Rivolta dei Forestali: invasa la trazzera di Caltavuturo, una delegazione castelbuonese di nuovo a Palermo

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4 Commenti

  1. cu fu ha detto:

    Un tempo esisteva il sindacato.
    Un tempo esistevano i braccianti.
    Presto lo racconterete.
    Qualcuno vi sta prendendo in giro e non dentro l’ARS.

  2. Decespugliatore ha detto:

    L’altra sera ni hanno preso in giro anche dentro l’aula del consiglio. Noi volevamo occupare il consiglio e un consigliere ci aveva detto che a Palermo era tutto a posto che i soldi erano trovati e non c’era bisogno di occupare, invece siamo stati altri giorni a casa senza travaglio.

  3. Antonio ha detto:

    Buonasera

    In Sicilia vi sono 24.000 Forestali più di quanto il l’intero Canada ne ha in forze per il predio di un territorio molto più ricco della nostra Sicilia
    Fonte il Sole 24 ore
    Penso che tale spesa pubblica sia sproporzionata a confronto con altri paesi del mondo

  4. antonio ha detto:

    puoi chiamarli operai forestali, PIP, LSU, articolisti, art.23 (di legge ormai ignota) purtroppo sono stati la maniera di distribuire finto lavoro, ovvere assistenzialismo mascherato da lavoro, facendo debito pubblico e ottenendo bacini elettorali per il politico di turno.Assistenzialismo e Clientelismo sono due facce della stesse medaglia.
    a ogni elezione anche al paese cele ricordiamo le “sasizze arrustute” dei candidati con i forestali…sono voti che all’occorrenza vengono utili
    così pure la presenza di persone afferenti al sindacato in consiglio comunale, si tratta di persone che dispongono di pacchetti di voto (uno mi disse tempo fa con aria arrogante “io controllo un pacchetto di seicento voti”) perchè per mille ragioni vendono per favore personale quelli che sarebbero diritti, avendo posto quindi in rapporto di clientela i soggetti che a vario titolo bisognano dei servizi.
    E al sindacato il diagio serve, gli costruisce un’apparenza di utilità, sebbene poi il sindacato sia più a servizio dei sindacalisti che del lavoratore, inteso nel senso virtuoso e reale di tale termine.
    Nel nostro caso la situazione è diversa, si tratta di assististi più che di lavoratori

    ora questi avranno pure le loro ragioni nell’immediato (un reddito a casa in qualche modo deve arrivare) ma non è possibile andare avanti in questo modo, con ogni volta pressioni varie scioperi blocchi …se non altre più velate minacce, per le fatidiche giornate.

    io ritengo che se si deve fare uno sforzo economico ancora una volta a carico della collettività sia opportuno spendere per riconvertire professionalmente queste persone, affinchè possano collocarsi su un settore economico, ed essere liberi

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