Perché sarebbe un errore non costruire un Teatro a Castelbuono. La riflessione di Vincenzo Barreca

Condividiamo in basso l’intervento del dott. Vincenzo Barreca, si tratta di una interessante riflessione su quanto potrebbe essere vantaggioso per la comunità castelbuonese la ristrutturazione delle Fontanelle a vero Teatro

(Di Vincenzo Barreca) – Per chi non lo sapesse l’Area Interna Madonie è un’area individuata dalla Regione Siciliana con DGR n.162 del 22 giugno 2015 come area prototipo per la sperimentazione della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI). Questo perché, così come si legge nella bozza di strategia sulle Madonie, “il processo di graduale spopolamento ha intaccato le capacità di rigenerazione del capitale umano delle comunità locali.” Inoltre, citando la Strategia d’Area Definitiva, “oggi il territorio dei 21 Comuni dell’Area Interna Madonie – per l’83% classificato fra le aree periferiche ed ultraperiferiche – registra una forte criticità connessa al progressivo processo di spopolamento. A gennaio 2015 la popolazione risultava pari a 61.489 abitanti, con una ulteriore diminuzione di 4.900 unità rispetto al dato del censimento 2011 (66.389), che pure aveva registrato un calo demografico medio pari a -25% rispetto al censimento 1971. Dal 1971 al 2011 nell’area si è avuta una riduzione media della popolazione pari a -24%, con punte di oltre il 40% nei Comuni di Bompietro, San Mauro Castelverde, Isnello, Gratteri e Petralia Soprana.”
Tralascio le mie considerazioni sulla “strategia d’area” proposta e approvata concentrandomi sullo spopolamento del territorio che ormai appare patologico e di difficile risoluzione.

Ritengo importantissime le esperienze vissute in contesti metropolitani, organizzati e stimolanti, e non biasimo chi tra i ragazzi vuole conoscere l’Europa, capire come funziona il mondo, crescere. Ma ritengo altrettanto vitale la possibilità per chi decide di vivere i nostri territori di farlo in un contesto sociale eccitante e appagante culturalmente. La crescita di un territorio non è collegata esclusivamente al contesto economico: i parametri da valutare dovrebbero essere molteplici e in primis andrebbe studiato il substrato culturale, perché l’elemento creativo deriva proprio da questo.

Le nuove idee per la crescita sociale nascono nei luoghi che stimolano l’immaginazione; difficile essere poetici lungo una catena di montaggio.
Una comunità con una vasta disponibilità di strumenti a servizio della fantasia e dell’estro cresce culturalmente e rafforza i legami territoriali generando innovazione. Il decantato “sistema paese” dovrebbe prevedere tra i suoi ingranaggi la promozione del contesto culturale con priorità assoluta, così come nel passato si è cercato di fare a Castelbuono.
Non si può scegliere di non realizzare un Teatro solo per delle valutazioni economiche; la gestione avrà, sì, un costo ma sosterrà la crescita dei cittadini donando benessere, capacità di discernimento e di autodeterminazione.

Perché negare ai Castelbuonesi, distanti 100 km dal centro cittadino più vicino, quella possibilità in più per sognare godendo di un grande spettacolo teatrale o di un meraviglioso film? Le passioni nascono e si alimentano se trovano un ambiente fertile per attecchire e sono convinto che uno degli elementi che più potrebbe contribuire a tamponare l’emorragia di abitanti che attanaglia le Madonie sia proprio lo stimolo delle passioni, aspetto spesso e volentieri dimenticato da chi governa i processi del territorio.

I render presentati restituiscono una sala convegni con un palco molto ridotto, ambiente più utile per un contesto fieristico che per una rappresentazione teatrale. L’architetto, durante la presentazione alla cittadinanza del progetto per Le Fontanelle, ha cercato di spiegare che il teatro può essere fatto ovunque prendendo ad esempio addirittura Lars Von Trier: un ottimo modello, certamente, ma Dogville è avanguardia dove il cinema impatta con il teatro decostruendo tutte le certezze dell’osservatore. Non è l’esempio giusto. Certamente si può fare teatro in spiaggia o un concerto in una cameretta ma queste possibilità non cancellano i luoghi deputati a queste attività: rappresentano un’eccezione artistica o una scelta registica, non certo la normalità.

Ripensateci, proponete delle varianti; siete ancora in tempo per evitare la costruzione di un’opera che non lascerà un’impronta utile ad alimentare la connessione delle generazioni future con il nostro paese.

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