Presentata l’installazione luminosa di #ditosinistro “SACRO REFUGIO” sulla Facciata del Castello dei Ventimiglia

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12 Commenti

  1. Natale al buio ha detto:

    Orride. A piazza castello non è Natale?

  2. Laura Barreca ha detto:

    Salve, sono Laura Barreca, direttore del Museo Civico di Castelbuono. La ringrazio del suo commento, anche se l’ho trovato un pò scarno nelle spiegazioni. Ad ogni modo se questa inziativa culturale non raccoglie il suo interesse mi induce a scrivere una spiegazione più chiara sull’installazione che l’artista Francesco De Grandi con il suo alterego #ditosinistro ha concepito per la Facciata del Castello dei Ventimiglia, che dal 2012 è la sede della nostra istituzione museale. Mi preme sottolineare come la compresenza di una storia secolare e prestigiosa come quella del casato dei Ventimiglia e la sua ridestinazione a Museo ci porta oggi a riflettere sul ruolo che siamo chiamati ad assumere rispetto alla lettura della contemporaneità, e in particolare verso la condizione storica che stiamo affrontando. Siamo davanti ad una emergenza umanitaria di dimensioni epocali, e il Mediterraneo, che è il nostro mare, e che è prossimo a noi, è ormai il luogo dove si sta consumando la più grande tragedia del XXI secolo. Il Museo, che secondo il Codice Etico ICOM per i Musei (che è un codice di autoregolamentazione professionale che fissa gli standard minimi di condotta e di performance professionale e di prestazioni per i Musei) conferma quanto segue: “I Musei assicurano la conservazione, l’interpretazione e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale dell’umanità, conservano le loro collezioni a beneficio della società e del suo sviluppo”.
    Se i musei non riflettessero e cercassero di interpretare il presente, attraverso gli occhi degli artisti -che per natura sono dei liberi pensatori- in futuro non potremmo raccontare ai posteri che cosa si è fatto, quale posizione si è assunta oggi. Proprio in virtù di questo aspetto, ciò che cerchiamo di riaffermare al Museo Civico è il valore culturale verso la barbarie dell’ignoranza, è l’idea che il Museo non sia solo il luogo della conservazione delle opere, ma al contrario della loro valorizzazione e dello spirito di accoglienza che è un sentimento naturalmente presente nella comunità di Castelbuono. Al Museo è richiesta una lettura critica che ci aiuti a guardare oltre, a spingere la nostra immaginazione verso la comprensione di significati più profondi, e non superficiali, come sono le affermazioni mi piace o non mi piace, è bello o è brutto. Quindi quest’anno piuttosto che utilizzare i soldi pubblici per realizzare delle luminarie o un albero di cui si può tranquillamente godere in altri luoghi del paese (dalla pompa di benzina addobbata a festa, al negozio, al supermercato, etc., abbiamo preferito affidare il nostro messaggio di pace e spiritualità con l’opera luminosa di un artista. La differenza tra i luoghi dove si possono trovare delle bellissime luminarie e il Museo però è sostanziale perchè il Museo non deve venderci nulla, il Castello, nella sua magnifica imponenza, custodisce la reliquia della Madre Sant’Anna, la cui figlia e il nipote (!) anche loro avevano trovato rifugio in una grotta. Le analogie sarebbero troppe. Quest’opera oggi rappresenta qualcosa di più che una semplice decorazione natalizia…e la differenza tra arte e decorazione mi pare sia chiara. Alle 17.00 di domenica 8 dicembre, a seguito di ampia comunicazione, abbiamo presentato l’opera al pubblico, con la presenza dell’artista Francesco De Grandi, che è tra l’altro l’autore di un bellissimo quandro ad olio conservato nella collezione d’arte moderna e contemporanea del Museo, e che ha donato l’idea della scritta “SACRO REFUGIO” al Museo. Sarebbe bello poter organizzare una giornata pubblica dove incontrarsi e dibattere sull’opera, sarebbe un’occasione di confronto pubblico, anche perchè de visu magari si potrebbe utilizzare un lessico diverso, manifestando molto più approfonditamente il proprio interesse o disinteresse. La ringrazio per avere letto fin qui!

