Ricordo essenziale di un uomo di grande spirito
Ci eravamo sentiti sul finire di gennaio e il discorso, subito e inevitabilmente, era andato a finire sulla maschera: – Allora la fate?
– Sì, certo!
– Naturalmente al liceo, no?
– E dove se no?
– Com’è?, cu cc’è?, di cu si parra? Auanni ccu l’elezzioni, i fatti un màncanu….
Eravamo poi passati a parlare di altro, di tante altre cose.
Era implicito che non appena Peppe Cucco avesse effettuato il montaggio della maschera, una copia sarebbe stata per te. Come sempre è accaduto, da quando – assolutamente nolente – eri dovuto ritornare nel profondo nord a contatto con leghisti e destri, per i quali provavi grande sdegno, e allontanarti dolorosamente dai tuoi paesani e dai tuoi tipi, soprattutto di ieri, che, a distanza di tanto tempo, continuavi a sentire parte essenziale di te, del tuo vissuto fra i castelbuonesi ai quali a lungo avevi chiesto per sapere e poi per ricordare. Il ricordo, il passato, il rimembrare: antidoti infallibili della lontananza dal paese e miracolosi lenitivi dei dolori di cui la vita ti è stata generosa.
Ci lasciammo con la promessa da parte mia che ai primi di marzo – trovandomi a Bologna – avrei fatto di tutto per fare un salto da te a Desenzano. E a Bologna, appena arrivato, mi ha raggiunto altra notizia. Non c’è stato tempo per riferirti com’è andata, non c’è stato tempo per comunicarti che finalmente il tuo antico progetto sulle nciùrie a breve avrebbe visto la luce in volume: le beffe della vita.
“Con te perdiamo un uomo di grande spirito”, scrive oggi Paolo Cicero e, in tre parole, fa il tuo ritratto: uomo di grande spirito. Quello spirito che è stato essenza del tuo impegno politico a sinistra, dove SINISTRA significa qualcosa di assolutamente inequivocabile, il grande spirito che ha costituito l’impalcatura di Radio Antenna Italia e dei tuoi programmi bizzarri intrisi di bizzarre trovate.
Lo spirito che ha pervaso i veglioni da te organizzati nel periodo 1985-1988 dei quali tutti, partecipanti e protagonisti, conserviamo indelebili ricordi. Formidabili quegli anni, avrebbe detto il tuo amico Mario Capanna, e quelle maschere scritte in quattro-giorni-quattro, toccata e fuga, perché si doveva ritornare al lavoro in Lombardia. E’ il prologo di una di quelle maschere, quella dell’87, che in queste ore bagna il mio dolore, una canzone scritta da Paolo nella quale lo struggente mandolino di Gioacchino Cannizzaro era come se riproducesse i “singhiozzi lunghi” di Verlaine.
Sei stato estremamente sfortunato e soprattutto per questo ti ho eletto fra le persone a me più care. Il tuo ricordo mi accompagnerà per sempre. Addio vecchio leone,
Massimo Genchi
Ciao Enzo ….indimenticabile cuginone….mi hai insegnato a ballare….peccato non esserci più visti…. ma sei stato sempre nel mio cuore ♡
Caro Massimo apprendo da te che il nostro amico Enzo non c’è più. Un brivido mi attraversa e mi lascia attonito , qui dove mi trovo a lavorare all’inizio del mio turno di notte . Sento che questa notte non sara’ come tutte le altre poiché sarà avvelenata dal rimorso di non avere piu’ contattato Enzo dopo avergli promesso , tanti anni addietro , che l’avrei fatto . Quella volta che ci incontrammo a Desenzano non si parlò che di Castelbuono e dei Castelbuonesi . La sua elegante tristezza mi ha dato l’immagine di un uomo in ” esilio” . E io ne rimasi colpito . Profondamente colpito . Peccato davvero non averlo potuto avere accanto negli ultimi anni ma peccato soprattutto non essere riusciti a rendergli merito per le sue stravaganti , coraggiose e divertenti iniziative che ha saputo regalare alla nostra comunità. Un caro abbraccio ai suoi cari .
Grazie a suo figlio Sandro, mio compagno di scuola elementare ho avuto il privilegio di poter conoscere da vicino il mondo magico della radio. Ricordo che nel pomeriggio andavamo in quel di Radio Antenna Italia (dove oggi c’è il centro analisi) a passare il pomeriggio ad ascoltare musica. Sono stati anni magici che non dimenticherò mai e di cui ringrazio il papà di Sandro che ho conosciuto poco ma che anch’io ricordo con affetto. Un abbraccio a tutta la famiglia.
Caro Enzo,
non trovo altre parole da aggiungere a quelle che ho già detto e che Massimo ha espresso cosi appassionatamente, anche a nome di tutti coloro che ti conoscevano davvero.
Conservo, prezioso ricordo, la telefonata che l’anno scorso ti abbiamo fatto con Massimo, qualche settimana prima di rappresentare la maschera: è un ricordo che è nello stesso tempo conforto, per averti sentito dopo tanto tempo, e rimpianto, per non averlo fatto più spesso o averlo ripetuto, almeno, quest’anno.
Ciao Enzo. So anche che da lassù, con quel sorriso che non lasciava scampo a nessuna tristezza, continuerai a dare forza a quel sogno che la maschera impersona.
Addio ,Enzo. mio caro amico di gioventu’. Sentite condoglianze alla famiglia. Stefano Cannizzaro
Caro compare ci eravamo sentiti qualche mese addietro e ora io non riesco ad immaginarti come un angelo che mi guarda dall’alto. Ho sentito telefonicamente le tue apprensioni per la casa di “pedagni” ed il dolore che ti attanagliava in gola per l’accaduto di cui mi volevi parlare al primo incontro. Comunque voglio ricordarti per il sorriso e la gioia che riuscivi a trasmettere anche in coincidenza di momenti particolari. Voglio ricordarti per la prima e forse unica festa della matricola a Castelbuono alla fine anni sessanta, in cui ti sei prodigato oltre misura, dando a noi il coraggio del tuo temperamento che incoraggiava tutti noi che allora, forse per la prima volta a Castelbuono, nella maschera della festa, avevamo osato parlare di personaggi Castelbuonesi intoccabili ed innominabili. Siamo stati assaliti da gravi improperi sui giornali locali , perché le burle potevano interessare chiunque ma non loro. I colleghi e le colleghe di allora potranno ripercorrere gli eventi, ma tu non ci sei più I ricordi degli anni successivi a Palermo il tuo ritorno a Castelbuono segnano momenti particolari che possiamo custodire gelosamente assieme a tua moglie Zena e poi a tuo figlio Sandro. Ricordiamo per tutti il gemellaggio della scuola media di Castelbuono con la scuola media di Desenzano del Garda che siamo riusciti ad organizzare gratis per tutti i ragazzi e senza esborsi per le famiglie. Unito ad un caloroso abbraccio per la moglie e figlio non riesco a credere che il compare non c’è più e non ci saranno più i momenti gioiosi dei nostri calorosi incontri a Castelbuono e Desenzano.
Grazie massimo un abbraccio forte il tuo omaggio a papà e i messaggi che seguono che lo esaltano ed esaltano il suo amore per castelbuono e i castelbuonesi mi riempe il cuore di gioia e mi fa fiero di lui.
Grazie veramante castelbuono e grazie castelbuonesi!!