Paolo Cicero scrive al sindaco e al capogruppo di opposizione Tumminello

Signor sindaco di Castelbuono e signor capogruppo dell’opposizione,

Paolo Cicero

innanzi tutto vi chiedo scusa se, nonostante il rapporto di conoscenza con entrambi, vi scrivo in terza persona: l’intento, lungi dal voler dimostrare distanza, è quello di dare il risalto che meritano, istituzionalmente, alle vostre figure.

Mi preme anche evidenziare che questa mia non vuole unirsi ad alcun coro: piuttosto vuole, o almeno vuole tentare, di riportare le attività riconosciute ad ognuno di voi dagli elettori, che risultano preziose ed essenziali per la vita democratica del paese, al corretto, virtuoso, alveo, che Castelbuono reclama e merita a buon diritto. Non mi dilungherò a riportare episodi e dettagli, certo che la vostra intelligenza non necessiti di tali precisazioni; userò solo uno spunto per sottolineare il messaggio ad ognuno di voi.

Signor sindaco, nel suo caso prendo come esempio un recente intervento in un social con il quale lei stigmatizza un fatto sul quale, a mio parere, non ha competenza: né amministrativa, né etica, né tecnica. Nell’intervento lei contesta un aumento deciso da una categoria di commercianti di Castelbuono. Non rileva tanto il fatto che l’aumento sia o meno corretto, appropriato, opportuno, quanto il fatto che possa essere oggetto dell’attività di sindaco questa contestazione prima di tante altre attività che risultano istituzionalmente più urgenti ed elettive e, soprattutto, che la posizione del sindaco sia stata esternata in un social. Mi viene da pensare che non sia del tutto improbabile che, a questo proposito, un grandioso personaggio del passato, possa argomentare: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo?”.

Senza pensare che per la buona amministrazione, a mio modesto parere, non serve additare gli errori degli altri; e se si deve, ciò va fatto nelle sedi istituzionali, non come lamentazione social. I social li lasci a chi vuol esprimere stati d’animo personali, non fatti istituzionali. Per la buona amministrazione è essenziale invece il fare programmato anzi, il fare programmato e costante, che dimostri di avere almeno come obiettivo principale, se non l’unico, il bene del paese. Altrimenti, senza volere entrare nel merito degli episodi fin qui vissuti per i motivi che ho già espresso, l’impronta che si rischia di lasciare potrebbe avere la forma delle marce indietro, dei passi falsi, delle occasioni mancate, non quella dei traguardi importanti per Castelbuono.

Signor capogruppo dell’opposizione, anche qui prendo spunto da un suo recente intervento social (comincio a pensare che sia una moda istituzionale): guarda caso proprio quello con cui risponde al sindaco di Castelbuono, indicando una serie di aumenti di cui avrebbe dovuto occuparsi (e qui lascio da parte, perché non rileva molto, il fatto che in base ai periodi da lei indicati tali aumenti avrebbero dovuto destare anche la sua attenzione di sindaco). Concordo sul fatto che si tratti di argomenti di estremo interesse per Castelbuono e dei quali le amministrazioni competenti, con in testa il sindaco, dovrebbero occuparsi studiandoli, analizzandoli e trovandovi rimedio ove possibile, per quanto possibile.

Già, le amministrazioni; ma anche le opposizioni se mi consente. Mi chiedo e le chiedo, perché queste evidenze non sono oggetto di azione amministrativa concreta anche dell’opposizione? E non mi risponda, come immagino stia già pensando di fare, di averlo già fatto non ottenendo risposte o che qualcuno impedisce all’opposizione di farlo. Perché le ribatterei con ciò che una persona che stimo profondamente rispose alle mie giustificazioni riguardanti il mancato raggiungimento di un obiettivo, legate agli ostacoli frapposti da un nemico che remava contro: “Non dirmi che è colpa di un nemico se prima non mi porti la testa di questo nemico su un vassoio d’argento”. E’ evidente che si trattava di una metafora, ma mi convinse. A tal punto che oggi la vorrei usare per convincere lei. Altrimenti, senza voler anche qui entrare nel dettaglio degli episodi già vissuti per i motivi che ho già espresso, lei potrebbe passare alla storia come il capogruppo inane dell’opposizione che ha tanto faticato per litigare con il sindaco senza cambiare le cose di una virgola.

Per concludere assicuro ad entrambi che se non cambia qualcosa, in meglio, non emergerà una bella storia né un degno spettacolo. Anche perché per divertirsi con le liti … è preferibile guardare il wrestling: anche lì tutto sembra artefatto e autoreferenziale ma almeno è spettacolare e divertente.

Un sincero saluto ad entrambi,
Paolo Cicero

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