso, si creano condizioni che possano metterlo a rischio”. (Fonte: Ivan Mocciaro – Repubblica.it)

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