    Laura Barreca

  3. Marietta ha detto:

    Cara direttrice trovo già un sacrilegio tenere dentro il castello un museo che non ha niente a che vedere ne con i castelbuonesi ne con la storia dei Ventimiglia e di Castelbuono. Tanto che andrebbe portato via dalle mura del castello.
    Poi è Natale passando la fiumara così si dice a Castelbuono per uscire dal Borgo medievale verso altri lidi noto in grandi e piccole località l’aria del Natale che fa sognare più i bambini che i grandi e vedo luminarie castelli con il perimetro addobbato di luci stelle e quanto sa di Natale. Quindi il ditosinistro di una stupida scritta la può puntare sulla fontana allocata all’ingresso del paese.
    Per quanto riguarda il suo museo lo faccia diventare museo seguendo le tradizioni contadine e medievali del castello non esposizione di opere che nulla hanno a che vedere con il castello.
    Chi entra al museo crede di trovare cimeli arredi o quanto ci si aspetta in un castello.
    Ma tranne le poche cose da matri S.Anna magari qualche figura è uno spreco di soldi.
    Se è Natale vogliamo solo gli addobbi.

    • Michela Mazzola ha detto:

      Cara Marietta, io sono orgogliosissima che il nostro Castello sia sede di un museo che guarda oltre il perimetro del nostro amato borgo. Credo che sia un antidoto al nostro antico male che rischia di renderci ridicoli agli occhi degli altri: la convinzione di essere sempre i migliori, l’autoreferenzialità a tratti nauseante.
      Le radici sono importanti: ma lo sono per rendere forti e stabili i rami dell’albero che è la comunità. Se non c’è un’equilibrata crescita di entrambi si rischia o di soffocare tra le radici o di essere in balia ai venti. Quindi bene venga una scritta che allude alle luminarie natalizie per far passare un messaggio: “restiamo umani”. Abbiamo una roccaforte all’ombra della quale coltivare il nostro lato migliore, che guarda all’Altro come umanità arricchente. Natale è prima di tutto questo. Il resto è ciarpame.

    • Basta addobbi. Preferisco l'unicità ha detto:

      ara Marietta, forse è dagli anni 90 che non entri al castello. Ci sono varie sezioni che, al contrario di ciò che sostieni tu, hanno a che fare eccome con i castelbuonesi e con la storia dei Ventimiglia! E dove non arrivano i contenuti, ci sono delle ferratissime guide (castelbuonesi) che ti aiutano a dare un senso ad ogni cosa. Ti consiglio di andarlo a visitare…
      Ma poi davvero senti la mancanza dell’albero in piazza castello? Questa installazione, che può piacere o non piacere (ci sarebbe anche da capire come va guardata un’installazione, Direttrice chiedo aiuto!) almeno si propone di coinvolgere la struttura, l’albero di natale degli anni precedenti invece sembrava sempre messo lì su strada per caso, tutto solo soletto

    • Laura Barreca ha detto:

      Gentile Marietta, grazie delle sue considerazioni, ma le rispondo perchè vale la pena di spiegarle chiaramente la necessità di un Museo Civico dentro il Castello dei Ventimiglia. Se infatti il Castello medievale a suo tempo non fosse stato ridestinato a Museo avrebbe probabilmente fatto la fine di tanti dei preziosi beni culturali che in Sicilia, e anche altrove, tralasciati, abbandonati poichè, come lei sa bene, quando l’economia va male la prima cosa che si taglia sono i fondi alla cultura. Invece lei sa che il Museo Civico oggi mantiene il buono stato di conservazione della sua struttura architettonica, dei suoi ambineti proprio attraverso i proventi delle migliaia di visitatori che pagano il biglietto d’entrata? Sa che ci sono ragazzi di Castelbuono, bravissimi professionisti, artigiani, fornitori, ristoranti, alberghi, strutture di ricezione, che traggono beneficio anche grazie alle economie generate dall’attività di promozione, produzione, valorizzazione del Museo Civico? Lo sa che dal 2014 ad oggi il numero dei visitatori è passato da 35.000 a 40.000 visitatori proprio grazie ad una costante attività di promozione e valorizzazione? Lo sa che le collezioni permanenti, le attività culturali, i laboratori per i bambini e i ragazzi delle scuole sono tutti autosostenuti e che questo permette di offrire una offerta educativa che altri paesi non possono permettersi? Sa che la storia dei Ventimiglia e tutto il patrimonio culturale e storico-artistico del castello, dalla Cappella con gli stucchi dei Serpotta, ai reperti archeologici sono tutelati dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e non sono di esclusiva proprietà del Museo? Dovrebbe anche sapere che il Castello dei Ventimiglia non possiede arredi originali del tempo dei Ventimgilia, e che la volontà di trasformare questo luogo in un Museo pubblico è stata il risultato dell’incredibile impegno di quegli amministratori del Comune di Castelbuono che hanno avuto l’intuizione di realizzare questa impresa epica, hanno trovato i fondi, hanno lavorato e si sono impegnati affinchè questo Castello ritornasse alla fruizione della comunità, e che oggi -per fortuna- può essere ammirato da visitatori che arrivano da tutto il mondo.
      Se questi elementi sostanziali non erano di sua conoscenza, ecco adesso sono alla sua portata e se come leggo, non visita il Castello da tanti anni, ancora di più sarò felice di farle una visita guidata per raccontarle meglio cosa significa gestire un Museo pubblico. Le chiedo di darmi una sua e-mail un suo contatto telefonico per poterla informare come e quando. Con l’anno nuovo sto organizzando un incontro che servirà a comprendere quale privilegio sia possedere uno dei più bei castelli di Sicilia che riesce a mantenersi da solo.
      Saluti, in attesa del suo nome e cognome.

