Pinnuliddra n. 4: il foyer mastodontico e la “stradella”: il nuovo che non serve

Questo progetto esecutivo propone, sulla falsariga degli altrettanto scellerati predecessori, l’ampliamento della pianta lato Madonna della Catena con aggravanti specifiche non da poco.

I precedenti progetti, seguivano l’estro (si fa per dire) dei progettisti e un’ipotetica impossibilità di riavere un teatro, perché ritenuto incompatibile con le ancora più ipotetiche nuove norme vigenti. Questo hanno raccontato a tutti i sindaci almeno dal 1997 in poi e questo ci hanno raccontato.

Ma dal 2016 in poi il Comitato ha dimostrato che le norme vigenti non solo non vietavano affatto di riavere un teatro degno in quel luogo ma anche che il vecchio cine-teatro Le Fontanelle, sgraziato nelle forme esteriori e con un tetto che costituisce una minaccia ambientale, rispettava già tutte le norme esistenti in fatto di sicurezza interna e garantiva un palcoscenico, con infrastruttura specifica, di gran lunga migliore del ridicolo palco in pannelli modulari previsto dall’attuale progetto.

La consapevolezza che non c’erano vincoli normativi avrebbe dovuto suggerire l’abbandono del doppio corpo in pianta (platea rettangolare, ristretta a 9 metri e foyer triangolare con larghezza rispetto al foyer di 13 metri) a favore della planimetria attuale, di 14,10 metri ,senza l’inguardabile corpo triangolare; ciò avrebbe mantenuto le attuali platea e galleria delle Fontanelle, richiedendo solo: riduzione di 2 metri dell’altezza dell’edificio attuale, ristrutturazione, inserimento elementi antisismici nelle parti che non lo sono.

Questa soluzione già nel 2017, l’avevamo prospettata ai progettisti attuali e al sindaco Tumminello, che sembravano ben disposti. Quando nel 2018 la proponemmo all’attuale amministrazione e ai progettisti, entrambi opposero (in modo strumentale come vedremo) i seguenti ostacoli insuperabili, a loro dire:

  1. I muri del teatro, soprattutto lato Madonna della Catena, non erano affidabili e tutto l’edificio era incatenato in modo che, toccando quei muri, avrebbe rischiato di crollare. Questo sconsigliava interventi di ristrutturazione conservativa con l’introduzione di elementi antisismici a favore dell’abbattimento
  2. La scellerata pianta (platea + triangolare) era stata recepita nel Piano Regolatore con variante urbanistica intorno al 2010. Per mantenere la pianta attuale, serviva una nuova variante urbanistica. I tempi di approvazione di una nuova variante urbanistica avrebbero fatto perdere, secondo loro, il finanziamento, non consentendo di avere un progetto approvato entro il 2019 com’era richiesto

Il Comitato accettò questi due ostacoli in buona fede, e si limitò a chiedere solo i requisiti – anch’essi disattesi – perché fosse realizzato un VERO TEATRO. Ma i due ostacoli oggi sono stati smentiti dai fatti perché:

  1. L’Ing. A. Sferruzza, nelle sue “I – Indagini sulle strutture e sui terreni”, richiesta dai progettisti, commissionata dall’amministrazione in carica e allegata al progetto esecutivo approvato, dice testualmente a proposito dello stato di fatto delle Fontanelle:
  • struttura in muratura portante in elevazione costituita in generale dalla succitata tipologia “B” (conci di pietrame arenario appena sbozzati di forma irregolare con inserti in laterizio e giunti in malta di calce di discreta qualità)”
  • “la galleria ha struttura in c.a. formata da n.2 mensole che sono incastrate alla muratura portante, sulle quali si appoggiano le gradonate …”

E conclude scrivendo: “Alla luce di quanto sopra esposto si può concludere che il fabbricato in oggetto ha struttura in muratura di diverso tipo e consistenza e trovasi in discrete condizioni statiche; non si riscontrano infatti stati fessurativi o lesivi.”

Quindi il primo ostacolo addotto non era vero ma strumentale alla luce dei fatti accertati

2. Il progetto esecutivo non è stato approvato entro il 2019 e non è stato comunque perso il finanziamento; quando lo abbiamo fatto notare al sindaco ci disse di aver saputo che in realtà il vincolo era diventato che bisognava completare l’opera entro il 2021

Anche il secondo problema addotto non era vero ma strumentale alla luce dei fatti accertati

Ciò prova, fuori da ogni dubbio, che ad amministrazione e progettisti interessa costruire un foyer, incuranti del dover restringere la platea (e conseguentemente la galleria). Nel vecchio Le Fontanelle c’era un dignitoso ma ridotto atrio-biglietteria come foyer, con i servizi igienici e la scala per raggiungere la galleria. Ora serve sua maestà un foyer enorme, più grande forse della platea, senza nemmeno la possibilità di ospitare la scala per la galleria. Per farvi un’idea visiva, ecco una immagine che schematizza insieme la pianta dell’attuale progetto (in rosso) e delle Fontanelle (in verde).

A che servirà un foyer spaventosamente grande rispetto al numero di posti (204)? A che scopo volere ad ogni costo, a scapito di qualsiasi altra cosa, un foyer spropositato rispetto alla platea che al riguardo sembra un corridoio? Quali motivazioni vere dietro questa scelta?

Noi abbiamo un’ipotesi, ma non volendo condizionare i cittadini, lasceremo che riflettano da soli al riguardo.

Aggiungiamo però che il foyer, è l’unica motivazione che giustifica la necessità di una strada. E che strada! Altro che “stradella” come dice in un passo la relazione tecnico-illustrativanuova stradella pedonale lato valle (carrabile solo per esigenze di servizio ovvero in casi eccezionali) a servizio dell’edificio”. A giudicare dal rendering sembra più un’autostrada che una “stradella”.

In altri punti la stessa relazione dice infatti: “Inoltre la nuova stradella di accesso alternativo (oggi assente) al nuovo edificio ora prevista dal lato nord-ovest, direttamente collegata al sistema viario esterno all’area del Castello, sarà utile per alleggerire il traffico veicolare della zona”. Una delle tante contraddizioni del progetto. Che poi ci chiediamo, come farà ad alleggerire il traffico se non si immette in nessuna via, finendo a ridosso di una proprietà privata? Ecco un’altra riflessione che lasciamo ai cittadini.

Come dice la stessa relazione, questa strada oggi non c’è e insiste non più sulle aree dell’edificio, oggetto della variante che abbiamo accennato prima, ma sull’area della motta difensiva del Castello, fortificazione in pietra che esiste ancora sotto la terra che l’ha ricoperta. Una zona sottoposta a vincolo archeologico che trasformerebbe ogni scavo in “Scavo archeologico”, con tutto ciò che comporta in termini di costo. Ma anche di vigilanza da parte di tutti i portatori di interesse.

Tutti i portatori di interesse, anche noi. A buon intenditor, poche parole.

Comitato Le Fontanelle

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