Il ricordo di Peppino Impastato e una chiacchierata su temi d’architettura, questi gli eventi del prossimo weekend a Spazioscena

A pochi giorni dal quarantesimo anniversario della morte di Peppino Impastato, «Il mare a cavallo» è uno spettacolo teatrale che dà voce a Felicia Bartolotta, madre di Peppino, dilaniato da una bomba sulla ferrovia Trapani-Palermo il 9 maggio del 1978.
Peppino è stato ucciso dalla mafia che fin da subito cerca di depistare le indagini con l’accusa di terrorismo.
Felicia non si dà pace, rifiuta la regola del silenzio che la vuole chiusa nel suo dolore e rompe con la famiglia del marito, sceglie di stare con i “compagni” di Peppino e si costituisce parte civile al processo per vedere riconosciuta l’innocenza del figlio e la colpevolezza dei suoi carnefici.
Lo spettacolo prende avvio dai funerali di Felicia: dalla sua bara, mentre si svolgono le esequie, la donna guarda i suoi compaesani e racconta nuovamente la sua vicenda, ora con passione, ora con un distacco che giunge quasi all’ironia.
In scena Felicia si rivolge direttamente a noi, ma rivive anche i momenti salienti della sua storia: così il pubblico entra in contatto anche con altri personaggi che gli permettono di prendere viva coscienza di una storia di quarant’anni fa che parla al pubblico di oggi. Mafia, omertà, politica, famiglia, lo spettacolo tocca tutti i temi che ritornano con prepotenza nella vita civile odierna del nostro paese.

IL MARE A CAVALLO
“La mafia si combatte con la parola”
Con Antonella Delli Gatti, testo originale di Manlio Marinelli, regia di Luca Bollero

SABATO 05 MAGGIO ore 21:15
Associazione culturale Spazisocena (Via Abruzzo, 10)

INGRESSO € 8,00 + tessera associativa 2018
Per info e prenotazioni: associazionespazioscena@gmail.com / 346 62 09 451
DOMENICA 06 MAGGIO alle 17:30, all’interno della rassegna “Un artista racconta un artista”, l’architetto Natale Allegra condurrà un incontro dal titolo “Continuità della discontinuità in architettura”.

L’architettura necessita di componenti che abbiano la loro ragion d’essere cercando, in tal senso, di rispondere ai bisogni che muovono il progetto, ed evitando l’inconsistenza della casualità.
Quali sono, allora, le soluzioni che lʼarchitetto adopera nel definire “il limite” che separa la sua opera dallʼambiente circostante?
Quali sono, se esistono, gli elementi che possono rendere tali soluzioni, anche se a prima vista molto differenti, simili tra di loro?
Durante lʼincontro, per dare risposta alle domande precedenti, si proveranno a raccontare quali sono le strategie adoperate in architettura per risolvere le occasioni, date dal progetto, per lʼinterpretazione della discontinuità che interessa “la pelle” di un manufatto architettonico.

Ingresso libero

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