Sicilia, la rivolta dei Festival «Ecco gli scempi della Regione»

(https://www.sicilianpost.it/di Giuseppe Attardi)

L’anno scorso la vergogna Dolce & Gabbana, sovvenzionati dalla Regione per due sfilate in Sicilia che avrebbero dovuto portare l’Isola in tutto il mondo. Fu rappresentata una Sicilia folcloristica e da cartolina, che, fortunatamente, nessuno ha visto al li fuori delle poche persone che hanno assistito alle due serate.

Quest’anno il bis. Per di più con l’ombra dello scandalo. Già perché un milione e 200mila euro stanziati dai Fondi europei per lo sviluppo degli spettacoli dal vivo sono stati destinati senza alcuna evidenza pubblica, ovvero senza bandi, a pochi. Precisamente al Sicilia Jazz Festival che si è svolto a Palermo e al BellininFest. «Mentre altre 70mila euro le ha versate direttamente l’Assessorato al Turismo regionale» per sostenere l’Eolie Music Fest di Samuel dei Subsonica, denunciano gli imprenditori siciliani della musica. Tutte iniziative che non hanno portato alcun turista in più nella nostra isola, rispetto invece a quei Festival che da circa vent’anni vengono organizzati da privati con l’intento proprio di valorizzare il territorio, portando turismo e lavoro. A questi nessun riconoscimento, semmai qualche spicciolo.

Eppure, di Sicilia si parla in Italia e all’estero grazie all’Ypsigrock di Castelbuono oppure all’Ortigia Sound o al Mish Mash di Milazzo, o ancora a Catania Jazz. Non certamente per il Sicilia Jazz Festival la cui eco non ha oltrepassato Porta Nuova di Palermo, né per l’Eolie Music Fest, naufragato senza lasciar traccia, e neppure per il BellininFest, costretto a ricorrere alla pubblicità per ottenere un po’ di visibilità. «Sicilia Jazz Festival e BellininFest sono stati addirittura in grado di promuovere sulle maggiori reti televisive nazionali i loro eventi con spot dai costi elevatissimi, in cui si propone solo un’idea stereotipata della nostra terra: mare, spiaggia e bella donna scollata», sottolinea Lucrezia Muscianisi, direttrice artistica del Mish Mash Festival. Al contrario, basta il tam tam sui social per riempire l’Area Marina protetta di Capo Milazzo o il Castello di Castelbuono.

Da sempre la politica culturale della Regione siciliana è soltanto spreco di denaro pubblico o contributi a pioggia per scopi clientelari. Un malcostume peggiorato da quando è presidente Nello Musumeci. È l’effetto di una classe politica senza cultura, disconnessa dal tessuto socio-economico dell’Isola, che continua a penalizzare i giovani imprenditori ed a farli fuggire dalla loro terra.

Questi giovani, dopo l’ennesima ingiustizia, questa volta hanno deciso di alzare la voce e di protestare. Non solo i festival della Rete Sicilia Festivals –  FestiValle ad Agrigento, Opera Festival a Milo, Mish Mash a Milazzo, Djoon Experience a Favignana/Castellamare del Golfo, Mondo Sounds – ma anche altre realtà che tanto hanno dato ai loro territori: Ypsigrock a Castelbuono, Beat Full a Palermo, Ricci Weekender a Catania, Alcart ad Alcamo, Indiegeno Fest tra Patti e Tindari. Quest’ultimo quest’anno è stato costretto ad ammainare bandiera a causa proprio dell’inefficienza delle istituzioni locali.

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