Patto per Castelbuono: “Cicero nel pallone, perché non chiude il mercato?”

(Riceviamo e pubblichiamo) – Mario Cicero come Oronzo Canà: l’allenatore nel pallone.
Che il signor Cicero non fosse in grado di gestire l’amministrazione della cosa pubblica in tempi normali lo avevamo capito, figuriamoci in tempi di pandemia.
Eppure ci sono scelte banali, che qualsiasi amministratore dotato di un minimo intelletto potrebbe mettere in pratica. A partire dalla creazione di un comitato di emergenza, formato dai rappresentanti delle forze produttive e delle forze dell’ordine, come hanno fatto in tanti altri centri. Ma lui, come ha detto il capogruppo della minoranza, ha interrotto i rapporti con l’Arma dei Carabinieri.
Altra scelta semplice per evitare il diffondersi del Covid-19 potrebbe essere la chiusura del mercato settimanale. Lo scorso 7 novembre il Viminale ha diramato una circolare secondo cui si lascia la facoltà ai sindaci della chiusura dei mercati rionali. Invece il signor Cicero rimane “indifferente, livido, assente, chiuso nel suo cupo sogno di gloria”, come scrisse Aldo Moro dalla prigione brigatista nei confronti di Giulio Andreotti. Perché il signor Cicero, come tempo fa disse in un’intervista una persona che lo conosce molto bene, “prima era di sinistra ora è un uomo di potere”. Proprio come Andreotti.
Così, seduto nello scranno più alto del municipio, dove i contribuenti castelbuonesi dal lontano 1994, quasi ininterrottamente, gli consentono di avere uno stipendio fisso, non si accorge che il mercato potrebbe causare ancora di più il diffondersi del Covid-19, a causa dei continui assembramenti, nonostante tutte le cautele del caso.
Ormai il signor Cicero si è ridotto come un malato tenuto in vita dall’alimentazione artificiale, la voglia di andare avanti per essere mantenuto dai castelbuonesi onesti che pagano le tasse.
Cicero, ti invito ancora una volta ad esprimere un minimo di riconoscenza nei confronti del popolo di Castelbuono, stacca la spina e metti fine a questa lunga quanto sofferente agonia.
Il Portavoce di “Patto per Castelbuono”
Pino Naselli
Invece che di inveire ad oltranza, prima necessiterebbero delle scuse pubbliche per avere contribuito alla sua vittoria elettorale.
La diatriba politica, ormai è chiaro, vive sui social e dovremo abituarci alla gioia dei vari gruppi per like e condivisioni, comunicati, risposte etc. Tempora mutantur et nos in illis mutamur. Un tempo però, in un delicatissimo equilibrio, sarcasmo, attacco e proposte si esponevano saggiando al crogiuolo parole, metafore e similitudini… questa attenzione, credo, non bisognerebbe perderla o per avversare qualcuno si finirà per urtare la sensibilità di altri non invischiati in questi complessi meccanismi di posto e riposto, di attacco e difesa. Lo si fa, ovviamente, senza averne l’intenzione ma una lieve mancanza di attenzione può far sobbalzare dalla sedia… specialmente in un momento in cui “alle macchine” c’è chi combatte per la vita, quella vera, senza metafore.
Se io fossi del sindaco Cicero, mi farei aiutare da te che nella vita hai tanto lavorato ed hai accumulato tanto esperienza in tutti i settori. Come si a non averti fatto assessore o qualcosa di simile. Voglio suggerire il sindaco di farti consigliere personale….
Lo avete votato e fatto votare. Ora ne chiedete le dimissioni. Ma non avete un minimo pudore?
Abbiate il buon senso di non parlarne fino alla prossima sindacatura, dove appoggerete, si spera, un altro candidato che non sia il sig. Mario Cicero, come avete fatto appena tre anni fa. Ci tengo a ricordarcelo perché mi sa tanto che l’avete dimenticato.