Rogo nel deposito della «Ato 5 Ecologia e Ambiente». A Termini Imerese bruciano i rifiuti della raccolta differenziata

Probabile rischio ambientale. Vigili del fuoco al lavoro tutta la notte per domare le fiamme. Bruciate tonnellate di materiali plastici.

Sarebbe alto il rischio ambientale in seguito all’incendio sviluppatosi ieri sera nel deposito di rifiuti della raccolta differenziata «Ato 5 Ecologia e Ambiente» di Termini Imerese. I vigili del fuoco stamane stanno spegnendo gli ultimi focolai del grande rogo proseguito per tutta la notte. Per domare l’incendio che ha interessato centinaia di tonnellate di rifiuti provenienti dalla differenziata, soprattutto materiale plastico, sono intervenute numerose squadre dei vigili del fuoco che hanno lavorato con difficoltà considerato che dal materiale in fiamme si è alzata una nube di fumo tossico. Appena i focolai saranno spenti i periti e i tecnici dei pompieri cercheranno di stabilire le cause delle fiamme.

 

RISCHIO AMBIENTALE – L’incendio di tonnellate di rifiuti differenziati nel deposito di Termini Imerese ha provocato un’alta colonna di fumo nero ad alta concentrazione di diossina. Per i tecnici dell’Arpa, che sono intervenuti al fianco dei vigili del fuoco, c’è un alto rischio ambientale. L’Arpa sta perciò controllando la direzione del fumo e la sua composizione in vista di interventi di emergenza. Anche se le fiamme sono state domate, continuano le emissioni tossiche dalla massa del materiale bruciato che viene raccolto su un piazzale all’aperto. La situazione è seguita anche dai tecnici del servizio ambiente del Comune. I rifiuti erano accatastati sul piazzale e nei capannoni della Vetri Sud, la società che gestisce il trattamento del materiale speciale. Con le fiamme, che nella notte erano visibili dalla città e dall’autostrada, si è levata anche una densa colonna di fumo nero. Si è temuto che si ripetesse un danno ambientale simile a quello che ha interessato questa estate la discarica di Bellolampo. È stato anche riaperto lo stabilimento della Fiat, chiuso dal 31 dicembre 2011, per consentire alle autobotti di approvvigionarsi di acqua.
(corrieredelmezzogiorno.corriere.it)

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