      PS
      Riguardo al suo suggerimento di farne un museo etno-antropologico della civiltà contadina, beh, forse ci penserei un pò, non si darebbe giustizia al casato dei Ventimiglia e alla loro storia di collezionisti e raffinati committenti di opere d’arte e di una delle più preziose decorazioni a stucco di tutto il Barocco siciliano.

  4. Posto riservato ha detto:

    “Sacro rifugio” … riservato ai parenti durante le rappresentazioni…

    • Michela Mazzola ha detto:

      Ma perché dobbiamo sempre volare basso? Ma basso-basso!

    • Anna Maria Cangelosi ha detto:

      Colgo l’occasione di questo commento per rappresentare che l’orario scelto da anni per l’inaugurazione delle mostre è particolarmente scomodo per chi ha famiglia e deve gestire il pranzo. Diverse volte, come ad esempio oggi, sono stata costretta a rinunciare e mi dispiace.

      • Laura Barreca ha detto:

        Salve Anna Maria, ha ragione, purtroppo molti dei nostri ospiti partivano oggi stesso in aereo e molti arrivano da fuori, quindi per questioni logistiche e organizzative, ma anche per permettere di godere di un pranzo o di una passeggiata col sole alla scoperta dell’artigianato locale di Castelbuono, organizziamo le mostre la domenica mattina. Spesso infatti i tanti che vengono da fuori o da lontano, come accade regolarmente per i progetti che organizziamo, non potrebbero partecipare sia per gli orari degli autobus, sia perché chi poi dovrebbe rientrare di sera in autostrada col buio è molto scomodo. In fondo alle 12.00 è un orario non troppo complicato se magari per una volta ci si organizza per tempo, soprattutto per chi abita a Castelbuono, dove si può arrivare al Museo Civico anche a piedi. Ad ogni modo venga comunque a trovarci e la mostra gliela raccontiamo noi. Un saluto, Laura Barreca

        • michele piro ha detto:

          non è una giustificazione valida e motivata, chi arriva da fuori ed in aereo non ha certamente orari prefissati (tipo le 10:00 o 10:30) della stessa domenica mattina, si può arrivare anche sabato pomeriggio od in serata ed essere a Castelbuono anche per le 9:30 di mattina. per quanto attiene al rientro a Palermo, direttrice, sia lei che i sui ospiti siete ancora molto giovani per avere timore di guidare al buio, queste paure lasciatele agli ultra ottantenni

  5. Laura Barreca ha detto:

    Gentile Michele, grazie del suo simpatico commento! Tuttavia, pur avendo più della metà dei suoi anni (sic!), viaggio regolarmente di notte e col buio, da sola, dovendo rientrare a Palermo da Castelbuono tutte le settimane, più o meno da sette anni. I motivi per i quali questi trasferimenti non sono a volte possibili sono chiaramente di natura economica. Come lei può bene immaginare orari di voli aerei da Punta Raisi che arrivano da Israele o dalla Germania, come in questo caso, purtroppo a volte non coincidono con gli orari agevoli del pranzo di Castelbuono e certamente può immaginare cosa possa significare, in termini organizzativi, spostare alle volte anche 30 o 40 persone da fuori. Ma cosa più importante: tutte le attività che organizziamo sono gestite nell’assoluto risparmio delle nostre economie, che sono soldi pubblici, e risparmiando possiamo investire in altre attività utilizzando un po’ di buon senso, ma come dice lei, purtroppo sacrificando orari più comodi. Non mancherà a lei, se davvero l’attività culturale del Museo Civico le sta a cuore, venire a trovarci in qualsiasi momento abbia piacere. Il Museo è aperto tutti i giorni fino alle 17.00. La aspetto. Un saluto, Laura Barreca.

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